Ciò che mi trattiene −
Le telefonate improvvise
A un passo dal baratro
Il sole sugli occhi chiusi
Che indora i pensieri
Il vento che asciuga
E suona al contatto
Le sante immersioni
Nell’utero marino
Le abbuffate infinite
Delle feste comandate
Le pisciate da ubriachi
Mentre si ride da soli
La lealtà furiosa nel Pogo
Battezzato dal sudore
Il profumo delle tette
E le curve della schiena
I viaggi in nave da solo
A piangere sul ponte
Le epifanie in Grecia
E la philia dei greci
La nemesi inaspettata
Per l’uno e per i molti
L’amore degli amici e
L’amicizia delle amanti
Le lenzuola pulite dopo
Chilometri macinati
I papaveri che spuntano
Tra binari e traversine
La neve che ammutolisce
E riempie col silenzio
La scienza evangelica
Del marxismo che verrà
Il nodo alla gola che
Si scioglie in lacrime
I respiri sintonici nel sesso
Eccitati dall’odore della pelle
Il sonno animale dopo la fatica
Sicuro e avvolto dal calore
I pianti disperati, di rivelazione
D’amore e di riconciliazione
Il sorriso contagioso
Dei vecchi e dei bambini
L’abbraccio delle famiglie
Vecchie, nuove e ritrovate
L’alleanza terapeutica in
Ogni contatto risvegliato
L’impermanenza sicura
Della follia e del dolore
Il blu insondato delle
Dorate meditazioni
E per ultimo la realizzazione
Che la coscienza non si estingue
Non con un proiettile da due soldi
Né con una bomba all’idrogeno
E quella che si spera una fine
Sarà un inizio
E quello che si crede un attimo
Sarà un’eternità