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Friday, 19 May 2017 00:00

Cairano, la voce dello spopolamento

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Angelo gestisce di un bar a Cairano, borgo di trecento anime nell'alta Irpinia. Abbiamo parlato con lui dello spopolamento dopo il terremoto, di com'era la vita prima, di quale sarà il futuro dei paesi.

Il rapporto con la nostra epoca, il presente. Con quello che stiamo vivendo, i cambiamenti politici.
Eh, purtroppo è una cosa che, secondo i miei tempi di gioventù, coi tempi attuali c’è come uno sbalordimento. Perché purtroppo se avviene un cambiamento, io, che faccio parte della vecchia squadra, la media squadra, non è che mi trovo un granché. Però purtroppo mi sto adeguando man mano che vanno avanti i tempi. Con i miei tempi giovanili era tutta un’altra vita. C’era più familiarità, più... solidarietà. Più comprensione.


Mi interesserebbe sapere, per esempio, dell’Irpinia prima e dopo l’Ottanta.
L’Irpinia da prima dell’Ottanta a dopo l’Ottanta è stata uno sfacelo. Perché l’Irpinia dopo il terremoto ha avuto uno sbalzo di vita. Purtroppo. Prima c’era più familiarità, più affabilità. Ormai, con il terremoto recente, le persone si sono un po’ sbalordite, si sono montate un po’ la testa perché col terremoto hanno visto i soldi. È stato uno sbalordimento che ha portato molte persone a demolirsi da sole. Perché pensavano che il terremoto non sarebbe mai finito. Ma purtroppo ogni cosa come nasce deve morire. E così anche il terremoto. C’è chi si è arricchito e c’è chi si è impoverito, chi è arrivato a fare debiti per comprare mezzi e attrezzature. Però purtroppo poi si è trovato con il culo nell’acqua perché non si è saputo fare i conti. Pensava che la vita continuava così com’era partita. Lui non è che l’ha fatto per vandalismo, pensava che la vita sarebbe continuata così com’era partita, ha visto quel viavai di soldi. Però c’è stato un benessere e c’è stato pure che poi molte persone si sono trovate male. Questo fa parte dell’ignoranza.

E i colpevoli? Cioè, se dovessimo fare dei nomi politici. Un’ignoranza mal coltivata. De Mita? A chi dare la colpa?
Ai nostri amministratori dei comuni.

Degli anni Ottanta?
Esatto, degli anni Ottanta. Perché purtroppo questi hanno cercato solo di recuperare qualcosa di soldi però più di tanto non hanno pensato, per esempio, a ricreare i popoli, a riunire i popoli nelle vecchie zone. Col terremoto si sono sistemati, si sono aggiustati chi sì e chi no. Però purtroppo c’è stata pure gente che ha finito la sua vita, che è andata a finire, come ho detto prima, col culo nell’acqua. E oggi, purtroppo, ancora cerca di riparare i debiti fatti allora.

Com’è l’esperienza di gestire un bar a Cairano?
Eh, gestire un bar... da quando sono partito ad oggi c’è stata un’evoluzione non indifferente, perché allora c’era gente, allora eravamo 1500-1600 persone, nel ’72 quando sono partito io. C’era più gioventù, c’era più anzianità. Da quando sono partito ad oggi siamo rimasti in circa trecento persone, più o meno. Tra queste trecento persone siamo tutti non dico anziani, ma i giovani si possono contare sulla punta delle dita. La maggior parte siamo tutti con la pensione dietro le spalle. Con la pensione alla posta.

E di chi è la colpa di questo spopolamento?
Maggiormente la colpa è dei politici. Dei politici di queste zone, che ci hanno abbandonati. Hanno cercato di fare solo la loro barba. E gli interessi. La loro barba è come dire i loro interessi, è la stessa cosa, non cambia niente. Cambiando l’ordine degli addendi... Il risultato non cambia. Allora hanno pensato, be’, tiriamo avanti, non è che hanno pensato facciamo restare la gente qua, creiamo un posto di lavoro. Si sono creati dei posti di lavoro però purtroppo man mano sono andati scemando. Perché i posti di lavoro forse sono stati creati nei posti sbagliati. La loro colpa è questa. Oggi, come Cairano, stiamo cercando di ripristinare un po’ le strutture. Per riprendere un po’ la situazione di Cairano noi stiamo cercando di buttarci sul turismo.

Be’, avete degli spazi bellissimi, avete il Museo dell’Aria.
Adesso stiamo costruendo un grande teatro per trecento-trecentocinquanta persone, un hotel, un ristorante e un bar. Qua, alla zona più alta del paese, con la speranza di far ritornare qualcuno. La speranza dice che è l’ultima a morire, e noi speriamo sempre nel bene. Io non dico per me, perché ormai c’ho la mia bella età, sono arrivato a quest’età, non è che se risorge un po’ Cairano io mi sento pentito. Però speriamo che rinasce un po’ Cairano. Se ci aiuta la politica, se ci aiuta l’amministrazione. Quindi, diciamo, l’amministrazione, le associazioni, possono far rinascere la realtà di un paese, le realtà locali. Sì, loro fanno il bello e il cattivo tempo. Come ogni cosa, chi fa rinascere il paese sono le amministrazioni. Così come le hanno affossate fino ad adesso. Le amministrazioni in un paese sono come le donne per l’uomo. La donna all’uomo può farlo cambiare come vuole, lo può portare dove vuole, perché la donna è frutto della vita. Dalla storia dell’uomo, da Adamo, un uomo senza una donna è come un albero senza frutto. Io la vedo così. E spero che questo sarà un bene per Cairano. E come voi due oggi siete venuti qua io spero che domani ci siano altre persone che approfittano di questa bell’aria, di questo panorama, di questa vita montana, che può far piacere a voi come a tanti altri. E così spero, con le feste che facciamo paesanamente da luglio a settembre, che siano una risorsa anche per noi.

L’esperienza con Irpinia Paranoica.
L’esperienza con Irpinia Paranoica? È una strada per conoscere le altre persone, quelle che più o meno ti possono capire, che stanno in quell’ambiente politico-culturale in cui puoi scambiare una parola, che hanno uno studio, una cultura.

Una preparazione diversa dalla media, diciamo.
Esatto, una preparazione diversa dalla media che può servire anche a noi cairanesi per farci cambiare qualcosa. Un saluto. E con questo saluto tutti gli amici che sono venuti e che verranno a Cairano.


 

 

N.B.: le foto a corredo dell'articolo sono di Pellegrino Tarantino

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