“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 08 March 2016 00:00

"Romeo è Giulietta": femminili trame dell'amore

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Lo spettacolo nutre un desiderio che tarda a realizzarsi, e dunque si accresce, e presenta le insicurezze di, e tra, due giovanissime donne, traendo spunto da vere conversazioni amorose avvenute tra ragazze.
Parto da un elemento in apparenza secondario. Trovo interessante sottolineare il ruolo della comunicazione virtuale, medium portante dello spettacolo, e non in senso generale e astratto.

L'innamoramento presentato è mediato dalla tecnologia (chat, sms), da una tecnologia che digita il desiderio e funge da amplificatore del sogno, stana e solleva questa emozione suprema da un angusto spazio interiore limitato da insicurezze date dall'età e da limitanti schemi sociali e dalla progressiva scoperta di una sessualità non canonica.
La virtualità è come una fisarmonica emotiva e temporale, che restringe e dilata parole e sensazioni, alienandole talvolta dal vero e dal vissuto, portandole talaltra in una sorta di iper-uranio supremo dove il sogno e il desiderio sembrano fondersi con la realtà.
E in questo spazio molteplice e sospeso, reso possibile anche e proprio dalle "proiezioni tecnologiche", si intrecciano i fili del dramma possibile, della difficoltà di vedersi e toccarsi, a causa di muri fisici e immateriali, di scudi culturali e psicologici proiettati su uno schermo. Auto-elogi di fughe, rimbalzi, rimandi, provocazioni, prima che si compia l'incontro della carne. Che poi, finalmente, dopo un anno, si realizza e squarcia il velo del non luogo sospeso dell'incertezza adolescenziale e dell'insicurezza della neonata, potente figura tridimensionale della "donna-nella-donna" che conduce inesorabilmente a incomprensione, paura, dolore e incapacità rivendicativa di un sereno vissuto d'amore. L'incontro, il farsi carne e anima dei corpi infine insieme apre una porta, che mentre prima del vedersi è stata simbolo duale potente di magica possibilità e al contempo distanza e diniego nel dialogo tra le due protagoniste, si affaccia ora su un abisso. Senza scampo. Ciò a causa della giovanile, assoluta intensità che caratterizza questo sentimento e lo porta fuori controllo, ed all'opposizione e odio che dall'esterno si rivolgono all'omo-amore e che si tramutano in drammatico epilogo conducendolo alla morte, come anticipano su una sorta di efficacissimo "schermo parallelo" le immagini delle torture e uccisioni di persone omosessuali nel mondo.
Molti piani si incrociano dunque in questa opera, tenuti insieme dagli strati di note e voce moderni di un rap che è anche melodia e spessore emotivo.
Piani disadattati alla felicità, impossibilitati per motivi tangibili ed oscuri, reali ed interiori, a coniugarsi, in un trait d'union intonato tra il remoto ma sempre attuale passato shakespeariano ed il nuovo, diversificato, talora immateriale, presente. È un trait d'union – anche qui drammatico, come nell'opera shakespeariana – tra amori diversi, vuoi per casta o schieramenti politici, vuoi per età, vuoi per sesso – con le donne finalmente ad avere un loro precipuo ed autonomo spazio storico e sentimentale – vuoi per orientamento di genere. Quest'ultima è una tematica di stringente attualità alla cui visibilità e dignità dover dare supporto morale e civile, come lo spettacolo fa, dichiarando tra i suoi intenti la lotta all'omofobia.
La trasversalità e l'universalità dell'amore mi sembrano il nucleo etico ed il messaggio culturale e politico più elevati e belli dell'opera.
Complimenti vivi, perciò, alla regista per questa complessa e convincente elaborazione di ampio respiro, valore e toccante idealità, ed a tutte le artiste per averla così bene incarnata e rappresentata.

 

 

 

Romeo è Giulietta
progetto e regia
Yvonne Capece
con
Giulia Bongi, Angela Fauzzi
audio Patrizia Mazzina
video
Federica Ruozi
freestyle
Mc Nill
produzione (S)Blocco5
lingua italiano
durata 1h 20'
Bologna, Spazio Teatrale (S)Blocco5, 5 marzo 2016
in scena dal 4 al 6 e dall'11 al 13 marzo 2016

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