È questo Balkan Burger è la storia di Rezna che visse più volte: una donna, Luisa Cattaneo, seduta al centro della scena che ci lascia entrare nei suoi ricordi e un uomo, Enrico Fink, che a quei ricordi dà suono standole accanto.
La musica ci cattura già prima dell’inizio dello spettacolo, mentre siamo ancora in strada. Ci ipnotizza e non possiamo fare a meno di seguirla fino all’interno della Sala Assoli, gli andiamo dietro come i topini con il flauto magico. Ma una volta che siamo tutti seduti, quella musica prima danza con l’attrice e poi si fa discreta, rimando a sottolineare ogni emozione di lei e tutto quello che riesce ad evocare con le sue parole. Sono note di fisarmonica e flauto elettrico. Nella nostra mente, pian piano, nascono le immagini. Allora ecco apparire le montagne, la Bosnia, l’Erzegovina, la Croazia, gli ebrei, i musulmani, le vacche, i polli, i cani, i soldati, il ponte e le barche.
Il tempo è quello delle deportazioni degli ebrei approvate dalla chiesa cattolica croata, prima del governo comunista di Tito. In un fazzoletto di terra, uomini di quattro culture e religioni diverse si fanno la guerra in nome di un Dio che è uno e quadruplo e che ad ognuno ha raccontato una diversa verità. La storia di Rezna è una storia più piccola, quella di una bambina che sconfigge la morte risorgendo e di una donna che sconfigge la vita morendo, subito pronta a ricominciare da capo, con la vita. Deve solo andare via, spostandosi di pochi chilometri, per ritrovarsi in una situazione diversa ma non nuova. Per quanto gli uomini sembrino avere fedi differenti, nella pratica di esse sono tutti uguali. A Rezna non resta altro da fare che comportarsi come gli altri si aspettano che lei faccia, deve cioè pregare e cantare le lodi del Dio che è quadruplo, essere una santa.
L’autore e regista Stefano Massini ci propone, ancora una volta, un bell’esempio di teatro di impegno civile. Dopo Ilaria Alpi e Anna Politkovskaja, Rezna è una nuova protagonista che si muove nella storia con la sua vita dolcemente fantastica e crudelmente realistica, assolutamente affascinante.
Luisa Cattaneo vive Rezna donandole espressioni ed emozioni profonde. È una tenera bambina, separata dalla famiglia e un’intraprendente donna, l’unica che riesce a cavar fuori dalla guerra qualcosa di più o meno buono. È lei ad avere lo spettacolo nelle proprie mani e se ne prende cura al meglio rendendo il già bel monologo di Massina una rappresentazione che non ci lascia distrarre un solo attimo.
Pur toccando un tema importante come quello della guerra nei Balcani, la rappresentazione risulta di semplice fruizione per il pubblico. Attraverso la leggerezza con cui Rezna racconta la sua storia si insinua in noi la riflessione su un posto che non è poi tanto lontano, un tempo che è ancora il nostro e conflitti che continuano a ripetersi ogni giorno. È proprio quello che il teatro deve fare. Balkan Burger è la storia di Rezna che visse più volte, è teatro concreto e forte, di carne e sangue.
Balkan Burger è la storia di Rezna che visse più volte
di Stefano Massini
con Luisa Cattaneo
musiche dal vivo di Enrico Fink
Napoli, Sala Assoli, 26 febbraio 2013
in scena dal 26 febbraio al 2 marzo 2013