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Saturday, 11 July 2015 00:00

Una rivoluzione di nome "Antonio"

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Antonio è una rivista: mettiamo le cose bene in chiaro. Non parliamo di un albo a fumetti, o di una raccolta di freddi scritti che criticano in maniera oggettiva il mondo di oggi. Tra le pagine del progetto edito dall'associazione Terra di Confine troverete il perfetto mix di immagini e parole. Antonio ha una sua filosofia, una sua passione, una sua anima: per indagarla, abbiamo parlato con Vincenzo De Luca Bossa, direttore commerciale del progetto, e Pasquale "Sgobbiart" Angerame, il direttore artistico.

"Antonio è un progetto che parte dall'associazione Terra di Confine", racconta Vincenzo, "che vuole valorizzare i talenti artistici napoletani partendo soprattutto dalla periferia, ma arrivando poi in tutta l'Italia. Parliamo di talenti nell'ambito sia visivo – quindi illustratori, fumettisti – ma anche scrittori, giornalisti... insomma gente che ha a che fare con le parole e le penne. Il nostro slogan, infatti, è 'vogliamo unire penne e pennarelli': il motivo è proprio quello di essere un punto di riferimento e anche un trampolino di lancio per tutti quei talenti artistici che meritano di essere valorizzati, perché hanno qualcosa da dire. D'altronde si sa, in questo momento tutta l'editoria soffre un poco del fatto che le major guardano troppo ai grandi fenomeni e poco ai nuovi talenti. Partiamo dalla periferia perché l'associazione Terra di Confine lavora nell'hinterland orientale di Napoli, a Ponticelli, e ci interessa continuare a essere un punto d'appoggio, dato che è una delle zone più degradate e meno sotto i riflettori in Italia. Il nostro obiettivo è sia continuare a lavorare per i ragazzi della zona che lavorare anche per tutto quello che è il settore dell'arte, senza fermarci. Siamo stati al Crack di Roma, al Big Geek di Bari a giugno e poi al Nadir, che è un festival di musica indipendente e di arte che è a Napoli centro. Siamo stati presenti al Salerno in Fantasy che si tiene dal 3 al 6 luglio, e saremo anche al Musicology il 10 e 11 luglio con Meg al SoundGarden alla Mostra d'Oltremare, poi sarà la volta del Poggio Comics e del Fantaexpo a settembre e si spera che ci accettino tra le autoproduzioni al Lucca Comics, per diffondere il progetto in tutta Italia, far capire che anche Napoli ha qualcosa da esprimere e da dire nell'ambito dell'arte e non è poco".
Occuparsi quindi di unire tutti quei talenti campani che magari non riescono – per inesperienza o mancanza di mezzi – a emergere dal mucchio, il che non è un lavoro da poco. Arrivare a pubblicare il terzo numero della rivista, lanciato con un evento speciale presso il Kestè nel centro storico di Napoli sabato 21 giugno, è un esempio di quanto un progetto editoriale autoprodotto possa essere difficoltoso ma allo stesso tempo meraviglioso. I ragazzi della redazione di Antonio sono "partiti dal numero 0, un percorso molto travagliato" dato che sono andati ad affacciarsi su un mondo molto particolare come è quello dell'editoria e dell'autoproduzione, senza fondi, sponsor o qualche personalità importante che li sopraelevasse "dal nulla assoluto che riempie la zona periferica di Napoli". Hanno dovuto fare tutto con le proprie forze. Ma ora che sono al numero 3 stanno iniziando a vedere i primi sensibili riscontri, riuscendo a comprendere meglio "i meccanismi che guidano quella che è l'editoria, senza però esserne soggetti". Antonio viaggia infatti attraverso la comunicazione diretta con le persone, rimettendo al centro dell'attenzione un dialogo con il pubblico che ad ogni evento – attraverso un'offerta libera – acquista la rivista e i gadget che l'accompagnano. Staccarsi un po' dall'aspetto strettamente virtuale e tornare coi piedi per terra, sporcandosi le mani in prima persona per portare all'attenzione di tutti i talenti che vivono tra quelle pagine. E Antonio non è passato inosservato: l'ultimo evento tenutosi a Napoli è stato patrocinato dal Napoli Comicon e supportato dal Kestè,  che ha fornito lo spazio per la drawing battle che ha intrattenuto il pubblico durante la serata. Il supporto delle istituzioni è qualcosa di importante per la redazione, e "deve essere sempre maggiore: per ora parliamo di un inizio di dialogo che può avere un'applicazione. Abbiamo bisogno che facciano parecchio per noi: già il concetto che Napoli ospiti il Comicon è stato fondamentale perché è una delle più grandi fiere d'Italia e comunque ne siamo orgogliosi, perché lo spazio che si dà all'autoproduzione è tanto e questo credo che ci abbia giovato".
Arrivare però dalla periferia al centro non è la fine del loro percorso: se le loro radici rimarranno lì, come più volte ribadito dal Vincenzo De Luca Bossa, lo scopo finale è arrivare ovunque, attrarre sempre più pubblico, sia grazie agli eventi a cui sono stati e saranno presenti, sia attraverso l'apertura di uno shop online per rendere la diffusione il più capillare possibile. Antonio avrà quindi "tante piccole 'cellule' che saranno di supporto al nostro lavoro di crescita. Diciamo che intraprenderemo quella che è un po' un'espansione". Un'impresa non facile, ma i ragazzi hanno gli occhi puntati sul futuro e non hanno intenzione di fermarsi davanti a nulla. Uno dei loro punti cardine è "che 'anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta e passeremo anche questa'. Questa è una citazione da Stefano Benni che trova in noi la sua dimensione". E hanno anche di che andare fieri: possono annoverare tra i finalisti di premi importanti sia il direttore artistico Pasquale Angerame, nell'ambito del concorso Anno Manuziano Comics, sia uno degli scrittori, Nino Anaclerio – Anacleto sulla rivista – finalista al premio la Scienza Narrata. "Questo dimostra quanto noi siamo uno sprone per gli artisti e quanto possiamo anche fare con quelli che sono gli esordienti. Pensare che a Ponticelli ci siano ragazzi giovanissimi che possono affacciarsi a questo mondo e anche conquistare qualcosina è la nostra piccola battaglia, è la nostra piccola rivoluzione".
Antonio vuole crescere ancora di più, ha grandi progetti, e da grandi progetti derivano grandi responsabilità, soprattutto quando si deve andare a tastare con mano la qualità di quello che poi verrà stampato. Un occhio attento quindi, che deve analizzare, sondare, scovare letteralmente tutti gli artisti, della china o della penna, che saranno poi pubblicati sulla sua pelle di carta. Questo è affidato alle cure di Pasquale "Sgobbiart" Angerame. Il metodo è quello del talent scouting, che richiede "un impegno non da poco, bisogna insomma 'farsi il culo'. [...] Il ruolo del direttore artistico è un po' complicato: quello che faccio è cercare persone volenterose, la cui voglia di fare debba superare anche la mia e quella della nostra redazione, e cerco di convincerli a collaborare con noi, capire che noi non siamo fini a noi stessi, ma siamo qui per loro. Molto spesso cerchiamo di fare molto più per gli artisti a cui chiediamo collaborazione che per noi stessi, perché noi siamo loro, perché loro sono il pubblico: cos'è alla fine un artista senza nessuno che guardi le sue opere, che cerchi di interpretarle? Ed è questo che vogliamo fare, creare una folla, perché ci appartiene questo tipo di approccio, il face-to-face, il sentire il calore umano, il poter dire 'oh ma tu c'eri anche qui', 'ma tu, ci siamo incontrati a Bari a quella fiera', creare insomma uno zoccolo duro però nella maniera più calda possibile. Quello che noi cerchiamo di mettere soprattutto negli articoli è proprio un caldo scrivere: non un tipo di scrittura fredda, calcolata, ma qualcosa che ti permetta di immergerti comunque nei colori che le illustrazioni danno a quelle lettere che spesso sono solo nere o solo bianche". Per arrivare a questo risultato c'è ovviamente da fare una selezione. "La rivista è aperta a tutti ma questo tutti ha ovviamente delle limitazioni, cioè i criteri con cui scelgo gli artisti. Credo che nella rivista debbano esserci stile, personalità, la capacità di riuscire a trasmettere la propria arte, la propria idea attraverso il rispettivo mezzo, qualsiasi esso sia. Inoltre deve essere rispettata l'attinenza al tema e soprattutto serve riuscire a far capire che si sta facendo, di nuovo, qualcosa di caldo. Forse avrò una mentalità un po' chiusa, ma non amo molto chi esce da scuole di fumetto per disegnare solo nello stile bonelliano, nello stile Marvel o manga. Sono per il disegno d'autore: linee e colori personali, una sorta di proprio espressionismo, la versione più intima di qualsiasi cosa si pensi. Infatti ogni rivista nasconde spesso un tema, seppure in maniera velata. Per Lucca abbiamo in programma di creare un albo a parte, per dare vita a un seguito diverso da quello della rivista, che comprende tante cose spesso complesse da spiegare e capire, mentre invece pubblicare questo fumetto attrarrebbe un altro tipo di pubblico, una diversa affezione, un'altra immersione da parte del lettore che farebbe sì che quel personaggio possa essere l'Antonio che noi cerchiamo di sponsorizzare e pubblicizzare, quello che accoglie l'arte e la cultura. Al momento è tutto work in progress, stiamo ancora cercando l'idea giusta. Il discorso in realtà è non fare le cose in fretta pur di farle, ma farle bene, mettendo la qualità prima di tutto perché è quella la cosa che è davvero senza tempo".
La carne al fuoco è tanta e la redazione freme per mantenere "la fornace abbastanza attiva per cuocere tutto. A volte purtroppo le forze sono poche mentre le attività sono tante e spesso il responso non è mai proporzionale alla fatica che si è fatta. Il Kestè Lab e Fabrizio Caliendo, il suo gestore, ci hanno messo a disposizione un punto di ritrovo fisso per l'associazione che non ha più una casa, che è anche una sede redazionale. L'evento che ora sta portando avanti il Kestè è Live in Tandem ed è una serie di serate in cui saranno presenti un duo musicale per volta. Abbiamo inaugurato la prima serata con Aldolà Chivalà, durante la quale il sottoscritto era in live a creare la locandina simbolica dell'evento. Ci saranno poi altre tavole degli artisti che verranno messe all'asta per beneficienza, per finanziare il progetto del Vespasiano Napoletano". Un progetto che vuole dare nuova vita al vicoletto nei pressi del Kestè – che di solito viene usato impropriamente come toilette dopo una serata piuttosto movimentata. L'idea è quella di allestire una mostra proprio lì, cercando così di dare il via a un Vespasiano artistico permanente, per dare un nuovo scopo, funzionale e dagli effetti immediati, a una piccola parte della città, a discrezione di chi quella zona la vive. "Oltre a questo c'è stata la prima serata della drawing battle, una cosa cui forse il popolo napoletano non è abituato, perché forse è la prima che si fa al di fuori di eventi dello stesso contesto come il Comicon, e pare sia andata bene. Ci sono altre idee per portarlo avanti con formule diverse e speriamo che la folla non sia la stessa ma sia di più, che l'interazione col pubblico sia maggiore... pubblico che poi alla fine è chi usufruisce della piazza stessa e che usufruisce del centro storico, chi si vive Napoli, chi vive del sudore, chi sente i battiti e anche il battito di mani dell'applausometro, e potrebbe significare una piccola svolta, un passo, un gradino, qualcosa che speriamo arrivi molto molto molto in alto senza vedere mai la vetta".

 

 

La pagina Facebook di Antonio:
https://www.facebook.com/antoniorivista?fref=ts

La pagina di Pasquale "Sgobbiart" Angerame:
https://www.facebook.com/Sgobbiart.it?fref=ts

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