“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 11 December 2014 00:00

Magia totale

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Gli strumenti sono già in scena prima che la tela già aperta si apra sul Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio. Uno schermo stretto e lungo occupa il fondale, promettendo visioni di accompagnamento alle azioni e ai suoni. L’Orchestra entra in scena accompagnata dall’applauso del pubblico. Accorda gli strumenti.

La luce è tutta nei toni del blu. Mostra e nasconde. Entra in scena il direttore, con il frac da cui fuoriesce una meravigliosa e variopinta coda di tacchino. L’Opera comincia.
Percussioni che sembrano gocce d’acqua. Una pioggia fitta e incessante, sempre più rapida, sempre più fitta. “Siamo in un Paese lontano, dove c’è tanta acqua e le palme sono verdi. C’è anche un bosco, dentro il bosco c’è un ragazzo straniero: il suo nome è Tamino”.
Non immaginiamo nemmeno la portata di ciò che andremo a vedere. Di ciò che andremo a sentire. Dell’esperienza totalizzante che ci aspetta. Premetto di non essere né un’amante, né una conoscitrice dell’opera lirica. E nemmeno una musicista. Dunque forse non avrei titolo per scrivere. Ma ho occhi per vedere. Orecchie per ascoltare. Un cuore per percepire. Mozart è al fondo. Interiorizzato. Digerito. Trasformato in nuova sostanza vitale. Le note sanno essere solenni, cupe, tremende. Oppure scivolare aeree come uccelli. Ciascuno ha la sua voce. La sua storia. Il suo patrimonio di note. Di ritmi. Di suoni. E tutti si fondono insieme a raccontare una vecchia storia che ha fatto il giro del mondo. È passata di bocca in bocca. Da bocca a orecchio. Sussurrata sulle culle. Arpeggiata sulle chitarre. Strofinata sulle corde dei violini nelle feste.
E poi ci sono le immagini. O meglio. Non “e poi” bensì “insieme”. Le proiezioni colorate sembrano materializzare le note. Gesto, suono e immagine si fondono in un unico corpo agente, un’unica percezione. Acquerelli animati scorrono e trascorrono accompagnati/accompagnando la musica. Un fiume di note materializzato da un pentagramma stilizzato nel quale nuotano schizzi di note.
La voce di Pamina accarezza le corde più profonde del nostro animo. Il fischio di Tamino. Gli acuti della regina della notte. Il reggae carezzevole di Papageno. La melodia mozartiana emerge come cresta dell’onda e poi si inabissa in ritmi contemporanei che fanno il giro del mondo. Se non fosse troppo inflazionato direi subito che Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio è un’opera magica postmoderna. Ricrea l’incanto del teatro lirico, l’esperienza totalizzante di una forma espressiva che unisca musica e teatro senza rapporti ancillari, e lo fa accordando lo strumento (mi si conceda il gioco di parole...) in maniera nuova. Lirica e Reggae. Rock e percussioni. Atmosfere cupe e idilliaci quadretti. Oriente e Occidente si incontrano, si fiutano, si mescolano, si scontrano, in un insieme che incanta gli occhi, le orecchie e l’anima.
Una favola eterna. Tesa verso un altrove fiabesco. Incantato. Una magia.

 

 

 

 

Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
ispirato a Il Flauto Magico
di Wolfgang Amadeus Mozart
direzione artistica e musicale Mario Tronco
elaborazione musicale Mario Tronco, Leandro Piccioni
acquarelli, animazione e scene Lino Fiorito
con Houcine Ataa (Tunisia, voce – Monostatos), Peppe D’Argenzio (Italia, sax baritono e soprano, clarinetti), Omar Lopez Valle (Cuba, tromba, flicorno – Narratore), Awalys Ernesto Lopez Maturell (Cuba, batteria, congas – Tamino), Zsuzsanna Krasznai (Ungheria, violoncello – Dama), Luca Bagagli (Italia, violino – Dama), Gaia Orsoni (Italia, viola – Dama), Carlos Paz Duque (Ecuador, voce, flauti andini – Sarastro), Sanjay Kansa Banik (India, tablas, voce), Pino Pecorelli (Italia, contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo), Leandro Piccioni (Italia, pianoforte), Raul Scebba (Argentina, marimba, percussioni, timpani – Sacerdote), El Hadji Yeri Samb (Senegal, voce, djembé, dumdum, sabar – Papageno), Dialy Mady Sissoko (Senegal, voce, kora – Ragazzo), Ziad Trabelsi (Tunisia, oud, voce – Messaggero della Regina della Notte), Emanuele Bultrini (Italia, chitarre – Ragazzo), Fabrizio Savone (Italia, trombone, euphonium), Stan Adams (Inghilterra, trombone), Maria Laura Martorana (Italia, voce – Regina della Notte), Sylvie Lewis (Inghilterra, voce, chitarra – Pamina)
disegno luci Pasquale Mari
costumi Ortensia De Francesco
direttore tecnico e datore luci Daniele Davino
fonico di sala Gianni Iastroni
fonico di palco Massimo Cugini
backliner Lorenzo Plociti
priezionista Daniele Spanò
motion designer Raffaele Russo
costumista Katia Marcanio
tour manager Federica Soranzio
produzione esecutiva Pino Pecorelli per Vagabundos s.r.l.
da una produzione originaria Fondazione Romaeuropa e Les Nuits de Fourvière
lingua italiano, tedesco, arabo, inglese, spagnolo, portoghese, wolof
durata 1h 25’
Napoli, Teatro Bellini, 9 dicembre 2014
in scena dal 9 al 14 dicembre 2014

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