“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 07 July 2014 06:04

Quei fumetti che non ti aspetti

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Oggi parliamo di Luciop, Prenzy e Batawp, e cioè tre ragazzi di Palermo che da qualche anno hanno deciso di unirsi sotto il vessillo del Pee Show (ditelo ad alta voce!). Un concetto di fumetto del tutto personale, dove tre matite differenti danno vita a un'armonia unica e diversa da tutto quello che finora avete visto sul web. Una nuova realtà composta da tre persone che disegnano da sempre, che portano avanti il proprio personale progetto, ciascuno con un background diverso e anche un po' insolito. Un progetto con uno scopo: andare avanti, non fermarsi mai e approdare, un giorno, sulla carta stampata.


Perché Pee Show?
Prenzy:
Per sconvolgere un po' quella che è la realtà del fumetto italiano, che è fin troppo pulita, "educata". Già con il nome si capisce benissimo che qui si va fuori le righe.

Chi è Prenzy?
Prenzy: Disegno da quando ho quindici anni, dal liceo artistico, dove ho conosciuto dei fumettisti come Giorgio Urbino, che mi ha guidato verso questa strada con un corso pratico tenuto a scuola. Da lì ho continuato da solo, ricevendo sempre molti stimoli, e adesso all'età di ventiquattro anni sto iniziando a inserirmi in questo circuito. Lavoro e collaboro con sceneggiatori e artisti da tutto il mondo grazie a Internet, dall'America all'Australia.

E Luciop?
Luciop: Vengo da un'impostazione diversa: ho fatto il liceo classico, ma piuttosto che studiare il greco disegnavo sui banchi e quando i bidelli mi cancellavano tutto io il giorno dopo ricominciavo. Mi sono iscritto poi all'università, ho fatto un anno di DAMS ma mi sono reso conto che non aveva senso perché anche là disegnavo invece che seguire le lezioni. A quel punto ho detto "basta" e ho fatto la scuola di fumetto: credo che sia stata la cosa migliore che potessi fare, sono riuscito a trovare la mia strada. C'è voluto tempo anche lì dentro, perché all'inizio non ero sicuro, è un percorso difficile e non sei sempre certo che possa effettivamente ripagare, in futuro, gli sforzi che hai fatto, in un modo o nell'altro. Poi però battere sempre la testa su un disegno ti fa tornare indietro e ti fa subito dire "sì, è questa la strada giusta", nel senso che non riesco a fare altro, mi alzo la mattina e disegno. Attualmente mi sono trasferito da Palermo a Roma, dove sto facendo un corso di grafica alla Scuola Internazionale di Comics, perché avevo voglia di cambiare aria e anche questa è un altra di quelle cose di cui non mi pento assolutamente.

Mentre Batawp...
Batawp: Ho scelto di voler fare il disegnatore di fumetti già a quindici anni. Frequentavo il geometra e non è che sapessi proprio disegnare, l'ho sempre fatto ma in maniera abbastanza amatoriale, mi piaceva però inventare delle storielle e vedere i compagni che ridevano quando le portavo in classe, era una grande soddisfazione per me. Non appena ho preso il diploma mi sono quindi chiesto se volevo solo disegnare o se volevo raccontare delle storie. Ovviamente ho scelto quest'ultima, e mi sono iscritto alla scuola di fumetto. Non ero a un livello di disegno molto alto, però avevo tanta passione e tanta voglia di imparare, e seguendo le lezioni ho cercato di trovare pian piano un mio linguaggio artistico. Adesso collaboro con dei disegnatori come colorista, mentre in privato sto cercando di portare avanti quella che è la mia linea di disegno, di fumetti – o graphic novel, come si chiamerebbero oggi, ma a me non piace come termine – sperando che qualcuno si interessi al mio lavoro.

Il Pee Show vuole rimanere solo online oppure vuole diventare una realtà su carta stampata?
Batawp:
Fondamentalmente il nostro sogno sarebbe quello di riuscire a fondare una rivista cartacea, diventare quindi qualcosa che si può trovare in edicola, un contenitore di storie a fumetti, di illustrazioni, di vignette, magari satiriche, o strisce, insomma non rimanere nel digitale ma diventare una realtà. È chiaro però che questo ha costi e delle situazioni molto diverse... fondamentalmente aspettiamo qualcuno che ci sponsorizzi o che si dedichi a questo progetto.

Nel vostro blog c'è una sorta di parental advisory: "[...] non aspettatevi uomini muscolosi in calzamaglia che lottano tra loro o principesse dai lunghi capelli dorati. PeeShow è cattivo, cinico e bastardo!". Perché ce l'avete con i supereroi?
Prenzy:
No, non ce l'abbiamo coi supereroi, ma con la realtà che rappresentano: la maggior parte della gente crede che il fumetto sia semplicemente quello o magari cose per bambini. Noi cerchiamo di spingerci oltre, di provocare, di fare vedere che il fumetto non è solo questo.

Cosa vi piace del fumetto? Cosa no?
Prenzy:
Ci piace la sperimentazione, andare sempre oltre.
Batawp: Quello che viene fatto con passione, quando vediamo che il disegnatore o lo scrittore ha creduto in quel lavoro. Magari ci piacciono un po' meno quelle situazioni un po' più seriali che vengono portate avanti in maniera statica, semplicemente per abitudine, e dove non c'è più quel brillio che magari ti potrebbe piacere.
Prenzy: Quel meccanismo che diventa solo lavoro artigianale puro, che sì, è bello, per carità, però se diventa solo questo a un certo punto è un lavoro come un altro.
Luciop: Per questo siamo molto legati al circuito indipendente. Credo che qualsiasi sarà il nostro futuro rimarremo comunque legati a questo ambiente, a questo senso di relativa libertà che ci può dare l'autoproduzione, o almeno personalmente io credo che resterò qui, perché in questo modo "respiro", e per fare questo lavoro io voglio innanzitutto respirare.

Anche il vostro modo di disegnare è molto particolare, diretto, che sembra andare addosso al lettore...
Prenzy:
Ci piace esagerare, caratterizzare, sporcare il tratto, cercare di fare qualcosa che la gente non trova normalmente in edicola o in fumetteria, però sa,i non credo che stiamo là a pensare a questo. È una cosa che tutti e tre, seppure in modo diverso ed eterogeneo condividiamo, una sorta di totale automatismo nella ricerca di un determinato "stile" che ci piaccia e che subito assimiliamo, assorbiamo e poi rigettiamo su un foglio, ma senza pensarci: è un flusso che va da solo.

Dove cercate l'ispirazione? Serie tv, cinema? Avete degli autori di riferimento?
Prenzy:
Guardiamo moltissimo tutto praticamente, dalle serie tv ai fumetti. Per quanto mi riguarda penso molto ai fumetti americani, a quel genere molto pulp. Poi comunque cerchiamo di sperimentare, fondendo quello che è il linguaggio delle serie tv con il fumetto e quindi sfruttare questo nella narrazione.
Luciop: Credo che tutto aiuti, dalla serie tv al cinema, alla musica, alla vita quotidiana, cioè tutto quello che ci arriva aiuta. A differenza di Prenzy sono magari più indirizzato verso il fumetto underground anni '70 come Andrea Pazienza, la mia base viene da loro, poi fondamentalmente vengo bombardato ogni giorno da un sacco di cose diverse che mi piacciono.
Batawp: Guardo molti pittori oltre che fumettisti. I miei due preferiti in assoluto sono Klimt e Schiele e il fumettista per eccellenza che guardo è Sienkiewicz, che considero sia stato il primo a portare avanti una linea di pensiero totalmente indipendente, slegata dal mercato del fumetto, che poi però ha trovato il suo spazio. Guardo spesso anche altri, come Dave McKean, Ashely Good, però cerco sempre di rimanere me stesso e di non essere una copia sbiadita rispetto a loro.

Al momento il web cosa è per voi oltre che un mezzo? Cosa ne pensate di quei disegnatori che iniziano online e magari restano lì?
Prenzy:
Le persone che rimangono fossilizzate lì sono quelle che non vanno incontro anche un minimo alle esigenze del pubblico e non hanno una costanza. Noi abbiamo aperto il blog da quasi un anno e postiamo illustrazioni ogni due giorni, crediamo cioè che la costanza che sia fondamentale. Nascono blog in continuazione e muoiono anche in tempo record.
Luciop: Penso che se devi fare questo come lavoro a un certo punto ci deve essere un passaggio che ti porti dal web al cartaceo, conta avere un contatto con l'editore. Poi chiaramente si stanno facendo anche un sacco di altre cose di cui so pochissimo tipo su ebook su iPad. Comunque trasformare la cosa dal punto di partenza gratuito del web a lavoro, a guadagno e visibilità. Secondo me si deve per forza arrivare a un punto in cui entri nel mercato diciamo classico del fumetto.
Batawp: Suppongo che alla fine digitale o cartaceo può fare differenza a livello di gusti personali. Quello che può fare reale differenza è se è un lavoro oppure un passatempo, se un disegnatore viene pagato per fare un fumetto che poi verrà stampato o se viene pagato per disegnare un fumetto che verrà pubblicato su un sito alla fine non fa tanta differenza, è importante per il lettore che preferisce magari un album cartaceo che non il file, tutto qua.

Da indipendenti – e che vogliono rimanere tali – come vedete oggi il fumetto autoprodotto in Italia? Ci sono sbocchi o il circuito è, diciamo, ostacolato?
Prenzy:
No, non viene ostacolato, semplicemente viene messo leggermente in ombra in questo caso dalla realtà editoriale, ma ci sono delle realtà indipendenti che molti non conoscono in Italia, e anche all'estero ci sono degli autori bravissimi come Cornellà, che noi guardiamo sempre. Lui stesso sfrutta tantissimo il web, pubblica sempre delle storielle che sono molto in linea con quello che facciamo noi, totalmente sregolate, che sconvolgono e hanno un successo incredibile.
Luciop: Da parte mia ho notato che il circuito indipendente ha sempre avuto più difficoltà rispetto al circuito mainstream, come è ovvio che sia altrimenti non ci sarebbe una distinzione tra le due cose, ci sono delle regole in mezzo, non c'è niente da fare. Però sto notando che moltissimi autori partono da questo giro dell'autoproduzione, che c'è uno scambio continuo tra autori che già lavorano nel circuito "grande", nella grossa editoria, con i piccoli emergenti, gli autoprodotti. Vedo che comunque non c'è un distacco tra le due cose ma un mescolarsi, un conoscersi, un confrontarsi tra gli autori del mercato più grande e quelli del piccolo mercato autoprodotto, e credo che questo sia abbastanza importante.
Batawp: È chiaro che il fumetto di editoria rispetto a quello indipendente sarà sempre più forte, ma non perché di qualità superiore, bensì perché molti artisti indipendenti che sono dei mostri sacri vengono in qualche modo conquistati dagli editori. Per me poi è l'autore che decide di passare dal fumetto indipendente al fumetto mainstream. Per esempio Zerocalcare era un indipendente, era assolutamente per i fatti suoi e adesso lui lavora con la BAO ed è giustissimo così, ma è anche vero che il mercato indipendente abbia perso un autore abbastanza popolare.

Una sorta di gavetta obbligatoria...
Batawp:
Sì, una sorta di gavetta obbligatoria: se un autore indipendente pur diventando conosciuto e famoso rimanesse nell'ambito indipendente in qualche modo le due "fazioni", senza essere comunque contrapposte, si andrebbero a, per così dire, eguagliare...
Luciop: ... però dall'altro canto questa cosa può dare fiducia al nostro circuito: se un indipendente dal Forte Prenestino, da anni di autoprodotte e locandine per gruppi hardcore grazie al web, ai blog è riuscito ad arrivare dove è arrivato, e a rivoluzionare in un certo senso anche il rapporto che c'è tra pubblico e fumetto, perché questo gli va riconosciuto assolutamente, c'è speranza anche per noi in un modo o nell'altro. Chiaramente quello è un fenomeno a parte, una cosa che difficilmente sarà replicabile, però appunto se lui ce l'ha fatta a modo suo ce la può fare chi è bravo, ha talento e chi soprattutto ci mette impegno, è costante, perché la base è anche quella.


NB:
Su http://peeshow.tumblr.com/ trovate tutte le loro illustrazioni, disegni e tavole, e vi consiglio di dare un occhio in particolare a DDT, il fumetto portato avanti a quattro mani da Prenzy e Batawp, dove due punti di vista e due stili completamente diversi si incontrano per narrare una storia post-apocalittica e che di sicuro vi catturerà.

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