“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Gennaio 2013

Thursday, 17 January 2013 22:30

Ballando sulla Catastrofe

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C’è un evidente lato nascosto nella musica dei Maybe I’m che viene fuori prepotentemente nei loro concerti: l’attitudine esecutiva legata indissolubilmente al punk e a ciò che lo ha preceduto o seguìto. Si possono quindi individuare matrici hardcore-punk (dovute alla pratica di tale musica fatta in gioventù dal cantante chitarrista Ferdinando Farro) di impronta americana primi eighties, elementi del suono post-punk inglese a cavallo tra ‘70 e ‘80, atteggiamenti (innovazione, rottura degli schemi) tipici del punk che si ritrovano in ambito neo-folk e alt country.

Thursday, 17 January 2013 19:19

Il pregio e il difetto

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Sedie di legno, tavolini di legno, scrivanie di legno; un giradischi dalla puntina funzionante, una macchina da scrivere turchese, un proiettore vecchio modello; lampade da scrittoio, lampade a parete, lampade da pavimento; antiche figurine giocattolo, un recipiente “per cogliere le fragole nel bosco”, un bicchiere di vetro con dentro del latte; tappeti, tappeti, ancora tappeti; una moto giocattolo, un aspirapolvere rumoroso, maschere e costumi d’animali; un basso mobile a scomparti, un mobile ancora più basso a scomparti, una porta di legno sul fondo e poi valigie e valigie tra bandiere, parrucche, stendardi e scarpe, vesti, una macchina da cucire di acciaio annerito, icone sacre, album di fotografie, vecchi giornali, vecchi fogli, vecchi elenchi. Un giorno tutto questo sarà tuo di Davide Iodice dimostra – con la sua ostentazione materiale – qual è il suo pregio e qual è il suo difetto.

Thursday, 17 January 2013 18:19

Perfezione eterea e senza tempo

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Trionfo della bellezza classica. Inno alla perfezione che il corpo umano può raggiungere, nei limiti della sua natura.
Il lago dei cigni ha mantenuto inalterate nel tempo queste peculiarità che ne hanno fatto il repertorio più amato di sempre. Il balletto, di scena al Teatro Bellini di Napoli con il corpo di ballo di Mosca “La Classique”, regala al pubblico momenti di grande intensità stilistica. La forza del suo fascino senza tempo sta nella riproposizione dello schema classico fiabesco; Il lago dei cigni, con le superbe musiche del maestro Pëtr Il’ič Čajkovskij, prende vita infatti dalla rielaborazione di un’antica favola tedesca: Il velo rubato.

Thursday, 17 January 2013 13:00

Kynodontas o della tirannia

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Un bambino è pronto a lasciare la casa dei genitori quando il suo canino cade, destro o sinistro è indifferente. In quel momento il corpo è pronto ad affrontare tutti i pericoli. Per lasciare la casa in tutta sicurezza si deve utilizzare l’auto, ma si può imparare a guidare solo quando il canino caduto ricresce. L’educazione, durante tutto il periodo adolescenziale che porta alla perdita del canino, è fondamentale. Il fanciullo deve essere seguito dai genitori costantemente, favorendone l’apprendimento attraverso il significato dei più semplici vocaboli come ad esempio, “fica”: lampada dalle grosse dimensioni, “escursione”: materia estremamente resistente, “mare”: sedia in pelle con braccioli di legno, “autostrada”: vento molto forte. Bisogna poi fare grande attenzione ai pericoli esterni che hanno la possibilità di entrare in casa. Uno su tutti, il gatto. Trattasi del più feroce animale che l’uomo conosca. È innocuo invece un aeroplano che vola nel cielo e può cadere nel proprio giardino diventando un premio per il primo della famiglia che riesce a prenderlo.

Thursday, 17 January 2013 11:48

È Pablo Picasso

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L’ultimo genio creativo della storia, colui che immaginò una nuova dimensione oltre lo spazio, cambiando per sempre coordinate del tempo e piani di osservazione della realtà: una forma unica di rappresentazione pittorica, una sublime intuizione realizzativa denominata “Cubismo”.
È Pablo Picasso.
La sua luce travolgente illumina Milano e Palazzo Reale.
L’occasione è irripetibile: il “Musée National Picasso” di Parigi, causa restauro dei suoi spazi murari, disloca temporaneamente l’intera collezione: oltre duecentocinquanta opere, meravigliose, devastanti, alcune delle quali escono per la prima volta dai confini della grandeur.

Wednesday, 16 January 2013 12:15

Visioni

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"Temo di non aver visto mai davvero Napoli, né la realtà in genere. Temo di non aver conosciuto veramente l’Italia né prima né dopo la guerra. Ciò che mi ha consentito di accostare l’una e l’altra, e parlarne in qualche libro, sono state le emozioni, e anche i suoni e le luci, e lo stesso senso di freddo e di nulla, che da queste realtà procedeva. Insomma, io non amavo il reale, esso era per me, sebbene non ne fossi molto consapevole, quasi intollerabile”. “Fra misura e visione” Anna Maria Ortese scelse la visione: “e questo fu Il mare non bagna Napoli".

Wednesday, 16 January 2013 11:41

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   aspettavo il mio autobus arancione come ogni sera; piovigginava lì alla stazione e io aspettavo il mio solito autobus arancione

   giù dalle parti della stazione non fa che tirare vento che porta odore di pesce dal mare, in un continuo dirsi addio… le stazioni le hanno fatte per questo, perché tutti si dicano addio allo stesso modo e allo stesso posto, le stazioni non fanno che creare spirito di competizione fra quelli che si salutano… un giorno mi ci fermai anch’io alla stazione a vedere tutti questi “salutatori” di professione e iniziai a salutare anch’io, a casaccio, chi capitava, anche se solo a treno in corsa, la febbre del saluto s’era impossessata anche di me

Non c’è che dire, ci troviamo di fronte a un film che è già sempre uno stereotipo, ma che ha anche, e non per giocare con le parole, la forza di un archetipo, riuscendo a dare vigore a un immaginario che all’epoca era presente prevalentemente in letteratura e che poi avrebbe inondato le sale cinematografiche di tutto il secolo successivo (cioè fino a oggi). Si tratta infatti di un film che pone le basi per ogni horror che si rispetti che si vuole ambientato all’interno di un’antica dimora. Siamo alla fine degli anni ‘20 e Hollywood, che non è ancora la fabbrica dei sogni che sarebbe divenuta poco più tardi ma che è comunque già una ben avviata fabbrica di soldi e può permettersi dunque ottimi contratti e ottimi ingaggi, chiama registi e fotografi di scena dall’Europa (prevalentemente dalla Germania) per rivitalizzare la propria industria cinematografica e per far giungere grandi talenti che un po’ addomesticati e con la necessità di campare del proprio mestiere possano rendere grande il cinema americano. Perché Paul Leni è un regista di razza, uno di quelli che ha ben chiaro non soltanto ciò che vuole raccontare, ma anche il come e il perché, e questo film lo dimostra pienamente. Intendiamoci, non si tratta di un capolavoro assoluto, ma, per così dire, di un capolavoro “minore”, girato bene, ben recitato, eccellente fotografia, storia grottesca e realistica. Non si tratta del suo capolavoro, L’uomo che ride, ma quella è (come si suol dire) un’altra storia.

Monday, 14 January 2013 01:00

Ucciderò Roger Federer (parte 9)

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9. “Il mondo cambierà!”

Il tragitto che avrebbe condotto il piccolo signor F nella sua calda e modesta abitazione fu costellato da una serie di piccoli inconvenienti tipici di quando si torna a casa un po’ frastornati, di quando insomma, come si è soliti dire con un’immagine che mantiene intatta il suo fascino e la sua suggestione, si è alzato un po’ troppo il gomito.

Monday, 14 January 2013 20:36

Scienza-Verità/Errore-Dubbio

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Maglione scuro, pantaloni chiari. Poi una sorta di basco nero e un grembiule da fabbro, da artigiano. Nero lo sfondo, come se non servisse. La voce bassa e suadente basta a creare tutto il resto, lo spazio e il tempo. Unico elemento e coprotagonista in scena un globo spinoso che pende da una catena collegata ad una carrucola; il mondo apparentemente, sapremo poi che si tratta dell’universo. Universo che noi, nonostante tutto ancora pervicacemente impregnati di aristotelismo e Scolastica, continuiamo a pensare in termini di perfetta e circolare ciclicità.

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il Pickwick

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