“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Daniele Magliuolo

L’inconoscibilità del vero e i parzialmente tifosi

Nel 3514, alle porte di Tannhäuser, si giocò una partita che per secoli divenne oggetto di studio da parte di epistemologi ed eminenti scienziati. Le squadre coinvolte erano l’Orion Runners (squadra di casa) e l’Alphane. La partita era valida come semifinale di ritorno di coppa nazionale ed il risultato di andata era stato di 1 a 2 per gli ospiti. Quella partita di ritorno sembrava cosa fatta, una pura formalità dicevano gli esperti di calcio, e invece l’Alphane fece la grande impresa capovolgendo il risultato e dimostrando ancora una volta l’imponderabilità del football, antico gioco creato dai terrestri in un paese chiamato Inghilterra.

L'Altro Cinema, parte III – Nekromantik

Riprendiamo la nostra rubrica dedicata all’Altro Cinema raccontandovi di una pellicola, anzi una doppia pellicola, che è il fiore all’occhiello del cinema underground estremo. Trattasi di Nekromantik, film del 1987 di Jörg Buttgereit seguito poi da Nekromantik 2 nel 1991.

L'Altro Cinema, parte II – Thrust in me

Il film che vi presentiamo oggi è un gioiellino del cattivo gusto, del trash, sporco e cattivo, manifesto di un’intera generazione nichilista annichilita. Un film riassumibile in una sola parola: Punk! Opera di quel geniaccio maledetto che è Richard Kern, soldato a mani nude della generazione degenerata che si è fatta largo a colpi di sputazzate negli anni ‘80. Erede diretto del pionieristico Kenneth Anger, Kern è forse il Re indiscusso dell’underground. Regista e fotografo newyorkese, per la sua scuderia sono passati artisti e performers come Lydia Lunch e Nick Zedd.

L'altro Cinema, parte I - Cannibal

Con questa serie intitolata L’Altro Cinema vogliamo raccontare e proporre al lettore una carrellata di produzioni cinematografiche underground dal contenuto controverso. Il Cinema, dalla sua nascita, ha svolto il compito di ispezionare momenti del vivente sottolineandoli e sviscerandoli, ma ha anche avuto spesso l’intenzione di rappresentare un immaginario umano che cerca di prescindere dai fenomeni reali e si è fatto rappresentazione di un mondo ideologico, uno svago per la mente. In questo spazio invece ci occuperemo di quel settore cinematografico che ha abbandonato ogni pretesa intellettualistica di indagine dell’essere ed ogni bisogno di divagazione dal reale per dedicarsi alla pura pulsione subcosciente, quella popolata dalle peggiori nefandezze e dagli istinti più bassi. Una sorta di pornografia malata, che però risulta poi diventare un interessante spaccato dei disagi di ogni generazione.

The invention of lying o delle False Verità

In un ipotetico futuro (all’incirca nel 6000) l’umanità intera vive incapace di dire il falso. Ogni singolo individuo pronuncia ciò che gli viene spontaneamente in testa. Lo stesso fanno le grandi multinazionali che, in pragmatiche pubblicità, evidenziano le controindicazioni dei propri prodotti invitando il pubblico ad acquistarli solo perché essenzialmente devono pur vendere qualcosa. La politica è inesistente, non ce n’è bisogno vista l’impossibilità di immaginare ideali che contraddicano un sistema che si basa sulla semplice evidenza dell’apparire fisico-economico. Stesso discorso, ovviamente, per le religioni.

In Time o di Capitalismo vs Comunismo

In un futuro non precisato, il mondo è stato suddiviso in zone, settori videosorvegliati. Le varie zone sono raggruppate in base al livello di povertà dei cittadini che ne fanno parte, ma essenzialmente la divisione vede da una parte i ghetti e dall’altra i quartieri alti. Questi ultimi sono ben protetti, ma l’accesso non è vietato, basta pagarne il pedaggio. Il problema è che la somma da dare per superare le varie fasi che portano da uno dei ghetti ai quartieri alti è insostenibile per qualsiasi cittadino povero. Nel ghetto, infatti, tutti percepiscono un salario che gli permette di tirare avanti solo per poche ore o al massimo fino al giorno dopo. Il divario dunque tra le due zone è insostenibile, e quando una donna in condizioni di miseria estrema muore tra le braccia di suo figlio, quest’ultimo si ribella e, grazie ad un colpo di fortuna, riesce a far visita ai piani alti della società e crea il caos.

Le conseguenze del sonno

Bevi che sei felice, sai

E tienila se puoi

Bevi che sei alla fine ormai

Scolora gli occhi suoi

 

La nottataccia passata stanotte è stata la peggiore di tutta la mia vita. Freddo terribile, paralizzante, poi improvvise vampate di calore e quei maledetti pallini che si accalcavano agli angoli del soffitto. Mi sono messo a letto che avevo circa 38 di febbre, ma durante la notte la temperatura è salita fino ai 40 e oltre. Ad un certo punto mi ha preso come una sorta di delirium tremens, soprattutto quando la tachipirina ha iniziato a fare effetto. Mi sono svegliato in un bagno di sudore e ho iniziato a vedere degli strani movimenti sotto la parete del soffitto. Erano dei pallini neri che si accumulavano uno sull’altro fino a formare una macchia di sporco che si addensava tutta negli angoli. Ho provato più volte a cambiare posizione, ma ogni qualvolta lo facevo, mi prendeva un freddo terribile nelle ossa. Di dormire, poi, neanche l’ombra. Non facevo che pensare alle conseguenze del mio sonno, come se addormentarmi, con tutto quel male che mi circondava, fosse un atto da irresponsabile. Di tanto in tanto, il sorso d’acqua per rinvigorire la gola secca mi faceva raggelare tutto. Alla fine ho detto basta. Mi ero stancato di subire una tale tortura, tanto vale, ho pensato, abbandonarsi completamente al male per accettarlo così da superarlo. È così che sono morto!

Bertolucci, Parigi, Zagarol a tanto burro e tango

In questi giorni si è fatto un gran parlare di queste sconvolgenti dichiarazioni di Bernardo Bertolucci riguardo alla scena famosissima, una delle più note della storia del Cinema, della sodomizzazione di Maria Schneider da parte di Marlon Brando nel film Ultimo tango a Parigi. Dopo qualche giorno di titubanza, e soprattutto a mente fredda, abbiamo deciso di dire la nostra in merito alla questione, ma prima facciamo un po’ di chiarezza.

È stato il figlio o del Mito della Caverna

Un uomo dall’aria stranita in un ufficio delle poste italiane racconta alle persone, come lui in attesa, le vicende accadute molti anni prima ad una famiglia disagiata dei quartieri popolari di Palermo. Assistiamo alle peripezie di Nicola e la sua famiglia, sempre in difficoltà nel combinare il pranzo con la cena. La svolta sembra arrivare quando Serenella, la figlia più piccola, muore colpita da una pallottola vagante destinata al cugino Masino, delinquente di quartiere.

La parola ai giurati o della Verità

Dodici giurati si riuniscono per deliberare. Il caso è stato illustrato nel processo in modo molto chiaro. Un giovane ha ucciso suo padre. Il verdetto di colpevolezza all’unanimità decreterà la condanna a morte del parricida. Viene effettuata una prima votazione e, a sorpresa, uno dei dodici vota “non colpevole”. Vengono esaminate una ad una tutte le prove ed i passaggi processuali. Aumentano le perplessità dell’unico votante innocentista che, poco alla volta, riesce a persuadere altri membri della giuria formando così due fazioni, colpevolisti ed innocentisti. Il motore che muove le idee del primo giurato innocentista è un ragionevole dubbio che lo porta a considerare tutto il processo con scetticismo. La sua posizione è chiara: la giurisprudenza non è una scienza esatta e non possiamo condannare a morte un individuo se non si è incontrovertibilmente certi della sua colpevolezza.
Il tema centrale del film appare evidente fin dalle prime battute, l’inconoscibilità della Verità.

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il Pickwick

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