“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Michele Di Donato

Kilowatt, attraversamento di un'atmosfera

Sansepolcro, borgo d’arte in cui l’arte si respira: in un’atmosfera rilassata, confortata da un clima benevolo che mitiga alquanto la calura estiva d’un luglio altrove ben più canicolare, Kilowatt Festival, sotto la direzione artistica di Luca Ricci, incornicia la sua quindicesima edizione. La attraverso nel suo mezzo, per tre giorni in cui si susseguono, raccolti nel perimetro circoscritto del centro biturgense, spettacoli, convegni, mostre, presentazioni di libri, oltre a tutto quel che già normalmente la cittadina toscana offre e che va da Piero della Francesca alla Deposizione di Rosso Fiorentino conservata in San Lorenzo, fino ad ogni angolo di questo borgo che trasuda arte e storia.

Belgio, istruzioni per l’(ab)uso

Mi era capitato di incontrare Jan Fabre lo scorso settembre, mentre era di passaggio a Napoli, ritrovo un suo spettacolo al Politeama nel corso del Napoli Teatro Festival edizione 2017. Da quell’incontro conservo un’immagine mitigata dell’artista dissacrante che la vulgata dipinge, un’impressione che volge più verso l’idea un personaggio dall’inventiva talentuosa ma anche furbesca.

Il passato che precipita nel presente

È un viaggio della memoria interessante quello che intraprende Maurizio Igor Meta, è un viaggio a ritroso che prova a ripercorrere i passi di chi, partito alla volta dell’America in cerca di una prospettiva di vita migliore, ha lasciato dietro di sé la labile traccia, sbiadita dal tempo, di una storia che merita di essere raccontata, perché contiene parte di un’essenza interiore, perché dà corpo a quell’istanza mai sopita di cercare capire chi siamo guardando da dove veniamo.

Se il teatro diventa un ghetto

È una domenica di maggio, le stagioni teatrali volgono al termine e si prova ad intercettare gli ultimi spettacoli significativi a cui offrire lo sguardo e tradurlo in testimonianza. Bambolina, produzione di Cerbero Teatro in scena al Nest, è uno degli ultimi fuochi di stagione, prima che le programmazioni di sala lascino il passo a festival e rassegne estive.
Per parlare di Bambolina parto da due momenti che mi colpiscono in modo significativo: l’inizio e la fine. O meglio: prima dell’inizio e dopo la fine. Prima dell’ingresso in sala noto un pubblico mediamente giovane, anche molto giovane (qualcuno ha ancora addosso il completino da calcio e le scarpette, dopo aver trascorso la domenica pomeriggio a giocare a pallone per le strade); alla fine, quello stesso pubblico lo trovo in piedi ad applaudire entusiasta uno spettacolo teatrale.

Tre modi diversi di deludere

Il mio Napoli Teatro Festival, edizione 2017, comincia con un filotto di spettacoli nei cortili di Palazzo Reale, due al Cortile d’onore ed uno al Cortile delle carrozze, per la precisione. Sin dal primo appropinquarmi percepisco, rispetto alle più recenti edizioni della rassegna festivaliera partenopea che, almeno nell’approccio, qualcosa è cambiato: la città sembra “accorgersi” che c’è un Festival di teatro, lo percepisci e non è soltanto un discorso di cartellonistica, in una Napoli che peraltro, coi suoi cantieri di lavori in corso sembra uno scavo a cielo aperto; qua e là qualche drappo disteso sulle impalcature campeggia a dichiarar presenza del Napoli Teatro Festival.

Siena, le finali di In-box

Siena: uno di quei gioielli sopravissuti pressoché intonsi al Medioevo, con le sue fattezze e le sue atmosfere, con le sue mura che traspirano secoli di storia, i suoi edifici del centro che ti trasportano in un’aura atemporale... l’attraversi e ti sembra di farlo coi fratelli Gambi narrati da Federigo Tozzi... non ne condividi le preoccupate frustrazioni d’un tempo ormai remoto, ma immagini i loro stati d’animo e ti par di vederli lì dove una narrazione primo novecentesca li ha collocati... è Siena, ed è bella e avvolgente come una spirale, chiusa e arroccata come un’arnia.

Ragionando su Frosini/Timpano

Due spettacoli in due sere. Acqua di colonia e Carne, andando in scena fra Salerno e Caserta, si offrono in visione come due lavori che, pur nella sostanziale diversità di forma e contenuto, suggeriscono una continuità poetica ed espressiva della coppia artistica formata da Elvira Frosini e Daniele Timpano.

Arte o fuffa?

Assistere a Not Here, Not Now di Andrea Cosentino vuol dire confrontarsi con due livelli di fruizione: uno epidermico, in cui la logorrea affabulatoria, le gag e le trovate inducono al riso mediante una comicità intelligente; l’altro, sottilmente – e a tratti anche non sottilmente, ma proprio dichiaratamente – argomentativo, facendosi portatore, innervandolo sulle note del comico, di un ragionamento acuminato su una questione cogente.

Dalla verità alla realtà

Un giallo? Forse... Un dramma delle periferie? Chissà... Nessuno può tenere Baby in un angolo di Simone Amendola e Valerio Malorni suggerisce queste prime domande, per poi, progressivamente allontanarti dalla mente la necessità di una risposta univoca e di una catalogazione di genere. Perché parlandoti di un efferato fatto di cronaca e delle possibili verità che lo compongono, ti sta in realtà parlando di tutt’altro: sta costruendo, attraverso un meccanismo di scrittura di raffinata acutezza, un ragionamento profondo sull’essenza dell’animo umano e su come la verità possa essere una e molteplice, smussata e plurima e non necessariamente un monolito granitico e monodimensionale

Del demone che regalò il paradiso

10 maggio 1987 – 10 maggio 2017: trent’anni esatti dal Primo Scudetto. Chi non l’ha vissuto non può capire fino in fondo; chi non è napoletano, chi non conosce l’intima essenza di questa città ben difficilmente può penetrarne l’immaginario e comprendere cosa quel momento abbia rappresentato per una città e per un popolo atavicamente portato a mescolare vita e fantasia, sogno e realtà, sacralità fideistica e laicità profana.

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