“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Andrea Arionte

Il lirismo del volgare

Allo ZTN di Piazza Dante, a Napoli, ecco lo spettacolo Versi Proibiti, una lotta. Tra ipocrisia e autentico naturalismo, del regista napoletano Giovanni Merano, adattamento della scherzosa raccolta datata al 1974 L'inferno della poesia napoletana, pubblicata dall'ex giornalista del Il Mattino Angelo Manna: una scommessa, una sfida, una provocazione lanciata al pubblico ed al sistema di diffusione culturale.

Amare, soffrire, essere

Legame e passione, contro ogni desiderio dell'uomo, non sopravvivono alla fugacità del tempo, al cinismo che caratterizza la vita stessa: muoiono e rinascono secondo cicli illogici ed imprevedibili in cui l'amore e la sofferenza si sfidano generando accordi e contrasti all'interno dei rapporti umani.
Questa eterna lotta fra emozioni si esterna attraverso il linguaggio del corpo, si codifica in vere e proprie leggi di attrazione e repulsione.
Ed è quello che si legge nei movimenti di Elisa Melis e Yoris Petrillo, i due interpreti di Romanza – Trittico dell'intimità, lavoro presentato a Salerno in prima assoluta già nel 2013 all'interno della rassegna RAID/Quelli Che la Danza del CDTM e riproposto sul palco del Teatro Sala Ichòs di San Giovanni a Teduccio.

Körper Pride

Körper ovvero corpi. Corpi “vetrinizzati” quelli dei sei danzatori scelti da Gennaro Cimmino, direttore del centro internazionale di ricerca coreografica Körper di Napoli, per portare sul palcoscenico le dinamiche evolutive proprie della contemporaneità “digitalizzata”: web, chat, social network e smartphone sono gli unici mezzi di comunicazione e di relazione all'interno delle nuove generazioni. La pubblicità, i mass media, il potere persuasivo delle immagini, hanno contribuito drasticamente a modificare il modo di rappresentare, vivere e rapportarsi al corpo; esso diventa strumento indispensabile di presentazione, di affermazione personale e sopravvivenza sociale. Un corpo esteticamente bello, ostentato fino ai limiti dell'eccesso e del pudore, è oggi un pass di rivincita per essere apprezzati, accettati e rispettati in una società in cui la morale dominante è l'apparenza.

Omnia ab uno et in unum omnia

Tramutare e confondere luci, ombre ed oggetti dando vita ad immagini oniriche; aprire porte sconosciute che si affacciano su un panorama quasi esoterico, in cui il fisico ed il metafisico si uniscono secondo calcoli e geometrie tridimensionali attraverso l'illusione, liberando l'inconscio.
È questa l'ottica spiritualistica in cui si inserisce Alchemy l'ultima crezione pensata da quel genio visionario che è Moses Pendleton, padre dei Momix, l'acclamata compagnia statunitense di danzatori-acrobati che ogni anno gira il mondo con spettacoli astratti e multimediali. La performance dura circa un'ora e venti minuti ed è divisa in due parti intitolate rispettivamente Quest for Fire Water e Led into Gold.

I belli addormentati

Se il 2014 danzante a Napoli si conclude − oltre che con Picone principe del Regio − con La bella addormentata in versione salentina al Bellini firmata da Fredy Franzutti, il 2015 si apre con la risposta del Palapartenope che propone la versione romantica di Marius Petipa, vate del repertorio classico odierno.

Due Maurice per un Bolero

Il 28 dicembre si pù ricordare la scomparsa di uno dei più grandi musicisti francesi di inizio XX secolo, il compositore Maurice Ravel, avvenuta nel 1937 in seguito a complicazioni post-operatorie riguardanti un'atrofia cerebrale dell'emisfero sinistro di tipo degenerativo. Nato il 7 marzo 1875 a Ciboure, centro della regione basca ai confini con la spagna, iniziò i suoi studi di pianoforte da giovanissimo presso il Conservatoire International de Musique di Parigi sotto la guida di Gabriel Fauré.

L'amore si fa in quattro...

“Come si può controllare un cuore innamorato? Quando si ama non è il cervello a guidare il nostro agire ma il cuore, perché il cuore è cervello di sé stesso”. R.M.G.
Amor Q è l'accattivante titolo dello spettacolo firmato dal giovane regista ed attore salernitano Roberto Matteo Giordano, andato in scena al Teatro La Ribalta di Salerno l'8 ed il 9 Novembre ed ancora in replica nei giorni 15 e 16.
Il palcoscenico come una macchina del tempo trasporta lo spettatore in quattro epoche diverse, narra e raffigura altrettante storie d'amore segnate da quella vena folle e passionale che, nonostante le rispettive circostanze, le accomuna e le rende tutte simili, confermando che tale sentimento è unico ed immutevole nel tempo.

Quella corsa contro il tempo

Dal 14 al 26 ottobre si è svolta a Napoli, presso la Sala Assoli la rassegna teatrale A(s)soli Giovani, evento creato dai giovani e rivolto ad un pubblico under35. Promossa dall'Assessorato ai Giovani e Politiche giovanili, Creatività e Innovazione del Comune di Napoli, con la partecipazione dell'Associazione Assoli, la rassegna ha visto impegnate quattro compagnie emergenti con altrettanti spettacoli − rappresentano il teatro futuro (ma anche presente) sul territorio campano − che si sono confrontate sul palco favorendo un momento di crescita artistica e di dibattito culturale. Le diverse serate hanno infatti lasciato spazio a momenti di approfondimento in cui sono intervenuti ospiti quali Giuseppe Ferraro − Docente di Filosofia Morale alla Federico II − lo scrittore Pino Imperatore ed Antonella Bozzaotra, Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania, ed Amnesty International.

Le origini della Modern Dance

La Danza teatrale occidentale nasce in Francia nel 1661 con l’istituzione dell’Accademia Reale di Ballo voluta da Re Luigi XIV. Viene coniata una specifica terminologia didattica, per la trasmissione e l’insegnamento di movimenti codificati che è sopravvissuta fino ai giorni nostri.

Mercier Cunningham: danza d'avanguardia e tecnologia

Il 26 luglio si ricorda la scomparsa del grande coreografo e danzatore statunitense Mercier Philip Cunningham. Nato a Centralia, la sua prima formazione artistica e teatrale si svolse a venti anni  nell’attuale Cornish College of the Arts di Seattle. Fu qui che nel 1939, Martha Graham lo vide danzare e lo invitò ad unirsi al suo ensemble tutto al femminile come primo uomo, insieme ad un altro grande talento, Herik Hawkins.

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