“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 08 October 2013 02:00

Il Circo(lo) Volante Pickwick – sesta puntata

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“Buongiorno amici telespettatori, riprendiamo con gli ospiti in studio la conversazione che avevamo interrotto per dare spazio alla pubblicità. Per chi si fosse collegato solo ora, diciamo subito che padre Bishop era d’accordo all’abolizione dell’evoluzionismo nelle scuole. Il biologo Fred Monty, invece, sostiene il contrario. Bene, prosegua pure don Bishop”.

“Grazie” – interviene cordialmente il prete – “Hahaha” – il biologo scoppia in una fragorosa risata.

“Perché ride?” domanda don Bishop, “Già, perché ride” gli fa eco il presentatore Michael Palin.

 

“Mi fa ridere il fatto che lei abbia chiamato il nostro amico reverendo don Chìsciott, come fosse il paladino delle ecclesiastiche cause perse, hahahaha” – “Io non ho detto Chìsciott, ma Bishop” ribatte Palin in tono quasi severo. Il prelato riprende seccato il discorso: “Dunque, molto semplicemente affermo che l’evoluzionismo andrebbe tolto dall’insegnamento scolastico in quanto in netto disaccordo con le sacre scritture. La scienza opera in accordo con Satana, l’antagonista, il calunniatore, e la sua operazione altro non è che una serie di menzogne utili a sviare i fedeli dalla retta via. Il Signore ci ha donato una sapienza ed una conoscenza sufficienti, non abbiamo bisogno di algoritmi da laboratorio. Per dirla come l’Ulisse del sommo Dante nella sua Divina Commedia ‘fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtude ma no scienza’.

Dal pubblico si alza unanime un coro di stupore (ooooh) poi un leggero mormorio accompagna le ultime file, la telecamera inquadra i più dubbiosi che dal labiale sembrano dire: “non me la ricordavo proprio così, però se lo dice lui mi sto!”.

 

 

FLUSSO DI COSCIENZA

LOGOS – PRINCIPIO & LOGOS – carta carta carta carta, mamma mia carta, eeeee e che è… carta, ok mi sto, 7 e mezzo.

 

 

“Controlla bene Flusso, credo tu abbia sballato, ma non sai contare più?” ribatte Palin dallo studio.

 

 

FLUSSO DI COSCIENZA

Eh, ma non mi fate più contare! Ero così  felice quando davo i numeri, adesso invece pretendete da me che scandagli gli impervi meandri del vostro subcosciente abisso. Sono sotto pressione, inizio a fare sogni strani.

 

 

“Hai ragione anche tu, Flusso. La vita sta diventando dura anche per te. Ricordiamo che ci sarà il film sul nostro caro Flusso Di Coscienza prossimamente sui vostri schermi, ma ora diamo il benvenuto a loro. È un grande onore, una grandissima sorpresa per i lettori del Pickwick. Abbiamo oggi per voi GLI AUTORIIIII. Diamo il benvenuto a Magliottolo e Sagliuolo”.

I due autori entrano a piccoli passi nello studio, Magliottolo sembra poco convinto della sua presenza, lo evinciamo dal fatto che arresta sovente il passo cercando di voltarsi e tornare in dietro. È Sagliuolo che lo prende a braccetto e dal labiale sembra dire: “Ormai siamo qui”. Magliottolo scuote vistosamente la testa, Sagliuolo cerca di mascherare l’imbarazzo con un fastidiosissimo finto sorriso. Palin, come ogni buon padrone di casa, invita i signori ad accomodarsi sulle poltrone a centro palco e accantonando ogni imbarazzo chiede: “Allora, da chi iniziamo questa nostra intervista? Sapete già quali sono le regole: a entrambi verrà fatta la stessa domanda, avrete tra le tre e le cinque parole massimo per rispondere. Alla fine, il Flusso di Coscienza stenderà una relazione sulla vostra psiche. Siete emozionati?”

“Non saprei, la questione è molto articolata e così su due piedi mi sembrerebbe un po’ arrischiato rispondere, sicuramente possiamo cominciare col dire che le emozioni sono dei meccanismi talmente complessi che…” – e mentre Magliottolo sta parlando, uno sbuffante Palin lo interrompe: “le devo ricordare che ha soltanto tra le tre e le cinque parole per rispondere alle domande”.

“Ma io pensavo che fosse una di quelle domande per mettere a proprio agio l’ospite, prima che il gioco cominci. E, a partire appunto da questa riflessione pregiudiziale iniziale che indubbiamente e facilmente può essere stata fraintesa da me in quanto partecipante per la prima volta a uno spettacolo televisivo e tanto più che non ne ero a conoscenza delle ferree regole che lo normano e della liceità o meno di risposte ritenute troppo lunghe, ho ritenuto opportuno cercare di discutere con il pubblico, per renderlo pensante e agente nelle continue pieghe che la realtà moderna assume in condizioni di liquidità esistenziale, la complessità lessicale e morfologica di un termine come quello di…” – ancora una volta Magliottolo viene interrotto da Palin: “Lei parla troppo e pensa anche di più. Ma è mai possibile che con tutto questo pensare non ha ancora capito come va il mondo! Tre/cinque parole, ricordi! E che caz… Ricominciamo. Prima risponde lei, Magliottolo, e poi Sagliuolo, mi raccomando!”.

Palin: “Mi sento spesso scoraggiato, depresso e triste”

Magliottolo: “Guardi, non so che dirle, mi dispiace…”

Palin:“Ha superato il limite di parole. Il notaio annoterà la risposta e la passerà al Flusso. Sagliuolo?”

Sagliuolo: “Coda di volpe”.

P: “Ho spesso crisi di pianto o mi sento come se stessi per piangere”

M: “Ma io non ho ancora capito…”

P: “La devo interrompere di nuovo per superato limite. Sagliuolo?”

S: “Specchio delle mie brame”

P: “Molto bene, Sagliuolo. Altra domanda: mi piace ancora avere rapporti sessuali”

M: “D’accordo. Ma queste sono affermazioni, non domande, per cui…”

P: “Va bene così, notaio. Sagliuolo?”

S: “Mi sfilo i pantaloni”.

P: “Bene Sagliuolo, ma non lo faccia, siamo in fascia protetta. Altra domanda: ti preoccupa il fatto di cedere ad un impulso agendo in maniera inadeguata, come ad esempio fare del male ad una persona cara, spingere qualcuno sull'autobus, compiere una manovra pericolosa in auto, agire in maniera sessualmente inappropriata o avvelenare gli ospiti?”

M: “Le questioni sono troppe, certo si potrebbe cominciare col dire che…”

P: “Ok. Sagliuolo?”

S: “Voglio un bel granchio stritolapalle”

P: “Notaio, possiamo accettarla? Bene bene: ‘stritolapalle’ può essere considerata una parola sola.  Bene, la prossima. Devo urinare spesso.”

M: “Oh, anche a me capita nei momenti meno…”

P: “D’accordo, Magliottolo. Sagliuolo?”

S: “Ora mi faccio tre superseghe”

P: “Notaio? Bene bene: ‘superseghe’ può essere considerata una parola sola. Andiamo avanti. Ho la sensazione che gli altri starebbero meglio se io morissi”

M: “Questa è proprio facile, basta semplicemente dire…”

P: “Neanche questa è andata Magliottolo! Farà faticare parecchio il Flusso! Sagliuolo?”

S: “Scopo i cadaveri ancora caldotiepidi”

P: “Eh! il notaio dice che non può accettare ‘caldotiepidi’ come parola sola. Ora consultiamo il regolamento e vediamo se lei può aggiungere un altro aggettivo all’atto di scopare cadaveri. Bene, può farlo, vuole aggiungere qualcosa?”

S: “No, a me piacciono caldotiepidi”

P: “Ora l’ultima, la più importante di tutte. Mi raccomando Magliottolo. Amo masturbarmi allo specchio e guardarmi dritto negli occhi.”

M: “Ehm, sa com’è! è un po’ imbarazzante…”

P: “Neanche questa, Magliottolo! Neanche questa! Tutti amano masturbarsi allo specchio, vero notaio? Sagliuolo?”

S: “Un dito profondo nel culo”.

P: “Benissimo. Il pubblico in sala già mormora. E anche voi da casa, partecipate al gioco. Qual è secondo voi la patologia di cui è affetto Magliottolo? E Sagliuolo? Ora un piccolo stacco pubblicitario, appena seimilaquattrocentoquarantasette secondi e saremo qui! E il Flusso ci darà le sue risposte!”

 

 

FLUSSO DI COSCIENZA

107

 

Palin: “minuti”

Dorothy Sigla: “dopo”

Pubblico in studio: “secondo più, secondo meno”.

 

“Benissimo amici, in questo brevissimo break il nostro Flusso ha stilato un quadro psicologico altamente professionale e dettagliato dei nostri due preziosi ospiti che purtroppo, presi dai tanti impegni, hanno dovuto abbandonare lo studio durante l’intervallo, non prima però di averci regalato ancora un momento di grande televisione che fortunatamente i nostri cameraman hanno immortalato. Vai col filmato”.

La nuova immagine mostra i due ospiti conversare con il giornalista Palin. Michael viene ritratto più e più volte mentre cerca di capire le affermazioni di Magliottolo, poi improvvisamente la telecamera indaga sui movimenti furtivi di Sagliuolo (la sequenza è mostrata al rallentatore) il quale lentamente caccia dalla tasca della giacca una bottiglia di scotch scadente (ci pare sia Gold… no, meglio non dire la marca). Se la porta alla bocca e ne fa una lunga sorsata, poi chiede a Palin se ne gradisce un goccio e chiude la frase con un mega rutto (il rutto è mostrato e udito più volte al rallentatore e da angolazioni e frequenze diverse). Palin non gradisce l’invito e rifiuta con una smorfia, Magliottolo invece raccoglie la bottiglia e avverte: “se devo farmi qualche sorso non posso non fumarmi una sigaretta” inizia quindi ad armeggiare con tabacco e cartine, tanto che qualcuno tra il pubblico grida: “È UNA CANNAAAA”, Palin fa due boccate della sigaretta preparata dall’ospite e rasserena il pubblico: “niente paura amici, è solo tabacco”. Rientrato il pericolo (siamo circa a 65 minuti di intervallo) i due ospiti appaiono visibilmente ubriachi (non ce ne siamo accorti, ma pare che Sagliuolo abbia estratto dalle sue poppinsiane tasche altre due bottiglie di scotch – e fanno 3). Magliottolo sbraita su Palin frasi del tipo: “la mistificazione culturale operata da voi mass media è il più grande omicidio di massa che la storia abbia mai conosciuto” oppure “voi siete la vera feccia della società, peripatetiche del tubo catodico che masturbano il telecomando facendolo eiaculare nel cervello dei telespettatori”. La sua foga è ormai incontrollabile, tanto che ogni sillaba particolarmente accentuata regala uno sputo in faccia al povero Palin che, con grande professionalità, sorride sempre. Sagliuolo intanto ha preso a pisciare sul palco, non prima di aver detto: “Flusso, te lo do io il Logos”, regalando tra l’altro un immagine di grande fascino, infatti dalla bocca immette liquidi (la bottiglia di scotch) e contemporaneamente altrettanti ne fuoriescono dal pistolino. Stranamente appena toglie la bottiglia dalla bocca, si ferma anche il getto dell’urina, fantastico. Al minuto 99 i due abbandonano lo studio. Palin tira un sospiro di sollievo, non si può dire lo stesso per Dorothy Sigla, la quale pare sia stata rapita dai due autori e non osiamo immaginare cosa le stiano facendo in questo momento, speriamo solo di recuperarla per la prossima puntata. Tornando al resoconto dei fatti, verso il minuto 105 Flusso annuncia il suo responso. Sono circa 30 pagine per soggetto che vanno a scandagliare ogni minimo dettaglio dell’anima dei due in maniera così accurata e profonda da poter essere considerate un capolavoro della moderna psicologia dinamica.

Palin legge velocemente le prime righe e, a diretta ormai ripresa, afferma: “Grandissimo lavoro del nostro Flusso, purtroppo non abbiamo il tempo di leggere tutte le 60 pagine, 30 per Sagliuolo e 30 per Magliottolo. Se permettete sintetizzo velocemente il tutto, facendone un compendio fedele e allo stesso tempo sbrigativo come i tempi della tv richiedono. Per quanto riguarda Sagliuolo possiamo sintetizzare così, se avessimo invitato il cadavere putrefatto di Sid Vicious sarebbe stato meglio. Per quanto riguarda Magliottolo invece è possibile che se si fa una sana scopata torna a campare un po’ più serenamente. Bene. Come vi avevamo accennato all’inizio della puntata, ora passiamo la linea…

 

NO, NO! UN ATTIMO, UN ATTIMO. CARO MR. PALIN, MA LEI RITIENE CHE SIA ANCORA IL CASO DI INVITARE QUESTI DUE MENTECATTI E DI ESSERE IL PROTAGONISTA DELLE LORO OSCENE, DISGUSTOSE STORIE?

(La Redazione)

 

Guardi, Mr. Redazione, lo sa, a me non me ne importa niente ma ho fatto una lunga chiacchierata con Mr. Share, il quale mi ha assicurato che, finché ci sarà da guadagnarci qualcosa, si continuerà, quando poi il pubblico, che, come lei ben sa, è molto volubile, si appassiona rapidamente e ancor più rapidamente abbandona i suoi idoli, si sarà stancato, allora li manderemo a quel paese da dove sono venuti. Che ne pensa?

(Mr. Palin)

 

PENSO CHE INTANTO NOI DELLA RIVISTA NON CI STIAMO GUADAGNANDO PROPRIO UN BEL NIENTE, ANZI SEMBRA CHE GLI ESIMI INTELLETTUALI CI STIANO ABBANDONANDO PERCHE’ NON POSSONO ACCETTARE DI SCRIVERE SU O LEGGERE UNA RIVISTA CHE PUBBLICA QUESTA IMMONDIZIA. NON SO PROPRIO COSA FARE… MALEDETTA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE!

(La Redazione)

 

Lei soffrirà presto d’ulcera se non riesce a monetizzare in chiave di web-marketing tutto il lavoro della rivista!

(Mr. Share)

 

NON E’ CHE VORREBBE COMINCIARE A COLLABORARE CON NOI, CARO MR… MR… SHARE, VERO?

(La Redazione)

 

Le farò sapere, per ora ho un contratto con la televisione, ma chissà… comunque ho uno stipendio altissimo, col cavolo che ve lo potete permettere!

(Mr. Share)

 

Ahahahaha!

(in coro: Sagliuolo&Magliottolo, Mr. Palin, Mr. Share, Flusso di Coscienza)

 

E ora mi scusi, ma proseguo con il mio lavoro.

(Mr. Palin)

 

Scusate per l’interruzione, amici telespettatori, stavamo per presentarvi il momento settimanale dedicato alla cultura. Oggi è qui presente con noi il poeta post-esistenzial-struttural-romantico-ma-non-troppo-perché-poco-erotico-tardo-extra-moderno Giuseppe Ecclesiaste, detto Qoèlet e come sempre lasceremo parlare direttamente la sua profonda poesia. Cari amici telespettatori, non allontanatevi dallo schermo, non cambiate canale, riponete il telecomando in un cassetto, chiudetelo a chiave e ingoiate la chiave. Non vi preoccupate, questo momento non durerà molto e vi prometto che dopo ci saranno tette e culi a rinfrancarvi!

 

Entra uno strano personaggio, alto poco più di un metro e mezzo, massimo un metro e sessanta, a tratti sembra però essere alto circa un metro e novanta. Il suo sguardo è allo stesso tempo fiero e ebete, virile e inespressivo, glaciale ma caldo. I suoi occhi sono di un bel verde, ma sono anche un po’ neri e a tratti azzurri. I capelli sono pochi, larghe stempiature attraversano il vasto cranio, però ha anche un bel caschetto biondo e lunghe trecce rosse tipo Pippi Calzelunghe. Veste uno splendido tight, una maglietta con tanto di mostri degli Iron Maiden, scarpette da ginnastica di cui è possibile sentire la puzza, pantaloncini corti e camicie estive con bei pappagalli tropicali. La sua voce è delicata e sobria, a tratti anche un po’ brusca e ruvida, l’accento è napoletano ma anche quello tipico di certe lingue delle Isole Vergini, parla molto lentamente e scandendo bene ogni singola sillaba, anche se però a volte si capisce poco perché parla in maniera rapida e biascicata.

“Questi sono i miei delicati versi, se li volete sentire bene, sennò andate a cagare, sono piccoli squarci delicati e azzurrini di vita celeste e profondamente sognante, bucoliche rappresentazioni di fottute industrie di cemento del cazzo, sbalsgfhturedhg, se vi interessa, se non capite, fottetevi. Ritengo che la poesia abbia un compito importante, lì solo risiede la possibilità di scavare nell’intimo dell’intersoggettività umana e di sfiorare corde che risuonando possono cambiare il mondo, che poi, se ci credete, siete proprio dei coglioni, la poesia cambia il mondo! non ho sentito cazzate più grandi da quando facevo il liceo. E così spero che i miei versi, di una sopita grazia rosea e di compita costruzione metrica, vi facciano sfiorare il senso profondo dell’essere, cosicché poi possiate scendere da quella casa del cazzo dove siete rinchiusi, e magari andate a spappolare la testa a qualche vecchio barbone di merda. Io tengo parecchio alla musicalità del significante che soltanto può istruire la profonda sensibilità dei significati, la sonorità di questi versi deve essere come un pastore che vi guida in una radura nella quale si vivificherà il senso dell’esistenza umana, per cui tappatevi le orecchie, perché i significanti possono essere anche i rutti che vi meritate tutti su quelle facce di merda che portate a spasso, ma non vi vergognate? luridi figli di… e la Madonna celeste guiderà la mia piccola rappresentazione, io piccolo poeta malinconico in questa realtà che, ah! stronzi!, ma campate invece di ascoltare ‘ste stronzate!”

 

Sagliuolo, ma la vogliamo proprio scrivere questa poesia?

(Magliottolo)        

 

Guarda, vista la lunghezza già eccessiva di quanto scritto finora, direi di chiudere qui. Tra l’altro, i lettori non lo sanno, questa puntata l’ho iniziata io, sveliamolo questo “dietro le quinte”, si inizia una volta a testa e, visto che chi inizia lascia la chiusura all’altro, ti lascio l’ultima battuta. Magari puoi anche limitarti ad una singola battuta, per non tirarla nuovamente troppo per le lunghe, è meglio. Hai capito?

(Sagliuolo)

 

No!

(Magliottolo)

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