“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 31 July 2020 00:00

InFLOencer: ‘e figli so’ piezz’ ‘e core

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Stamane, appollaiata sul mio scoglio preferito, quello a forma di balena, mi sono guardata intorno e ho dedotto con immensa amarezza che anche quest’anno agosto è arrivato. 
Panzoni armati di racchettoni, Reggaeton e olio di mallo, anche stavolta hanno raso al suolo i miei piani, fatti soprattutto di silenzio e tranquillità.

Per me la balneazione riprenderà a settembre, quando si potrà leggere in santa pace e passeggiare senza urtare corpi unti. A settembre non ti devi preoccupare di scansare gli approcci del solito babbasone, che lascia la moglie sotto l’ombrellone, e parte alla conquista del bagnasciuga.
Detesto la folla da molto prima che si chiamasse assembramento, ma ormai sono qui e non mi va di rimettermi in cammino con quaranta gradi e tornarmene a casa.
“Che rottura” – sbuffo – “Vabbè e che devo fare?! Mi faccio una nuotata, il tempo che si asciugano capelli e costume, mi leggo il giornale e ciao”.
Mentre pianificavo questa magra consolazione, mi appassiono al discorso di alcune mamme, oleose, alla mia destra.
La questione, manco a dirlo, verte sui i figli, gli esami che hanno sostenuto e i voti che hanno preso. Poca roba mi sembra di capire: risultati sufficienti o poco più che sufficienti, frutto chiaramente di ingiustizie e antipatie da parte delle insegnanti. La mamma con la voce più acuta sovrasta le altre, compara i voti del figlio con quelli dei compagni di classe, offende le insegnanti con epiteti di vario genere e conclude dicendo “non si vive per studiare, la scuola serve a chi si deve trovare un lavoro non a chi già ha una posizione familiare. Parliamoci chiaro”.
E più chiaro di così si muore − penso io − dichiarare così apertamente la propria ignoranza è davvero un atto di coraggio. Hai capito la signora!?
Le altre galline bofonchiano qualcosa e annuiscono.
Nel frattempo, da lontano, arrivano i pargoli correndo come forsennati. Saltano, schizzano e si lanciano letteralmente sulle madri, spintonandole tra risate e urla. Chiedono soldi per qualcosa che non capisco. Sto pensando solo a “chi ha già una posizione familiare”. Mi hanno bagnato tutto il giornale. Ridono in modo osceno e dicono parolacce alle madri che, senza imbarazzo, li ignorano e continuano a chiacchierare come se nulla fosse. Uno, addirittura, si appende con le braccia al collo di una di queste e solleva i piedi. A momenti la mandava in ospedale. Faticosamente il discorso riprende.
“E quindi la professoressa lo ha penalizzato per via del comportamento, ma secondo me lo ha preso di mira. È frustrata perché è brutta, sta lontana dai figli e prende uno stipendio da fame” e mentre espone questa sua brillante chiosa, sgancia una banconota dal portafogli con cui zittisce il figlio animale. Le altre la imitano e così, finalmente, i barbari se ne vanno via correndo e sghignazzando. Non mi resta che raccogliere le mie cose e andarmene anch’io.
Ci vediamo a settembre, quando la scuola, per fortuna o purtroppo, sarà iniziata.

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