“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 15 September 2017 00:00

In carrozza fra i vicoli vittoriani

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Sotto il lungo regno della regina Vittoria (durato dal 1838 al 1901) l’Inghilterra conobbe un periodo di espansione grazie all’industrializzazione e alle conquiste coloniali. Vittoria I era infatti “Regina di Gran Bretagna e d’Irlanda, delle Colonie e Dipendenze d’Europa, d’Asia, d’Africa, d’America e dell’Australasia, Imperatrice delle Indie”. È un periodo di intensi scambi e commerci con l’Asia e le navi inglesi fanno la spola fra madrepatria e colonie orientali in viaggi avventurosi sfidando tifoni e tempeste: ce lo racconta Joseph Conrad in molta della sua fitta produzione narrativa dedicata ai viaggi per mare. Le navi di Conrad, dopo aver affrontato tempeste infernali, rientrano sempre nel porto di Londra come se tornassero nella quiete protettiva di un grembo materno e i marinai sopravvissuti possono avviarsi tranquilli a bere alla solita taverna dopo aver salutato parenti e amici.

Ma la Londra vittoriana non è solo questo, importante centro industriale ed economico dell’Europa. Possiede anche un’altra faccia: è una città fatta di vicoli bui e nebbiosi nei quali si aggirano numerose figure sinistre e spettrali emerse da un fondo oscuro che è dentro di noi. È la Londra di Dracula, di Jack lo Squartatore e del dottor Jekyll, della sinistra irrazionalità che si scontra col genio investigativo di Sherlock Holmes, è un regno di spettri e vampiri.
A guidarci in un labirintico viaggio attraverso il mondo vittoriano è adesso un affascinante saggio di Franco Pezzini, uscito per i tipi di Odoya, Victoriana. Maschere e miti, demoni e dèi del mondo vittoriano. L’autore (che ha pubblicato, sempre per Odoya, anche un bel libro sull’Asino d’oro di Apuleio), tramite una straordinaria affabulazione coinvolgente, ci conduce – come leggiamo nell’Introduzione − in un vero e proprio labirinto attraversato da una “vertigine caleidoscopica di suggestioni”, a bordo di una carrozza che ne percorre le strade, “mentre una pioggia oleosa batte sul tettuccio e strani suoni echeggiano tra le cornici di finestre illuminate e vicoli bui sottostanti”.
In questo viaggio in cui Pezzini, quasi cocchiere-narratore, ci guida, gli incontri sono davvero tanti: tante tappe di un percorso che egli ha intrapreso tra il 2007 e il 2016 sulle pagine della webzine Carmilla on line, su L’indice dei libri del mese e su altre riviste online e cartacee. Gli incontri che ci propone l’autore avvengono anche attraverso numerose illustrazioni e stampe di cui è corredato il libro, ritratti di scrittori e personaggi di rilievo, pagine incorniciate che si aprono come specchi magici e che contengono brevi e curiose digressioni verso altri autori, altre opere, il cinema, la musica, il fumetto. La struttura stessa del poderoso volume (oltre quattrocento pagine) si presenta in forma aperta in un susseguirsi avventuroso di incontri mai banali, mai scontati. Infatti, Pezzini si sofferma, a fianco dei più famosi, anche e soprattutto su autori poco noti e scova, anche di quelli famosi, altre opere meno conosciute, ma non per questo meno affascinanti. Di Joseph Sheridan Le Fanu, l’autore del noto Carmilla, ad esempio, Pezzini si sofferma sull’importante romanzo Uncle Silas (1864), proposto per la prima volta in Italia – col titolo Lo zio Silas. Una storia di Bartram-Haugh − nel 2008 dalle edizioni Gargoyle di Paolo De Crescenzo. Un romanzo che − scrive Pezzini − di Carmilla “rappresenta una sorta di prefigurazione in chiave di thriller tutto psicologico”. Uscita sempre per Gargoyle, fra le opere meno conosciute di Bram Stoker, l’autore di Dracula, èuna raccolta di cinque racconti, La catena del destino e altri racconti inediti. Degni di nota, in questa raccolta, sono Le sabbie di Crooken (Crooken Sands, 1894) e La catena del destino (The Chain of Destiny, 1875): il primo, ambientato in Scozia (nel luogo di ferie della famiglia Stoker), si presenta come “un racconto antigotico, nel senso dell’allegra sovversione dei meccanismi di genere”; nel secondo, “testimonianza della primissima produzione dell’autore, la sconfitta dell’antica maledizione si lega allo sbocciare di una storia d’amore”. In definitiva, osserva Pezzini, “quello di Stoker è un mondo vittoriano di innamoramenti pilotati o devozioni coniugali messi alla prova da oscure minacce, di religiosità tormentate in cerca di espiazione, di inquietudini e svenimenti”.
Un vampiro precursore di Dracula può essere considerato il protagonista del romanzo penny dreadful (cioè la “letteratura da due soldi”, che costava appunto un penny, un genere che ebbe molta fortuna soprattutto a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento) dal titolo Varney il vampiro di Thomas Preskett Prest, apparso tra il 1845 e il 1847 in fascicoli settimanali. Pezzini si concentra sulla traduzione italiana del lungo romanzo (più di ottocento pagine) proposta da Gargoyle. Il romanzo è interessante perché presenta “gli scorci vivacissimi su una società in trasformazione” e perché appare come la fonte di ispirazione più diretta per il Dracula di Stoker. Si tratta infatti di un romanzo che si basa su un notevole piedistallo intertestuale, da Shakespeare a Scott, da Ann Radcliffe a Polidori, da Mary Shelley fino a Poe e Dickens. Oltre ad aver esercitato numerosi influssi sul romanzo di Stoker, Pezzini ipotizza che il Varney possa aver influenzato direttamente il Dracula cinematografico (1931) di Tod Browning con Bela Lugosi, nonché diverse opere teatrali. Infatti, nel film di Browning trova per la prima volta statuto cinematografico il fatto che il vampiro abiti in un’abbazia, un elemento differente dal richiamo di Stoker alla “cappella” o “chiesetta” compresa nella proprietà di Carfax. È suggestivo quindi pensare che questa “abbazia” possa essere una derivazione dal Varney, dove il vampiro abita in Ratford Abbey nei pressi di Bannerworth Hall. Il saggista aggiunge poi una notazione interessante: poiché nel romanzo, Varney vaga da una parte all’altra d’Europa con compulsivi e frustrati tentativi di consumare nozze di sangue (alla fine, depresso, si suiciderà gettandosi nel cratere del Vesuvio), quando nel 1847 apparve la famosa frase “Uno spettro si aggira per l’Europa”, “i lettori non faticarono a connettere la metafora a questo personaggio popolarissimo, creatura spettrale e ribelle a zonzo tra Inghilterra e Continente che da due anni li intrattiene con le sue avventure”.
Nel corso delle sue interessanti pagine, l’attenzione di Pezzini si rivolge non solo a scrittori di epoca vittoriana e alle loro opere meno conosciute, ma anche ad autori contemporanei, come ad esempio Massimo Citi, autore dell’interessante racconto La danza della scimmia (2007) nonché editore che, insieme a Silvia Treves, “regge le fila di una bella operazione di militanza culturale, legata ai tipi di CS_libri e alla vivace rivista indipendente di attualità librarie LN-LibriNuovi”.
Lo sguardo ‘vittoriano’ dell’autore, inoltre, non si concentra solamente sui protagonisti della misteriosa letteratura del periodo, ma anche sui loro antagonisti, come ad esempio su un altro personaggio nato dalla fantasia di Conan Doyle, l’acerrimo nemico di Sherlock Holmes, l’“arcicriminale” professor Moriarty. Se Holmes possiede i caratteri di un eroe mitologico, non possono essere da meno quelli del nemico progettato per ucciderlo. Il Professore si configura come una sorta di doppio di Holmes, “ombra e nemesi oscura”, e così verrà spesso raffigurato anche al cinema fino al più recente La leggenda degli uomini straordinari (The League of Extraordinary Gentlemen, 2003) di Stephen Norrington, liberamente ispirato al graphic novel di Alan Moore e Kevin O’Neill. Anche nelle prime apparizioni a teatro di Holmes, Moriarty si presenta come avversario fisso. I tanti apocrifi letterari svilupperanno poi questa opposizione lasciando briglia sciolta alla fantasia: ad esempio, ne La congiura dei sette (The List of 7, 1993) di Mark Frost, ad Holmes viene contrapposto una sorta di “fratello-ombra malvagio” somma di Moriarty, Dracula e del mago Aleister Crowley; il più recente The Mandala of Sherlock Holmes di Jamyang Norbu, invece, ricostruisce lo scontro finale fra i due eroi addirittura nel Tibet.
Fra i numerosissimi incontri che ci propone il saggio di Pezzini, vorrei anche ricordare un interessante romanzo di Paul Féval, I misteri di Londra (1843-1844), recentemente riproposto da Elliot (2014). Si tratta di un feuilleton che spalanca davanti ai nostri occhi le più diverse sfaccettature della metropoli vittoriana. Al riguardo, lasciamo la parola a Pezzini: “Una Londra sordida, dove i gentiluomini hanno spesso una doppia (o tripla) vita, in una sovrapposizione equivoca e ramificatissima di giochi d’interesse; il panorama di un impero planetario sull’orlo di una crisi globale; una società segreta dagli inafferrabili connotati, pronta alle iniziative più enigmatiche e sinistre. E poi ragazze rapite per truci scopi, un medico sadiano e indicibili esperimenti; vertiginosi cambi di scena da feste della buona società (con siparietti di dame aristocratiche, corteggiamenti, gelosie) a infime taverne su un Tamigi limaccioso, popolate da figure patibolari; incontri sfuggenti tra navate di chiese, palchi teatrali, edifici misteriosi dopo altrettanti misteriosi giri in carrozza; giganti messi al lavoro nel ventre della città sotterranea, venditori di cadaveri, scorci di forche e manicomi...”.
Insomma, il viaggio che ci offre Victoriana è veramente lungo e affascinante e davvero non bastano queste poche righe che sto scrivendo per ripercorrerlo insieme: un viaggio che si snoda da Carmilla a Robin Hood e la suora vampiro, dai “vampiri d’Italia” a Arsenio Lupin, dall’Hecate britannica (con competenti affondi nella cultura e nell’antropologia antiche) a Alice nel Paese delle Meraviglie. Non resta altro da fare che immergersi in questa affascinante lettura, e allora sarà come percorrere in carrozza i vicoli e le strade della Londra vittoriana in una cupa e fredda giornata di pioggia, magari sorseggiando una tazza di tè o fumando la pipa come Sherlock Holmes, avvolti da una miriade di autori e personaggi che ci scalderanno col calore di labirintici intrecci di storie.

 

 

 

 

 

Franco Pezzini
Victoriana. Maschere e miti, demoni e dèi del mondo vittoriano
Odoya, Bologna, 2016
pp. 448

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