“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 23 April 2014 00:00

Passeggiando con Barbara Santoro

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Dopo la bella mostra che FiorGen ha voluto dedicare alla città di Lucca sul tema Lucca, le storie, le mura, nella quale ben quaranta artisti toscani contemporanei hanno arredato – con la propria arte, con il proprio stile – le sale del Palazzo Guinigi, incontrando il favore del numeroso pubblico accorso, nuovamente la gran torre lucchese ospita la bellezza, la creatività, l’inventiva con l’esposizione FiorGen Arte Lucca − II Edizione, offerta pubblica degli autori che, da anni, dedicano la loro attenzione e parte delle proprie creazioni alla ricerca biomedica FiorGen.
Per l’occasione tentiamo un esperimento: farci guidare dalla curatrice della mostra, la dottoressa Barbara Santoro, perché i lettori de Il Pickwick possano traversare, sala per sala, l’intera mostra, guidati dai suoi passi, dalla sua voce d'inchiostro.

 

“Apre l’esposizione Francesco Nesi, i cui sogni pittorici assumono fattezze tonde, morbide, addolcite rivelando, tra voli di figure nel cielo ed astri tenuti da un filo, la costanza della ricerca di temi e motivi storico-letterari, capaci di alludere o di metaforizzare il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco.
Scorci di paesaggi  rigonfi, dalle curvature accoglienti, fanno così da richiamo ad una Toscana reale ma visualizzata attraverso il fantastico: guglie, tetti, piccoli o grandi edifici e palazzi, strade, monumenti celebri o dimenticati assumono i colori della fiaba, della favola, della cantilena immaginaria e popolare, apparentemente infantile ma invero eterna quanto eterni sono i racconti di un luogo. Completa l’insieme di natura e figure un’oggettistica variopinta, curata al dettaglio, che fa da ricchezza ulteriore a questa delicata espressione della fantasia artistica”.
http://www.youtube.com/watch?v=5Dn1zSFcMN0

 


“Nella sala B Giovanni Maranghi, già vicino a Primo Conti e Paolo Ghiglia, conferma la propria attenzione al dettaglio distorto, al preziosismo mimetico, all’originalità ritrattistica. Maranghi chiude lembi  di volti all’interno di coppe preziose, giocando con la seduzione femminile, tratteggiata – tra pallori e cromie – ora come plastico tratteggio parziale, ora come ornamento vitale e ulteriore.
Decorazione di una decorazione, viene da scrivere, per cui si assiste a un duplice gioco originalissimo: assumono quasi fattezza umana gli oggetti, simulacri di una grazia algidamente carnale, colta come si coglie l’anima estetica di chi si riflette in uno specchio stregato; ma diventano – queste coppe, capaci di rendere improvvisi minuetti d’appliques – anche il trionfo di una presenza effimera, passeggera, labile ma resa definitiva dalla pittura: afferrata dal segno, tenuta ferma ed eterna dal proprio colore, non svanisce la donna, splendida cesellatura che balugina”.
http://www.youtube.com/watch?v=ZxQvWliStwo

 

La sala C – invece – è dedicata ad Elio De Luca che poetizza visivamente il femminile mitico o quotidiano dandogli forma dai tratti aggraziati, tra candori resi ancora più candidi da un leggero bagliore lucente o da un caldo tramonto cascante.
Immerse in paesaggi terreni che sembrano composti dal bianco della pietra assolata, della sabbia o del sale – o in stanze in cui si trascorre il giorno lasciandolo andare – le figure di De Luca guardano ostentando occhi grandi, gemme affossate in solchi netti e anneriti, con cui contemplano ciò che le circonda per poi chinare il capo, come immerse in pensieri privati, in malinconie silenziose o in chimeriche atmosfere d’attesa. Sopra i grandi fogli di carta gialla che l’artista usa a preparazione dei pastelli il quadro con il grande angelo bianco svetta su tutti e il bimbo l’osserva, attonico, quasi stupito da tanto bagliore.
Capace di fissare il presente – pur con l’aggiunta d’antiche simbologie animali – l’arte di Elio De Luca inscena languori plastici su fondi monocromatici o da natura seccata e stilizzata: pervasa dal desiderio inesausto, piacerà ai sognatori, agli innamorati, ai poeti. Piacerà ai solitari.
http://www.youtube.com/watch?v=yUKXk-LmIwE

 

“Passato il corridoio, si giunge alla sala D nella quale Danilo Fusi immediatamente coinvolge per la capacità di generare effetti ottici plurimi, tra aderenza subitanea ad uno scorcio complesso, generato ad esempio da abbracci o da corpi interi e piegati, e la più calma contemplazione di un intensi sguardi primari, che s’impongono come cupo-gioiose espressioni di ritratti lividi, quasi ingialliti.
Fusi, delineando quasi un percorso fisico dal corpo al dettaglio del corpo, fissa la propria attenzione ai volti di donna, cercando – attraverso la resa eterna di un frammento visivo – l’evocazione di uno stato dell’essere nella ristretta cornice composta da sopracciglia, gote, labbra o mento: come se il centro del viso fosse il vero schermo dell’anima nostra, del nostro carattere.
Micromimica facciale, come approdo pittorico, tra palpebre semi-abbassate o pupille che guardano in alto, richiamando – chi passa, chi osserva, chi ammira – ad una possibile contemplazione partecipe, sottolineata spesso da un pennarello rosso.
http://www.youtube.com/watch?v=HP_Roq0zWIY

 
“La sala E vive delle opere di Lorenzo Lazzeri.
Lazzeri è capace d’immense evocazioni paesaggistiche, tra larghi orizzonti solitari in cui campeggia un fiore, uno o più animali, rarissima la sagoma sottile di un uomo e nelle quali – piuttosto – il vero padrone assoluto sembra il silenzio, che detta il suo verbo d’assenza; ma Lazzeri è noto anche per l’abilità con cui ridefinisce la povera vita dei poveri oggetti: una bicicletta, una porta cancello, due sedie si fanno icona, simboli, metafore materiche di sensazioni pittorico-sentimentali più complesse, profonde, sfumate.
Così, in questa occasione, offre come segni di un alfabeto visivo essenziale un’alberata nera, monocroma, cisposa, da cui sembra risalire – o discendere – una fievole atmosfera iscurita. Di contro il bianco bloccato dei pesci, centro mobile ma immobile di un tragitto tra il chiaro mosso del mare mentre s’alza, in opposizione diafana, un arbusto dai tocchi sporgenti che – quasi a bilanciare tutto il buio naturale precedente – albeggia chiarissimo, quasi pianta o creatura irreale”.
http://www.youtube.com/watch?v=qcX3R0WKeco

 
“La sala F è dedicata alla pittura di Andrea Stella che, simile ad un prezioso evocatore di panorami immaginari o paralleli e nascosti, definisce ritratti di mondi gremiti.
Così colonne spezzate, fiumi iridescenti, cortecce arabescate, muri screpolati ma ingioiellati da filamenti frazionati, cattedrali incantate e vetrate variopinte, grate o recinti di linee, fondali di caseggiati tra la riga e il fiorame definiscono quartieri quasi araldici, capaci di rammemorare quiete insicurezze, sentori angosciati ma anche struggenti stregherie malinconiche, furtivi incontri necessari, presenze dominanti e improvvise.
Melodia aurea espressa per accumulo, tra conglomerati crescenti e volute sporgenze sul basso, rimanda alle suggestive panoramiche dei palazzi nobiliari scomparsi, alle straduzze perdute tra i casermoni, ai cantucci di cittadine fantasma”.
http://www.youtube.com/watch?v=fcr-L9l7HjQ

 

“Sala G. Giovanni Sanesi. Il più giovane tra gli artisti che espongono. Senesi impatta con forza, imponendosi a chi accede alla sala con i suoi  primi piani trascendentali, tagliati talora sull’orlo, che sembrano gridare pur non gridando davvero.
Inquieto assemblage di volti fluorescenti, ingialliti oltre il massimo o cromati da un rosso o arancio ultra-video-tecnologico, lo stile di Sanesi offre così al visitatore una vampa costante di narici, di bocche silenti o socchiuse, di sguardi persi o impediti, quasi a simboleggiare l’impossibilità della contemplazione normale, della pratica ordinaria della visione tranquilla o tranquillizzante. Campeggia così un manipolo di effigi afflitte, snervate o disturbate, increspate dall’abuso subito da altre mani e da altre dita: in questo modo Sanesi produce la stessa cruenta emozione che si prova quando sappiamo di individualità cinicamente troncate, di vite impedite con la forza, di parole censurate da un bavaglio”.
http://www.youtube.com/watch?v=xeNM5hlQKAs


“Simile ad un Arcimboldo femminile che – per virtù fantastica e capacità artigianale nel lavorare la meraviglia – riesce a formare astute significazioni allegoriche, animali ingioiellati,  scatolosi affastelli di frutti, di alberi o panorami, Silvia Logi è l’unica donna presente in questa collettiva lucchese.
Silvia Logi raccoglie i materiali del mondo (legnetti, perline, bottoni, pezzi di mosaico, matite, fiori secchi, pietruzze, vetrini, carte luccicanti, conchiglie ad altro ancora), per farne nuova rarità permanente, nata dalla predisposizione alla visionarietà magica e all’abilità alchemica e pratica.
Come appassionata dal recupero minuzioso del minimo, del dimenticato e del futile, la Logi va alla ricerca di un ramo, di uno stelo o di un coccio, per farne elemento fondante di un nuovo componimento fantoccesco, ricucendo o incollando lembi di oggetti, rimanenze, frammenti che – riproposti in apparente concordia – generano puzzle giocondi e felici.
Splendida orologeria del perduto, in cui ogni cosa torna ad essere utile ed estetica, regala a chi visita la sala H – ed ai lettori de Il Pickwick –  il bello della ricomposizione anatomica, della rinascita arcana e botanica, della riviviscenza floreale o animale”.

 
“Infine. Nelle sale si alternano, arricchendole ulteriormente, anche le opere di due scultori: Paolo Staccioli e Marco Orsucci.
Paolo  Staccioli, affermato scultore che proviene dalla sperimentazione compiuta a Faenza sotto la guida di Umberto Santandrea, genera sagome, busti e figure ora solitarie ora poste in composizioni coreografiche da danza fissa, mostrando tutta la propria capacità nel modellare la ceramica. Iridescenza e lucentezza si diffondono, provenienti da manipoli magici, capaci di evocare con le  tecniche antiche (il lustro, la ceramica invetriata e la cottura a riduzione) nuovi effetti appariscenti. Per questo si resta ammirati dinnanzi all’immobile equilibrismo dei pieni, alle sproporzioni sbocciate dalla massa, alla metafisica dei piccoli simulacri scolpiti.
Marco Orsucci invece – allievo di Oscar Gallo e  insegnante di scultura al liceo artistico di Firenze – plasma  primi piani statuari, tra ghigni paladineschi, espressioni assorte, orgogli fanciulleschi o giovanili. D’immediato s’apprende, contemplando le sue opere, la sostanza teatrale, tutta contenuta nella forza di un gesto o di una forma facciale; nel pathos che emerge dalla posa di uno sguardo; in  una certa ansia che appartiene alle sue teste apparentemente impassibili ma invece vivissime, quasi pronte al respiro. Esplicita conferma nell’Arte, dunque, della sua attività di scenografo, esercitata per i grandi assiti della Penisola quali il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro La Scala a Milano, il Teatro Comunale di Firenze.
Le due nereidi guizzanti, scolpite con grande cura, sfuggono alle mani dell’osservatore ma rimangono intrappolate nel profondo del cuore. Tanta è l’armonia che diffondono intorno”.

 

Terminiamo inesausti, guidati fino all'uscita, dove ci riattende la visione di una Lucca sul cui rosso dei tetti batte il bianco chiaro di un tardo mattino primaverile, fitto e pulsante, quasi fanciullesco. Ultima visione in aggiunta, bellezza che si somma alla bellezza.

 

 

 


FiorGen Arte Lucca - II Edizione

a cura di Barbara Santoro
con la collaborazione di Alda Fratello (Assessore Cultura e Politiche Giovanili del Comune di Lucca), Alessandro Biancalana (Presidente dell'Opera delle Mura di Lucca)
opere di Elio De Luca, Danilo Fusi, Lorenzo Lazzeri, Silvia Logi, Giovanni Maranghi, Francesco Nesi, Marco Orsucci, Giovanni Sanesi, Paolo Staccioli, Andrea Stella
con il patrocinio di MiBAC-MInistero per i Beni e le Attività Culturali, Opera delle Mura di Lucca, Comune di Lucca
Lucca, Palazzo Guinigi, dal 19 aprile al 2 giugno 2014


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