“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Il Pickwick

Giovanni Raboni

"È vero che non bisogna confondere la critica con la maldicenza o il gioco al massacro; ma altrettanto vero e forse ancor più dannoso è confonderla con la complicità e la propaganda"

Claudio Lolli

“Potrò mai perdonare al Dio che non esiste di avere rovinato la mia adolescenza seduto su una pila immensa di riviste di donne nude prova della sua inesistenza”.

Cesare Garboli su "Le tre sorelle"

“Il risultato fu penoso: silenzio, imbarazzo, stupore. Si sentì volare la parola canovaccio; qualcuno chiese se si trattasse di una tragedia o di una commedia. Quasi tutti furono d'accordo nel giudicare il testo irrappresentabile. Fu così che Čechov − lo sguardo basso, le mani in tasca, a piccoli passi lentissimi − se la filò in albergo, sulla Tverskaia, senza farsi notare”

Herman Melville

“A questo mondo, compagni, il peccato in grado di coprire la spese viaggia liberamente e senza passaporto; la Virtù, qualora squattrinata, la fermano a tutte le frontiere”

Fondamenti del Teatro: Che attore è Carlo Cecchi?

"Quando vidi recitare per la prima volta Carlo Cecchi in una parte da protagonista (nel Borghese gentiluomo) provai una serie di sensazioni diverse.

Emanuele Trevi

"L'immagine semplice scaturisce dalla complicazione del racconto, proprio come la gioia è il frutto dell'infelicità della vita"

Giorgio Caproni

“Verità inconcussa. / La rima vulvare: la porta / cui, chi n’è uscito una volta, / poi in perpetuo bussa”.

Franz Kafka

"Credo di essere inutile"

Enzo Moscato

“Quando tutto manca, quando tutto ci delude, quando tutto appare come una disfatta irreparabile, forse una sola cosa mi resta sempre: 'a voce. È questa, per me, il piccolo scoglio su cui mi ritiro davanti alla visione di perigliose acque da cui sono scampato”.

Emanuele Trevi

“Noi entriamo in un cinema, soprattutto durante il giorno, quando iniziano il primo o secondo spettacolo, e dopo aver pagato un obolo, come si dice che le anime defunte lo pagano a Caronte quando arriva il loro turno, muoriamo al mondo: in modo transitorio e reversibile − non c'è dubbio − ma non meno reale e vincolante, perché c'è una parte di noi che non percepisce differenze sostanziali tra un fatto che accade davvero, come appunto la morte, e una rappresentazione o un simbolo, come lasciarsi alle spalle la luce del giorno per entrare nelle ombre di un cinema”

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