“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Zaira Magro

Elogio alla mandorla

“Resto sveglia a ricucire i passi che ho protetto da te
 pietra e mare, tu levighi il finale disegnato per me
Resto sveglia a ricucire i passi che ho protetto da te
Non fa male, il vuoto che hai lasciato è solo spazio per me”
.
 
(Respiro)

 

Qualunque impegno tu abbia in questi giorni e di qualunque umore sia, innamorati di Mandorle, il nuovo LP del duo napoletano Fede ’n’ Marlen.
Non sarà difficile, te lo assicuro. E non te ne pentirai.
Fatti accompagnare da Federica Ottombrino e Marilena Vitale in un ambizioso viaggio lungo quarantotto minuti, che profuma di terra ed ha il sapore di acqua di mare.
Fallo, nonostante questa recensione che non gli renderà giustizia e lo ridurrà a poco più che una raccolta di tracce.

Make-up per outsider o semplice tatticismo commerciale?

Quando mi sono imbattuta nel nuovo spot di Maybelline NY, rilasciato una settimana fa, non avrei mai pensato che ne avrei fatto materia di riflessione e, prima di scrivere questo articolo, mi sono interrogata molto sui reali motivi per cui avessi deciso di cimentarmi nella recensione di un video che in meno di due minuti mi ha creato non poche perplessità.
Chi mi conosce sa bene con quanto poco affetto io mi volga agli scaffali di prodotti di cosmesi, con cui ho fatto realmente conoscenza pochi anni fa, seguendo una scuola di pensiero secondo cui “almeno un filo di trucco nelle occasioni speciali è d’obbligo”.

Srebrenica, racconto di un massacro

“Vorrei non dovermi ancora una volta svegliare in mia compagnia”


 

Sto spanciata sul divano, con il libro tra le mani e la luce che filtra tra i rami dell’albero di Natale ad illuminarmi le pagine.
“Tutta colpa degli olandesi” esordisce una voce maschile alle mie spalle, distogliendomi dall’impeto distruttivo del colonnello Dick, che piange amare lacrime sulle sue mani insanguinate dai cocci di cornici ridotte in pezzi.
A Srebrenica, nei quattro giorni del genocidio in cui morirono tra gli ottomila e i diecimila musulmani bosniaci, erano presenti quattrocentoventinove caschi blu olandesi. Era il 12 luglio 1995.

Qui Mariam absolvisti

 

"Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice"
  (Luca 7:36-50)


Sei una ragazza che, stesa in un letto con il proprio bambino tra le braccia, chiede a sua madre di guardare la creatura che hai appena partorito.
Sei al matrimonio di tua cugina, quando tuo cugino ti conduce in una stanza e abusa di te.
Sei una ragazza di bell’aspetto e vai punita in modo precauzionale, per evitare che tu possa dare il peso alla tua famiglia di una nuova bocca da sfamare.

Abbiamo ancora bisogno di film come "Dukhtar"

دختر, Dukhtar.
Figlia.
Quello di Allah Rakhi (Samiya Mumtaz) non è un viaggio per salvare la vita della sua unica bambina, ma un viaggio verso la vita attraverso un vorticoso intreccio di vite.
Le immagini sulla locandina sono chiare: questa non è una commedia bollywoodiana, ma la tragedia di una bambina che si prepara inconsapevolmente al suo matrimonio combinato, usanza islamica molto comune.

"Anomalisa", la vacuità di una vita in stop motion

Può una pellicola del tutto priva di esseri umani spiegare cosa significhi esserlo e cosa voglia dire “sentirsi vivi”?
Michael Stone vive in un mondo di persone che non hanno caratteristiche che ne contraddistinguano l’unicità, né il volto né la voce, prestata da Tom Noonan a tutti i personaggi del film, bambini e donne comprese.

Page 2 of 2

il Pickwick

Sostieni


Facebook