“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Arianna Esposito

Il giorno dell'attesa che lascia poche emozioni

C’è tanta attesa per la rappresentazione teatrale del romanzo di Maurizio de Giovanni Il giorno dei morti, in tutti i sensi.
C’è l’attesa che precede l’apertura dei cancelli d’ingresso del magnifico Orto Botanico di Napoli, dove si è svolta la messinscena, ma c’è soprattutto attesa per l’inizio di quest’ultima che finalmente prende il via con una buona mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, ma come si dice, chi sa aspettare verrà premiato.

La forza muta delle parole non dette

Un pugno nello stomaco.
Gli anni bui della dittatura militare in Argentina scorrono in sessanta, intensi minuti sul palco di Galleria Toledo di Napoli dove è andato in scena Pedro e il Capitano per la regia di Lia Chiappara. Il testo, scritto dal drammaturgo uruguaiano Mario Benedetti nel 1979, ripercorre i drammatici momenti del dialogo tra la vittima e il suo carnefice, qui rappresentati dal capitano del regime e da Pedro, giovane perseguitato dagli esponenti del regime marziale che per anni hanno imperversato con metodi repressivi su gran parte dei territori ibero-americani.

Sul palcoscenico della vita con Dacia Maraini

Ancora una volta il verbo teatrale si conferma precursore delle mode e dei momenti della società futura. È questa la precisa sensazione che pervade lo spettatore dinnanzi alle battute della rappresentazione Pazza d’amore di Dacia Maraini per la regia di Emanuele Vezzoli, in scena al Teatro Elicantropo di Napoli.

L'anima forte delle donne

Donne: “Istruzioni per l’abuso”.
Dietro questo provocatorio gioco di parole, con cui Manlio Santanelli ha accompagnato la conclusione dello spettacolo Anime nude, che si è svolto proprio tra le mura di casa sua, si cela un’amara e triste realtà dei fatti. Non è un fenomeno purtroppo recente quello della violenza sulle donne, ma solo ora i media ci prestano attenzione e così molto, troppo spesso la cronaca rosa si tinge di nero. Cosa poter fare per contrastare questo imbarbarimento dei costumi che come tutti gli eccidi porta lo struggente e stridente prefisso di “idio”?

Il Teatro visto dal buco della serratura

Entrare in punta di piedi nelle vite altrui, rubarne squarci di dialoghi, interpretarne volti ed  espressioni... chi non ha mai pensato di farlo? Bene, l'ultima frontiera del teatro contemporaneo vi accontenterà, vi condurrà direttamente nelle stanze dell'intimità a un passo dagli attori. Precisamente al Chiaja Hotel de Charme di Napoli, dove all'interno delle camere dell'albergo, un tempo "allegro" postribolo partenopeo, va di scena DO NOT DISTURB – il teatro si fa in albergo  per la regia di Mario Gelardi.

La Grande Madre Russia di Gogol'

L’eccellenza della letteratura russa approda allo Stabile partenopeo. Vittorio Franceschi, nella doppia veste di autore e protagonista, porta in scena Il cappotto, ispirato all’omonimo racconto di Gogol', per la regia di Alessandro D’Alatri. La vicenda è improntata sulla parabola ascendente della vita grigia del copista Akakij Akakievič, che sogna un po’ di colore almeno nei capoversi che minuziosamente riscrive.

La bisbetica domata (?) secondo la vis comica di Laura Angiulli

“Una donna irosa è come una fontana intorbidita fangosa, brutta a vedersi, opaca, priva di bellezza, e finché è così, nessuno, per quanto a gola secca o assetato, si degna di sorbirne o toccarne una goccia”.
Con queste parole William Shakespeare descrive uno dei suoi personaggi più rappresentati a cinema e teatro, emblema della volubilità dell’animo femminile: Caterina Minola, in arte “La bisbetica domata”, portata in scena sul palco di Galleria Toledo di Napoli da Laura Angiulli.

Le vie (d'uscita) del Signore sono finite

Metti un testo di Manlio Santanelli che da trent’anni unisce buona parte di critica e pubblico sia in Italia che all’estero, affida la scena a due interpreti come Ernesto Mahieux e Rino Di Martino, cresciuti a pane e teatro, e otterrai una commedia brillante, divertente, sebbene venata dalle note malinconiche del passato.

Ad occhi chiusi sotto la pioggia bianca del paese di Saramago

Il bianco è un non colore. È la gradazione con cui si descrive un evento dalle sfumature dell’irrisolto, del vuoto, del non detto o del non fatto.
La scheda bianca, come un foglio bianco è una protesta muta, cieca come gli abitanti del paese immaginario narrato da José Saramago nel suo Saggio sulla lucidità, e portato in scena per l’apertura della stagione teatrale dell’Elicantropo da Carlo Cerciello con Tempo pessimo per votare.

L’amore inimitabile di Antonio e Cleopatra secondo Luca De Fusco

Amore e guerra.
“Se è vero amore, dimmi quant’è grande”.
Imprescindibile quanto semplicistico binomio che scatena imprevedibili conseguenze. Assioma valido oggi come ieri.
Lungimirante fu William Shakespeare a tradurre in versi questi impulsi dell’animo umano in una delle più famose tragedie di sempre: Antonio e Cleopatra, riproposto oggi da Luca De Fusco in un’inedita ed originale versione per la sesta edizione del Napoli Teatro Festival.

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il Pickwick

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