“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 18 April 2020 00:00

“Dov’è la libertà…?”: in omaggio a Totò

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“Casa mia, / stammo purtanno ‘o lutto tutte ‘e duie”: questi brevi versi fanno parte di una triste e toccante canzone scritta da Totò e cantata a squarciagola da Giacomo Rondinella (nei panni di un detenuto) mentre il principe De Curtis gli fa la barba. Il film in questione, Dov’è la libertà...? – il lettore lo avrà capito – è tutt’altro che comico.

Totò, protagonista assoluto del lungometraggio, è Salvatore Lojacono, un modesto barbiere che esce di prigione dopo più di vent’anni per aver ucciso un tale che gli ha insidiato la moglie. Poiché nel frattempo la consorte è venuta a mancare, Lojacono resta senza domicilio. Passa quindi da un alloggio provvisorio a un altro fino a quando non viene accolto dai familiari della moglie. I cognati lo metteranno a conoscenza di particolari poco edificanti sulla donna e, come se non bastasse, cercheranno di convincerlo a sposare una ragazza incinta di uno di loro. Venuta a galla la verità, il barbiere si rifugia nuovamente in prigione. Come farsi arrestare? Semplice, basta aggredire il proprio avvocato difensore con un morso all’orecchio.
In questo film il personaggio interpretato da Totò si distanzia completamente da altri interpretati dal Principe nei film coevi e anteriori. Pasquale Lojacono non ha nulla di surreale, né di clownesco, né di irriverente, né di divertente. È un piccolo uomo che non riesce a inserirsi nella società cambiata troppo repentinamente. L’elemento grottesco e amaro si riscontra nella fuga del barbiere dalla quotidianità di un contesto sociale in cui lui non si riconosce fino al punto da preferire di nuovo il carcere, l’unico posto a suo dire dove si possa ancora ritrovare un po’ di umanità.
Questa pellicola segna il primo incontro sul set tra Franca Faldini e Totò, conosciutisi da poco. Durante le riprese il principe sfoderò tutto il suo carisma e il suo fascino nobiliare per fare breccia nella giovane e bella attrice romana. A differenza di quel che si può pensare la Faldini non poche volte evidenziò la scarsa considerazione che il Principe aveva del cinema e di molti suoi film: “A Totò il cinema non dava nessuna emozione, lo considerava un lavoro come molti. Non si preoccupava assolutamente di sapere quale scena sarebbe stata girata a quel punto del film, aveva il grandissimo dono di entrare immediatamente nei panni del personaggio e di orientarsi a naso quasi senza sapere se si era all’inizio o alla fine del film, inventando regolarmente ogni volta”.
Dov’è la libertà...? segna altresì un altro importante incontro, quello tra il comico napoletano e uno dei maggiori critici cinematografici dell’epoca, Ennio Flaiano. Sue queste parole: “Nella primavera del ’52 Roberto Rossellini mi chiese se volevo aiutarlo a rivedere i dialoghi di un film che si chiamava Dov’è la libertà...?. Così conobbi Totò e, nei limiti delle nostre due timidezze, diventammo quasi amici. Totò era un signore, perlomeno del signore meridionale aveva la calma, la tolleranza, la cortesia. Salutava togliendosi il cappello, non faceva mai circolo intorno a sé, non raccontava storielle, né cadeva preda di quelle concitate allegrie o depressioni che, nel lavorio del cinema, sono il prodotto delle lunghe e inspiegabili attese!”.
Questo film rappresenta infine l’unico incontro professionale tra Totò e Rossellini (neanche tanto riuscito, a detta di Franca Faldini), e tra il principe De Curtis e Federico Fellini, subentrato a Rossellini nella ripresa delle ultime scene. Non aver lavorato mai più con Fellini rappresentò uno dei più grandi rimpianti del genio napoletano.
Il giornale L’Europeo, con un articolo del 9 maggio 1954, a firma “Vice”, elogia in questo modo De Curtis: “Totò è stato attore sensibile, intelligente. Rossellini gli ha ispirato uno dei personaggi più belli della sua carriera.[...]. In questo personaggio c’è un anima, e se fa ridere di meno e perché commuove e convince di più”.
I produttori sono due pezzi da novanta, Carlo Ponti e Dino De Laurentiis. Alberto Anile (uno dei più importanti biografi e studiosi del principe De Curtis) ci ricorda che a partire dal '51 la carriera di Carlo Ponti e Dino De Laurentiis si lega a doppio filo a quella di Totò. I due produttori conoscono bene il potenziale commerciale dell’attore, perché devono al successo delle sue pellicole l’opportunità di abbandonare la Lux e di fondare la Ponti-De Laurentiis. I due firmano con Totò un contratto triennale, che prevede per l’attore l’impegno di girare per la casa cinematografica ben dodici film.








Ciak si (ri)gira − Quarant’anni di cinema italiano (1945-1985)

Dov’è la libertà…?
regia Roberto Rossellini
soggetto Roberto Rossellini
sceneggiatu­ra Vitaliano Brancati, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Vincenzo Talarico
conTotò, Giacomo Rondinella, Franca Faldini, Vera Molnar, Leopoldo Trieste, Ugo D’Alessio, Mario Castellani, Antonio Nicotra, Nyta Dover, Salvo Libassi, Fernando Milani, Eugenio Orlandi, Giacomo Gabrielli, Andrea Compagnoni, Augusta Mancini, Ines Fiorentini, Thea Zubin, Fortunato Misiano, Pasquale Misiano, Nino Misiano, Pietro Carloni, Armando Annuale, Andrea De Pino, Maria Bon Roseto, Ines Targas
fotografia Aldo Tonti, Tonino Delli Colli
montaggio Jolanda Benventuti
musiche Renzo Rossellini
produzione Ponti-De Laurentiis Cinematografica, Golden Film
paese Italia
lingua originale italiano
colore bianco e nero
anno 1952
durata 87 min.

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