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Saturday, 25 January 2020 00:00

“Oh, Serafina!”: un insolito Pozzetto

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Negli anni Settanta, come nel decennio precedente, la cinematografia d’autore è molto attenta a descrivere i momenti più difficili della storia italiana. Molto vasta la produzione a cominciare da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, dalla strage di Piazza Fontana con l’avvio della “strategia della tensione” fino a Il giocattolo (1979) di Giuliano Montaldo, massima espressione della sfiducia nella giustizia, del cittadino che si ribella e si autoproclama giudice facendosi giustizia da sé. Un tema non poco sentito dai registi di quegli anni è l’ambientalismo.

Esempio calzante è Oh, Serafina!, pellicola del 1976 diretta da Alberto Lattuada e tratta dal romanzo omonimo di Giuseppe Berto. Si tratta di una vera e propria favola ecologista, con protagonista Augusto Valle, interpretato da Renato Pozzetto, un industriale tenero, svanito e ambientalista. Incapace di gestire l’azienda paterna, l’uomo sposa per amore Palmira, una sua operaia, interpretata dall’attrice Angelica Ippolito (conosciuta all’epoca soprattutto come attrice teatrale della compagnia di Eduardo De Filippo), che accetta invece la proposta per interesse e che provvede ben presto a farlo internare in un manicomio. Augusto è un uomo che ama la natura, fino a parlare con gli uccelli, come san Francesco. Nell’ospedale psichiatrico Augusto conoscerà la bella Serafina (Dalila Di Lazzaro), una figlia dei fiori, con la quale vivrà una storia d’amore sincera, pura e quasi fantastica. Il film si conclude in maniera fedele al libro, con un lieto fine, a riprova dell’atmosfera fiabesca in cui è avvolta la vicenda.
L’amore a tratti ossessivo del protagonista verso la Natura altro non è che la ricerca di un nido, nel quale rifugiarsi contro gli orrori dell’avidità di una società iperconsumistica. Il tutto è condito di un morboso erotismo, una sorta di viaggio di osservazione del corpo e della sessualità femminile, come accade in altri film della produzione matura di Lattuada, che qui esalta la bellezza e la sensualità di Dalila Di Lazzaro e Angelica Ippolito. Quest’ultima – grazie alla pellicola – risulterà nel 1977 vincitrice del David di Donatello come miglior attrice non protagonista; premiata anche, con il Nastro d’argento, la colonna sonora di Fred Bongusto.
Sorprende l’ottima interpretazione di Renato Pozzetto agli albori della sua carriera; sotto la direzione di Alberto Lattuada, l’attore abbandona la sua maschera comica per un film drammatico. L’attore varesino, spesso minimizzato dai critici, tocca l’apice della sua silente ma esplosiva comicità quando è diretto da grandi registi, come appunto Alberto Lattuada in Oh, Serafina! e Dino Risi in Sono fotogenico.
Fra i personaggi di secondo piano un cast di tutto rispetto, composto da Aldo Giuffré, Marisa Merlini, Enrico Beruschi e Gino Bramieri, oltre a un cameo dello stesso Lattuada.
Il film arrivò nelle sale circa due anni prima della Legge Basaglia (1978) e della riforma del sistema psichiatrico, che impose nel Paese la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici.





Ciak si (ri)gira − Quarant’anni di cinema italiano (1945-85)
Oh, Serafina!
regia
Alberto Lattuada
soggetto Giuseppe Berto
sceneggiatu­ra Enrico Vanzina, Alberto Lattuada, Giuseppe Berto
con Renato Pozzetto, Dalila Di Lazzaro, Angelica Ippolito, Aldo Giuffrè, Marisa Merlini, Enrico Beruschi, Gino Bramieri, Fausto Tozzi, Lilla Brignone, Alba Maiolini, Howard Ross, Brizio Montinaro, Gianni Magni, Ettore Manni, Renato Pinciroli, Franco Nebbia, Daniele Vargas
fotografia Lamberto Caimi
musiche Fred Bongusto
produzione Rizzoli Film
distribuzione Cineriz
paese Italia
lingua originale italiano
colore a colori
anno 1976
durata 96 min.

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