“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 23 November 2019 00:00

“Persona”: guarda dietro di te. Ricordati che sei un uomo

Written by 

“La scena rap è controversa” cantava Caparezza anni fa, per descrivere i suoi salti mortali in un genere così difficile. Complicato è soprattutto penetrare la scorza dura e il muro di volgarità che il rap spesso innalza. Si tratta di cantastorie moderni che raccontano la loro realtà, spesso così cruda che ci disgusta e allontana.

Non è questo il caso di Persona: ultimo intimissimo lavoro di Marracash, pseudonimo di Fabio Bartolo Rizzo. 
Il titolo è un omaggio esplicito al cinema di Ingmar Bergman e non solo, una prima chiave di lettura che apre la porta verso una fitta giungla di sentieri interpretativi: Dramatis Persona è la maschera dell’attore, ma anche Per (eccesso) Sona (suonare).
La raccolta è caratterizzata da brani tanto diversi tra loro, privata, potente e prepotente. Una vivisezione anatomica scandita da sottotitoli riferiti alle parti del corpo. Marracash è il nuovo messia del rap nazionale, risorto dopo quasi tre anni di silenzio per offrire la sua personale Eucarestia, pezzi della sua anima dannata: “C'è troppa poca fede rimasta, la gente non ci crede, ci casca”. 
Le collaborazioni sono molto ricercate, tante e ricche di giovani talenti del panorama musicale italiano. Da Coez a Mahmood, passando per Cosmo fino ad arrivare a Massimo Pericolo e Sfera Ebbasta. Tutti apostoli di messaggi a tratti apocalittici: una realtà crudissima, sbattuta nelle orecchie di chi ascolta senza pudori. Anche il reparto sound è molto variegato: un tripudio di omaggi alle radici del rap italiano, come Frankie Hi-Nrg mc, fino a toccare la Big beat di Fatboy Slim, che si mescolano talvolta nel pop più tradizionale, o inattese citazioni come “t’appartengo” di Ambra e rock italiano anni ’60 di “un ragazzo di strada” dei Corvi. Un brodo primordiale di sonorità che variano in continuazione, generando mash-up musicali e inaspettate soluzioni melodiche, così magnetiche da catturare l’attenzione invogliando ad arrivare fino alla fine.
Definirlo un album rap sarebbe riduttivo, si tratta di un disco da collocare al di sopra dei generi, che li attraversa tutti senza somigliare a niente. 
‘Marra’ si spoglia della sua divisa da cattivo ragazzo milanese e si mette a nudo: i pezzi sono di una disarmante attualità, come Greta Thunberg e Quelli che non pensano, a tratti autoironici Non sono Marra, o di una lucidità selvaggia come Supreme (l’Ego). 
Il disco vale l’ascolto, per chi vuole passarsi una mano sulla coscienza, sporca o pulita che sia, e comprendere davvero cosa significa vivere e cantare il nostro tempo: “Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti”.
“Perché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia” sottolineava la dottoressa alla giovane Elisabeth Vogler nel capolavoro bergmaniano, ed è proprio questo il nucleo energetico attorno a cui ruotano le rime taglienti di Marracash: un tentativo di svelare le maschere di falsità dietro cui si barrica la società attuale. Dai no vax, ai terrapiattisti, fino agli elettori della Lega, che hanno dimenticato le proprie radici, poiché “il sonno della ragione vota Lega”. Suono, musica e parole si trasformano in una sorta di vanitas pittorica, ma invece del teschio e della clessidra ci sono accuse, grida disperate e il pericolo d’estinzione che bussa alla nostra porta. Un ammonimento preciso di chi vive il disagio sulle proprie spalle. Il mito di un nuovo Sisifo, raccontato alla rovescia, che anziché spostare il masso, rimane schiacciato dai propri sensi di colpa, dai like ricercati in ogni social e dall’ego troppo gonfio del prossimo, che riduce il nostro spazio vitale: “Un giorno, tutto questo niente sarà tuo”.
Non si tratta di un abisso senza fine, ma dell’anima di un uomo-rapper apparsa, come in sogno, per raccontare la realtà in cui viviamo, scuotere le coscienze rimaste da troppo assopite e spingerle a cercare ancora la forza di lottare unite, soprattutto attraverso la conoscenza, l’arte e la musica, perché “Musica, tu allevi e mantieni l’anima intatta”.




Persona
Marracash
voce
Marracash
voci aggiuntive
Gué Pequeno, Coez, Massimo Pericolo, Mahmood, Tha Supreme, Sfera Ebbasta, Luchè, Madame, Cosmo
missaggio e mastering Andrea Suriani
produzione Marz, Low Kidd, TY1, Zef, Dardust, Charlie Charles, Demo Casanova, Rashaad Wiggins, Big Fish
etichetta Island
anno 2019
tracklist: 1. Body Parts − I denti; 2. Qualcosa in cui credere − Lo scheletro; 3. Quelli che non pensano − Il cervello; 4. Appartengo − Il sangue; 5. Poco di buono − Il fegato; 6. Bravi a cadere − I polmoni; 7. Non sono Marra − La pelle; 8. Supreme − L'ego; 9. Sport − I muscoli; 10. Da buttare − Il c***o; 11. Crudelia − I nervi; 12. G.O.A.T. − Il cuore; 13. Madame − L’anima; 14. Tutto questo niente − Gli occhi; 15. Greta Thunberg − Lo stomaco

Latest from Alberto Pirro

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook