“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 13 July 2019 00:00

Guida alla modernità della pittura di Masaccio

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Tommaso di ser Giovanni Cassai, detto Masaccio, nato nel 1401 a Castel San Giovanni, l’attuale San Giovanni Valdarno nell’aretino, può essere considerato colui che in pittura apre la stagione rinascimentale adottando una resa spaziale rigidamente sottoposta alle leggi della prospettiva scientifica, un uso accurato di luci e ombre finalizzato al conferire plasticità alle figure e una intensità emotiva senza precedenti.

La pittura con cui Masaccio si trova a fare i conti a inizio Quattrocento è ancora fortemente legata al clima tardogotico amato dalla committenza aristocratica ed ecclesiastica. L’attività del pittore si svolge quasi interamente a Firenze, ove ha modo di confrontarsi con altri due protagonisti della svolta rinascimentale: Brunelleschi e Donatello.
A questo assoluto protagonista della prima ora dell’epopea rinascimentale – epopea raccontata da Giorgio Vasari nelle due edizioni del 1550 e del 1568 del suo Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti – Daniela Pasqualini dedica il volume Masaccio. Guida ragionata alle opere di Masaccio in Italia (Odoya, 2019) che Raoul Melotto, nella Prefazione, descrive come “una documentatissima esplorazione del corpus di Masaccio, riportando questa tecnica al tempo in cui si sviluppò, alle regole dell’arte, ai suoi ricettari e segreti”. E, come accade per l’intera collana “Guide d’artista” pubblicata da Odoya (ci siamo già occupati dei testi dedicati a Bernini e Caravaggio), il volume invita “a visitare le periferie museali, come quella in Valdarno, per scoprire i prodromi di una carriera e i suoi desumibili apprendistati. Ci aiuta, infine, a capire che miracolo si sia compiuto con gli anni Venti del Quattrocento, quando Masaccio venne a dipingere a Firenze all’ombra dell’eroica cupola brunelleschiana che s’ergeva proprio in quei giorni, ed egli stesso era forse poco più di un’ombra, considerato lo scenario del tempo cui s’affacciavano personalità come Masolino d’Amico e Gentile da Fabriano”.
Insomma, un volume dedicato ad una personalità di primissimo piano nel panorama della nascente modernità artistica occidentale che accompagna i lettori e le lettrici sin davanti alla opere del grande pittore capace di tenere insieme mondano e sacro, come ebbe modo di sottolineare Roberto Longhi. Un volume, questo di Daniela Pasqualini, che, ricorrendo nuovamente alle parole spese da Melotto nella Prefazione, ci porta all’interno del “mondo dettagliato di Masaccio, costituito dalla concretezza dei gesti e degli oggetti, dalla pasta dei colori, dai corpi d’ombra. Un insieme di forme modellate e di colori intrisi, che può ancora meravigliarci se sapremo seguire il racconto dell’autrice, invitati ad ascoltare la voce dell’odierno parroco di Valdarno, a riscoprire le tappe di un discepolato, a rileggere le pagine di un ricettario artistico, a esplorare le regole politiche e sociali delle corporazioni e degli statuti d’arte del tempo. È uno scenario ricchissimo, che la perizia storica e la chiarezza espositiva di questa guida hanno saputo ricostruire. Sulle tracce dell’ombra di Masaccio”.
Se, come ricorda Pasqualini, Masaccio vive una stagione in cui il decorativismo tardogotico resta, ancora per qualche tempo, dominante, egli ha il grande merito di aver contribuito a dare la spallata definitiva a un sistema figurativo e con esso a un intero immaginario. A un’arte interamente piegata alla metafora e al simbolismo, ove le immagini, nella loro stilizzazione, palesano una voluta distanza rispetto al fenomeno naturale, assurgendo al ruolo di icone generali, l’arte masaccesca, recuperando precursori toscani attivi già nel secolo precedente, si dirige verso l’esaltazione dell’individuo reale, fatto di carne e ossa. L’uomo e il creato di cui ora si ritiene il centro, con Masaccio diventano oggetti di interesse di per se stessi, carichi di tutta la loro pregnanza terrena e la prospettiva, nella sua variante “scientifica”, costituisce  uno degli strumenti principali nell’indagine di una realtà fenomenica che ora si vuole “sbirciare dal buco della serratura” e riprodurre fedelmente nella sua appartenenza al tempo e allo spazio.
Il manifestarsi di una sensibilità tematica orientata in senso naturalistico si lega alla ricerca di un linguaggio figurativo in grado di interpretare in chiave moderna i portati della ritrovata fiducia nell’essere umano, liberando gradualmente le arti dai limiti posti dagli schemi stilistici tardogotici, fin lì tendenti a fissare l’opera in un’astratta e simbolica oggettività carica di decorativismo. La centralità dell’essere umano fa sì che il filtro soggettivo inizi a divenire misura semplificante e unificante della rappresentazione del mondo.
Nel masaccesco Adamo cacciato dal Paradiso terrestre della Cappella Brancacci si palesa con incredibile pregnanza il passaggio dalla pittura medievale a quella rinascimentale; quell’uomo “che si copre il capo conscio delle conseguenze del suo gesto, ci consegna l’immagine di un uomo nuovo, moderno, razionale (perché consapevole) ed estremamente umano ed emotivo”.
Nel contestualizzare le scelte stilistiche introdotte nel XV secolo all’interno delle profonde trasformazioni che attraversano, prima che altrove, la società fiorentina e, più in generale, toscana, dell’epoca, lo studioso Arnold Hauser nella sua Storia sociale dell’arte sostiene che nell’arte rinascimentale “si esprime la stessa avversione per tutto ciò che sfugge al calcolo ed alla prova, che si trova nell’economia del tempo, che apprezza il metodo, il calcolo, la convenienza; lo stesso spirito che pervade l’organizzazione del lavoro, la tecnica commerciale e bancaria [...]. Tutta l’evoluzione artistica s’inserisce nel generale processo di razionalizzazione. L’irrazionale perde ogni efficacia”. In linea con il ragionamento di Hauser, è allora possibile vedere nella svolta stilistica impressa alla storia dell’arte da Masaccio, il rinnovamento di un intero immaginario che apre a quella modernità occidentale che resterà in auge sino al termine del XIX secolo.
Pasqualini, nel realizzare il volume, si interroga anche circa i motivi per cui Masaccio, nel corso dei secoli ha continuato a entusiasmare. “Piace ai suoi contemporanei vissuti nel Quattrocento perché nella sua pittura la forma è plastica, i volumi sono essenziali e monumentali, puri, e per questo piace anche agli artisti del Novecento italiano, che vedono in lui una via per il recupero della forma, ormai distrutta dalle Avanguardie storiche. In queste sommarie ragioni non si trova tuttavia una risposta definitiva che aiuti a comprendere il fascino della pittura di Masaccio: infatti Masaccio rappresenta un punto d’inizio, porta a una svolta che apre una vasta gamma di possibili interpretazioni. Lascia pertanto un percorso aperto, destinato ad avere molteplici sviluppi e riprese nel corso dei secoli successivi”.
Il libro, oltre a ricostruire la vita dell’artista, presenta una serie di schede relative a La cultura ai tempi di Masaccio (Le origini del Rinascimento a Firenze; Oligarchia degli Albizi; La ricchezza a Firenze; L’istituzione dell’Ufficio del Catasto a Firenze; Le Arti a Firenze; La preparazione della pittura su tavola; Ricette, ricettari e trattati; Il fascino dell’oro e la tecnica della punzonatura; Il prezzo dell’arte) e una puntuale Guida ai Percorsi ragionati alla scoperta di Masaccio in Italia corredata da dettagliate informazioni circa il raggiungimento dei luoghi, gli orari d’apertura, i link suggeriti e altro. Si trovano qui i seguenti itinerari: Museo Masaccio; Firenze (Cappella Brancacci; Museo Horne; Galleria degli Uffizi; Santa Maria Novella); Pisa (Museo Nazionale di San Matteo) e Napoli (Museo Nazionale di Capodimonte). Uno spazio è poi concesso alle Attribuzioni controverse, allo scritto Prima e dopo Masaccio, a un Glossario e ad una Bibliografia minima consigliata dall’autrice.





Daniela Pasqualini
Masaccio. Guida ragionata alle opere di Masaccio in Italia
Odoya edizioni, Bologna, 2019
pp. 208 – Volume illustrato

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