“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Friday, 02 June 2017 00:00

Forme e modelli della serialità televisiva

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Le serie televisive, oltre a divertire il pubblico, sono prodotti narrativi che consentono di comprendere meglio la società e la cultura dei nostri tempi. A partire da tale convinzione Giorgio Grignaffini ed Andrea Bernardelli hanno recentemente pubblicato per Carocci editore Che cos'è una serie televisiva, un piccolo manuale utile a comprendere questa particolare forma di narrazione audiovisiva. Il volume è articolato in quattro sezioni principali: nella prima si passano in rassegna le modalità di classificazione della serialità televisiva definendone formati e generi narrativi, nella seconda si traccia una storia delle produzioni americane ed italiane, mentre le ultime due sezioni forniscono rispettivamente una descrizione dei processi ideativi e produttivi ed un tentativo di delineare lo sviluppo futuro della serialità televisiva.

Da parte nostra, in questo scritto, ci soffermeremo sulla parte del volume che ci consente di ricavare una mappatura di forme e modelli delle produzioni seriali televisive riservandoci di tornare sul lavoro dei due studiosi per quanto riguarda la storia delle produzioni televisive seriali americane e italiane.
Grignaffini e Bernardelli, dopo aver constatato come nel contesto culturale contemporaneo le serie televisive rubino sempre più la scena alla letteratura ed al cinema, definiscono la narrazione da un punto di vista formale come una pratica sociale in cui viene condiviso un racconto al fine di scambiare informazioni. Gli studiosi passano poi a prendere in considerazione le funzioni culturali principali della pratica narrativa: organizzare l'esperienza o il vissuto; fornire una concezione del tempo; elaborare il “senso della fine”; trasmettere l'autorappresentazione di una cultura. Circa gli elementi caratteristici di una serie o ciclo narrativo nel volume sono indicati: la ricorrenza di eventi simili; la similarità strutturale tra le sezioni; la ciclicità incentrata sul ritorno del già noto.
La serialità narrativa non è certo un fenomeno recente, tanto che se ne possono individuare manifestazioni nei racconti mitologici antichi, nei cicli omerici, nelle saghe nordiche, nei cicli medievali e via dicendo lungo l'intera storia della letteratura fino ai nostri giorni. Grigaffini e Bernardelli indicano come il concetto di serialità subisca però un mutamento importante nel corso della società industriale ottocentesca avviata verso l'avvento della cultura di massa e dei relativi mezzi di comunicazione. Con la produzione in serie nasce anche una produzione culturale seriale. “La serialità della narrazione non è più 'tradizionale', vale a dire legata a una modalità di conservazione della tradizione, ma diventa anch'essa produzione industriale, in cui la ripetitività e la ciclicità sono il frutto della standardizzazione” (p. 14). Di pari passo alla serialità produttiva, sottolineano gli autori, si definisce una serialità della fruizione.
Storicamente la narrazione seriale è basata sulla frammentazione della linearità (segmentazione in puntate di un'unica linea narrativa) e sulla ripetitività di uno schema (riproposizione di un medesimo schema ad ogni puntata). Nel primo caso abbiamo una trama lunga segmentata in puntate, nel secondo uno schema narrativo ripetuto in ognuno dei tanti episodi. In entrambi i casi si parte da un universo narrativo di base con unità di ambientazione e nucleo di personaggi definito in linea con la produzione industriale che si afferma verso la metà dell'Ottocento.
Da qualche decennio a questa parte la televisione è probabilmente la principale fonte di racconti e narrazioni; gli stessi programmi d'intrattenimento e d'informazione sono strutturati su modalità narrative e lo stesso accade per le pubblicità, non di rado costruite come brevi episodi narrativi seriali. Al di là della narrativa intesa come principio ordinatore del senso, ad interessare Grignaffini e Bernardelli è il racconto finzionale “che costruisce un mondo possibile narrativo e che stabilisce uno specifico patto comunicativo con il fruitore di questa narrazione, che sa di assistere a una 'finzione'” (p. 17).
Passando in rassegna i generi e le forme dalla serialità televisiva gli studiosi ricordano come convenzionalmente con telefilm o serie televisiva si faccia riferimento ad “un prodotto di fiction concepito per la televisione, articolato in episodi o puntate, vale a dire da segmenti di racconto in sé conclusi o collegati tra loro, a formare cicli stagionali che presentano personaggi fissi invariabili, caratteri strutturali costanti e un'ambientazione caratteristica e per lo più invariante” (p. 18). Se originariamente l'espressione TV series viene utilizzata nei soli Paesi anglofoni, mentre in Italia si ricorre a lungo al termine telefilm, da qualche tempo anche in ambito italiano è entrato in uso parlare di serie televisive.
La serialità televisiva è solitamente suddivisa nelle categorie della serie e del serial in base alla continuità o discontinuità tra i diversi segmenti narrativi. Il serial è un prodotto “articolato in segmenti narrativi in continuità e consequenzialità tra di loro detti puntate; [...] una trama potenzialmente continua che viene divisa e ripartita in segmenti” (pp. 18-19). Vi possono essere forme di serialità potenzialmente infinite, come nei serial drama che vanno dalla soap opera nordamericana Sentieri (The Guiding Light, NBC, 1952-2009) al real drama inglese EastEnders (BBC One, 1985-in produzione) fino alla lunga serialità italiana di Un posto al sole (Rai3. 1996-in produzione). Vi sono forme di lunga serialità in cui esiste una conclusione narrativa anche se continuamente posticipata (es. telenovela sudamericana). La serie è basata sulla discontinuità, sulla mancanza di sequenzialità tra i vari episodi che la compongono. In questo caso viene reiterata la stessa struttura narrativa in ogni episodio senza che vi sia un'evoluzione cronologica o dei personaggi. Si tratta di una serialità “priva di memoria” che all'aprirsi di ogni episodio azzera i precedenti come in Perry Mason (CBS, 1957-66). Al di là delle distinzioni di comodo tra serial e serie, nella realtà dei fatti le diverse produzioni televisive, suggeriscono gli studiosi, potrebbero essere collocate lungo una linea che va da un grado zero di serialità (TV movie) sino ad una potenziale sequenza infinita di episodi narrativi (serial drama del tipo soap opera “aperta”).
Oltre ad una classificazione in base al formato ed alla struttura narrativa, le produzioni seriali televisive  possono essere suddivise in base al modo con cui viene narrata la storia; comico/tragico, commedia/dramma, situation comedy/drama series. Inoltre, una terza modalità di classificazione riprende il sistema dei generi già in uso nel cinema, nel fumetto ecc: western, thriller, medical ecc. con tutte le possibili ibridazioni del caso.
Nel volume vengono dunque passati in rassegna i principali formati delle serie televisive.
Serie antologica: i diversi episodi presentano personaggi e contesti diversi ma antologizzati da un comune genere narrativo e, spesso, da una figura che presenta tutti gli episodi come in Alfred Hitchcock Presents (CBS, 1955-62).
Serie “classica” o a episodi: autosufficienza narrativa e cronologica di ogni episodio ma con luoghi, situazioni e personaggi che si ripetono come in Colombo (Columbo, NBC, 1971-78).
Serie “a narrativa cumulativa”: episodi in sé conclusi ma con legami e riferimenti ad altri episodi come in Magnum P.I. (CBS, 1980-88).
Serie serializzata: detta “ad incastro”, ove pur essendovi all'interno di ogni episodio una linea narrativa che si conclude, è presente un'ulteriore linea narrativa che garantisce una continuità interepisodica con una propria evoluzione e conclusione coinvolgente più episodi o l'intera stagione come nel caso di E.R. Medici in prima linea (ER, NBC, 1994-2009).
La serie serializzata in Italia: una variante della serie serializzata nordamericana composta però da un basso numero di puntate di durata cinematografica (i canonici novanta minuti), come ne Il maresciallo Rocca (Rai2, 1996-2008).
Serie serializzata o serial: tendenza recente statunitense in cui il singolo episodio è accessorio alla continuità cronologica tra le puntate; non si tratta di veri e propri episodi che giungono ad una conclusione tanto che, in molti casi, si interrompono in un momento di tensione che verrà ripreso nell'episodio successivo. Come esempi si possono indicare I Soprano (The Sopranos, HBO, 1999-2007), Desperate Housevives (ABC, 2004-2012), Lost (ABC, 20004-10), The Walking Dead (AMC, 2010-in produzione) ecc. In tali produzioni viene fatto ricorso ad una tecnica narrativa che prevede la compresenza in parallelo di varie trame su più puntate. Secondo gli studiosi si possono individuare precedenti in produzioni degli anni Ottanta come Dallas (CBS, 1978-91).
Serie antologica (stagionale): si tratta di un formato ibrido di recente introduzione in cui ogni stagione apre un nuovo arco narrativo come in True Detective (HBO, 2014-2015) e Fargo (FX, 2014-in produzione).
Miniserie: modalità ibrida, molto utilizzata nelle produzioni italiane, che può essere descritta come un serial continuo di pochi episodi. La miniserie deriva dal romanzo sceneggiato – ad esempio Il mulino del Po (Programma Nazionale, 1963) – degli albori della tv italiana e presenta una fiction di poche puntate di taglio cinematografico come Paolo Borsellino (Canale 5, 2004).
TV movie in serie: si tratta di produzioni simili a singoli TV movie che divengono seriali in quanto replicano il medesimo mondo narrativo con una figura di protagonista che resta costante come avviene in Il commissario Montalbano (1999-2016). Si tratta di una sorta di antologizzazione seriale di singoli TV movie.
Nell'ambito delle serie televisive solitamente si opera la macrodistinzione tra comedy e drama series. A proposito della situation-comedy (sit-com), che appartiene al primo ambito, Grigaffini e Bernardelli fanno notare come in ambito nordamericano questa manifesti tendenzialmente una chiusura “a morale”: i protagonisti, dopo mille peripezie dal sapore comico, giungono ad una conclusione che si propone come insegnamento morale come nel caso della fortunata serie I Robinson (The Crosby Show, NBC, 1984-92). Nella sit-com italiana, invece, tende a prevalere l'aspetto ludico fine a se stesso come avviene nella longeva Casa Vianello (Canale 5, 1988-2005; Rete 4, 2006-2007). Nelle serie televisive drammatiche – drama series – i generi derivano da altri media seriali (romanzo d'appendice, cinema e fumetto), dunque la classificazione riprende la narrativa di genere. Abbiamo allora il Giallo classico o “a enigma” – La signora in giallo (Murder, She Wrote, CBS, 1984-96) – il Poliziesco o giallo d'azione – Le strade di San Francisco (The Streets of San Francisco, ABC, 1972-77) – il Legal – The Good Wife (CBS, 2009-in produzione) – il Western – Alla conquista del West (How the West Was Won, ABC, 1976-79) – la FantascienzaStar Trek (NBC, 1966-69) – il Fantastico/HorrorAmerican Horror Story (Fox, 2011-in produzione) – il Medical o HospitalGrey's Anatomy (ABC, 2005-in produzione) – il genere TeenLa vita segreta di una teenager americana (The Secret Life of the American Teenager, ABC, 2008-2013).
Esistono, inoltre, svariate possibilità di ibridazione come nel caso di drama + comedy (dramedy) ed in tale ambito si può far riferimento a Six Feet Under (HBO, 2001-05). Invece in Law and Order. I due volti della giustizia (Law and Order, NBC, 1990-2010) si intrecciano il poliziesco ed il legal pur restando all'interno di quel macrogenere definito procedural.

 



 

 

Giorgio Grignaffini, Andrea Bernardelli
Che cos'è una serie televisiva

Carocci editore, Roma, 2017
pp. 128

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