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Friday, 04 March 2016 00:00

"Lo chiamavano Jeeg Robot": supereroi alla romana

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Un buono, un cattivo e l’eterno scontro tra il bene e il male, una donna da difendere e una timida storia d’amore condita dal dramma che, però, si rivela catartico. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per una storia di supereroi in piena regola, come quelle raccontate dai cartoni giapponesi che hanno accompagnato l’infanzia della generazione nata negli anni Settanta. Il film è Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti, uscito nelle sale cinematografiche lo scorso 25 febbraio e già diventato un grande successo di pubblico.

Il supereroe in questione è Enzo Ceccotti, che ha il volto di Claudio Santamaria, ingrassato di venti chili per interpretare il personaggio, un ladruncolo della periferia romana, appassionato di film porno, con seri problemi relazionali. Ceccotti (il nome è tutt’altro che eroico) vive di espedienti. Durante una fuga in seguito a un furto è costretto a immergersi nel Tevere ed entra in contatto con delle sostanze radioattive che si sprigionano da alcuni contenitori depositati sul fondo delle acque. Il giorno dopo si sveglia dotato di una forza eccezionale che lo rende invincibile. Giusto il tempo di rendersene conto (gli sparano, cade dal nono piano e non muore) e subito decide di mettere a frutto i nuovi poteri per incrementare la sua attività criminale. Sebbene a Ceccotti interessi solo far soldi per continuare a condurre indisturbato la sua squallida esistenza fatta di budini, sigarette e filmini pornografici, non riesce a passare inosservato, soprattutto quando le telecamere di una banca lo inquadrano mentre si porta via lo sportello del bancomat intero. Sfortunatamente per lui, finisce anche per attirare l’attenzione di un piccolo boss di periferia che sogna in grande desiderando di raggiungere il potere e la notorietà con le sue azioni criminali, e che vede in lui sia un ostacolo che un possibile alleato.
Il cattivo in questione è Luca Marinelli/lo Zingaro, protagonista morale del film, che con la sua interpretazione “schizzata” riesce a dare vita a un personaggio assolutamente unico. Marinelli interpreta la follia allo stato puro, che si può leggere chiaramente nei primi piani dei suoi occhi iniettati di avidità, ma non senza punte di ironia. È crudele e uccide senza rimorso anche gli amici più stretti quando non sono più dalla sua parte, ma allo stesso tempo è vanesio fino al ridicolo e desidera diventare una star, anche se della malavita. Di tentativi differenti ne aveva già fatti in passato. Nel suo ufficio-covo, infatti, campeggia un manifesto che lo ritrae nel cast del programma televisivo Buona Domenica di molti anni prima. È eccezionale la scena in cui lo ritroviamo in un night, vestito di lustrini e truccato di tutto punto con abbondante ombretto nero, che canta Un’emozione da poco di Anna Oxa, davanti a un pubblico formato dai suoi scagnozzi e da un boss della camorra con il suo clan al seguito. Esibizione che, se non fosse inserita in un contesto così volutamente ridicolo, sarebbe da dieci e lode.
Per buona parte del primo tempo non si capisce bene in che direzione andrà il film, che si destreggia tra scene violente alla Romanzo criminale (serie tv), attentati bombaroli nella Capitale e dialoghi surreali, come quello tra Santamaria e la figlia di un suo vicino di casa (interpretata da Ilenia Pastorelli), malavitoso anche lui, convinta che Jeeg Robot esista davvero. Sarà proprio lei, bisognosa di protezione dopo la morte del padre, a convincere Cecconi che lui è il vero Hiroshi Shiba (Jeeg Robot) e che con i suoi superpoteri può fare del bene agli altri. E, soprattutto, lo convincerà del fatto che fare del bene è bello e avere degli amici riempie il cuore. Ma è solo nel secondo tempo che la trama del film si trasforma in quella di un vero e proprio cartone animato di robot, pur sempre in versione “de’ noantri”.
I due protagonisti vengono promossi e, svestiti i panni dei piccoli malviventi, si trasformano a tutti gli effetti in supereroi che, tra serrati e violenti combattimenti a mani nude, non mancano di strappare un sorriso in sala agli spettatori. Quando Cecconi e lo Zingaro si fronteggiano faccia a faccia per la prima volta, l’espressione del cattivo alla vista dell’eroe buono è soltanto un romanissimo “Ahò!”. Il buono e il cattivo, Santamaria e Marinelli, sono senza dubbio il perno del film intorno a cui gravitano gli altri personaggi, funzionali per lo più a esaltare le personalità dei due protagonisti. Spicca, tra gli altri, Ilenia Pastorelli per la sua interpretazione di una disadattata che poi tanto fuori di testa non è. Lei, che ha deciso di vivere nel suo mondo fatto di supereroi e personaggi di fantasia probabilmente per fuggire da una realtà di abusi e violenze, riesce ad aprire gli occhi al buon Cecconi che si redime e sceglie la via del bene. Senza nulla togliere a Claudio Santamaria, perfetto nel ruolo del ragazzo schivo e chiuso in se stesso che all’inizio si esprime solo con pochi e rari mugugni, Luca Martinelli è senza dubbio la personalità più forte del film che si impone sulle altre e probabilmente, con questa ultima pellicola dopo il successo di Non essere cattivo, si è guadagnato di diritto un posto nella cinematografia italiana. E poi, si sa, il cattivo è sempre il più simpatico!
È un film che incuriosisce, che a tratti lascia perplessi per alcune lungaggini forse evitabili, ma che, quando prende la direzione definitiva, diverte senza riserve. Tutto già visto, forse, ma mai raccontato in questo modo. Sullo sfondo della storia campeggia la città di Roma, il dialetto dei bassifondi, lo squallore della piccola criminalità organizzata e uno dei simboli popolari della città eterna: lo Stadio Olimpico. Non mancano le sparatorie, gli ammazzamenti e il sangue a volontà. Un po’ di sana violenza che non guasta mai... almeno per gli amanti del genere.

 

 

 

 

 

Lo chiamavano Jeeg Robot
regia
Gabriele Mainetti
soggetto Nicola Guaglianone
sceneggiatura
Nicola Guaglianone, Menotti
con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Gianluca Di Gennaro, Daniele Trombetti
fotografia Michele D'Attanasio
musiche Gabriele Mainetti, Michele Braga
produzione Goon Films, Rai Cinema
distribuzione Lucky Red
paese italia
lingua originale italiano, romanesco
colore a colori
anno 2015
durata 112 min.

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