“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 07 May 2014 00:00

Pickwick goes to Comicon! Parte #2 – Fin

Written by 

Giorno 03

Nel terzo giorno del Salone Internazionale del Fumetto, che si è tenuto a Napoli dal 1° al 4 maggio, già dal mattino un cielo plumbeo e nuvoloso ha accompagnato la nostra traversata, seguito a ruota da una pioggia piuttosto fastidiosa, che non ha, però fermato tutti. Nonostante parte delle persone abbia abbandonato la mostra, i padiglioni interni si sono comunque riempiti di tutti quelli che, tra una spallata e uno "scusi, permesso", si affollavano davanti agli stand di fumetti per cercare i loro supereroi preferiti. E proprio di questi ragazzoni con i superpoteri hanno parlato Giuseppe Camuncoli, uno dei disegnatori più apprezzati in Italia e che ha collaborato con le più importanti case editrici, Marco Marcello Lupoi, il direttore publishing della Panini Italia, Diego Malara, giornalista e curatore di 9L, Alessio Danesi, Direttore editoriale di RW-Lion (cioè quelli che pubblicano i fumetti DC Comics in Italia) e Stefano Perullo, esperto e appassionato di fumetti, di cui scrive da molti anni, e titolare della fumetteria Comix Factory.

Durante questo incontro è emerso come la produzione cinematografica e fumettistica sul tema siano legate da una forte sinergia. Il "cinefumetto" così come lo conosciamo oggi è infatti figlio dell'era '00, nonostante la tecnologia fosse già presente prima, ed è approdato sul grande schermo con il primo X-Men (quello diretto da Bryan Singer). Il ritardo? Un po' è stato dovuto a una questione di diritti d'autore (tra tutte le persone che danno vita a un albo a fumetti sembra anche normale), ma soprattutto ai rischi in cui si incorreva: Hollywood infatti ha "scommesso" su un pubblico generalmente di nicchia, su un prodotto che incorreva nella possibilità di rifiuto da parte dell'audience mainstream. Come la storia ci insegna, però, non è affatto andata così: il filone si è subito rivelato una vena d'oro, e tra i tanti, tantissimi eroi dei nostri sogni siamo arrivati al 2014, nella "phase 2" del progetto Marvel (dai, chi è che non sta aspettando Guardians of The Galaxy?), dopo aver appena lasciato alle spalle Captain America: The Winter Soldier e 300: L'alba di un impero, e mentre aspettiamo – vedi un po' le coincidenze – proprio l'ultimo capitolo della saga dei mutanti guidati da Charles Xavier, X-Men: Days of Future Past. E non solo: come dimenticare la trilogia targata DC Comics e firmata da Nolan, che ha riportato sugli schermi Batman (e il personalissimo Joker del compianto Heath Ledger)? Questo nuovo trend, inoltre, ha dato anche la possibilità agli autori di grido di dare vita a fumetti tutti loro, alcuni dei quali sono poi diventati dei film niente male (un esempio su tutti Frank Miller's Sin City, oppure 300), e gli stessi grandi editori hanno un po' abbracciato questa linea, tanto da iniziare a produrre da sé i propri film (Marvel docet). Ok, ma tutti questi supereroi al cinema fanno bene al fumetto? La risposta è un deciso sì: la complicità fumetto-cinema è davvero positiva, dato che le pellicole tratte dalle tavole dei migliori disegnatori hanno portato il fumetto a quella fetta di pubblico che di questo mondo magari non si era mai interessata, ampliando il mercato, dando un buon impulso alle vendite e diffondendo "il verbo" di china e colore.
E i supereroi non erano solo al cinema: uno degli eventi più attesi al Comicon è stato senza dubbio quello in cui gli eroi escono dalle pagine dei fumetti e dagli schermi dei videogiochi per calcare il palco del Cosplay Challenge Pro. I venti migliori cosplayer (cioè gli appassionati di costume-play, quella pratica che consiste nel vestire i panni e interpretare i modi di personaggio riconoscibile), si sono sfidati all'ultimo costume per decidere chi sarebbe stato il finalista italiano che parteciperà all'EuroCosplay Championship 2014, che si terrà il 25 ottobre a Londra. A condurre l'evento due ottimi presentatori: Luca Panzieri, di Cosmoviex, e Gabriella Orefice, meglio nota nell'ambiente cosplay come Mogu, una veterana nel campo. Il livello della competizione quest'anno era senz'altro alto: dall'armatura cesellata del cacciatore di Monster Hunter, al trucco perfetto nei dettagli della Beatrice di Dante's Inferno, passando per Katniss di Hunger Games, che sul palco ha cambiato in una manciata di secondi ben tre abiti, e un'accurata interpretazione del protagonista del manga Berserk, Gatsu: tutti i partecipanti hanno dato il meglio di sé, e senza dubbio hanno reso difficile il compito dei giudici, che dopo una lunga (e sofferta) riflessione, hanno deciso di premiare le abilità creative e l'interpretazione di Valerio, che con il suo personaggio "The Illusionist" si è guadagnato un volo diretto per Londra, per difendere il podio guadagnato dalla vincitrice della scorsa edizione del Pro.
E sempre restando in tema di premiazioni, un altro evento attesissimo era la cerimonia del Premio Attilio Micheluzzi 2014, il riconoscimento dedicato al noto fumettista italiano scomparso nel 1990. La giura di quest'anno era composta dal papà di Lupo Alberto, il fumettista Silver nel ruolo di Presidente,  Davide "Boosta" Dileo (sì proprio quello dei Subsonica), Stefano Gorla, il direttore de il Giornalino, i registi Stefano Incerti e Sergio Stivaletti. Non sono mancati il Premio Nuove Strade, che vede la collaborazione con il Centro Fumetto Andrea Pazienza, andato alla giovane Bianca Bagnarelli (che uscirà in Italia a breve con Fish, per la BAO Publishing), e il Premio Speciale XL, assegnato alla miniserie Orfani creata da Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari per la Sergio Bonelli Editore.
E sul finire della terza giornata, nonostante la forte presenza di appassionati e/o semplici curiosi del fumetto in tutte le sue forme, i colori delle pagine non sono bastati a distrarre dal grigio del cielo e anche un po' della manifestazione: al di fuori del contest quest'anno è sembrato che i cosplayer amatoriali non girassero molto per il salone. Parliamoci chiaro: non è che non ce ne fossero, ma se vogliamo usare come termine di paragone gli oltre cinquantamila ingressi staccati ai botteghini, la percentuale di amanti al costume-play si perdeva nella marasma, spuntando ogni tanto e un po' a fatica tra la folla presente anche in quel giorno di pioggia. Una nota di colore che magari per molti è passata inosservata (in fondo è il "salone internazionale del fumetto" non del cosplay), ma che gli altri anni era di sicuro un elemento che dava un carattere tutto particolare a una manifestazione che sta crescendo in maniera esponenziale.

 

Giorno 04 – It's the final countdown!

L'ultimo giorno della manifestazione il sole ha deciso di far capolino per parte della giornata e i cosplayers questa volta si sono fatti attendere di meno: sul palco esterno della manifestazione, dove nei giorni scorsi si sono succeduti gruppi k-pop, k-rock, j-pop, le idol giapponesi e gli idoli delle folle direttamente da Youtube (davanti a loro c'era una folla urlante degna di un concerto rock), è stato dato il via alla Comicon Cosplay Challenge, una competizione aperta a tutti e ancora guidata da Gabriella "Mogu" Orefice e Luca Panzieri. Sul palcoscenico si sono susseguiti tantissimi ragazzi, in gruppo o da soli, ciascuno di loro con un solo obiettivo: la partecipazione al World Cosplay Summit che si terrà in Giappone questo agosto. Tra alti e bassi ad aggiudicarsi il contest quest'anno è stato Matteo, che grazie alla cura nel preparare il suo costume di Dracula si è guadagnato un biglietto aereo per la manifestazione di settore più grande dell'anno.
E mentre fuori i ragazzi si davano battaglia a suon di esibizioni e sfilate, nell'auditorium del festival si svolgeva un combattimento assolutamente unico nel suo genere.
Accompagnato dalla splendida ed eterea voce della cantante giapponese Mika Kobayashi, il maestro Tetsuro Shimaguchi (avete presente i famosi Crazy 88's del film di Quentin Tarantino Kill Bill: vol.1? Ecco, lui ha curato la coreografia nipponica ed era tra gli 88 folli) e il suo gruppo, i Kamui, hanno portato l'intero auditorium lontano dalla fiera stessa, per trascinarlo con coreografie e combattimenti con le katane (non vere: si chiamano takemitsu e sono in legno) all'interno di un Giappone che è esistito per quasi un'ora solo sotto quei riflettori. Ogni movimento del gruppo era insieme potente e armonioso, ogni colpo, ogni morte scenica, ogni salto, anche le urla cui siamo stati abituati dalla cinematografia d'azione, non sembravano mai fuori posto, mai improvvisati né buttati lì solo per fare scena. Uno spettacolo di arti marziali come se ne vedono pochi in Italia. E non solo: due le storie che si sono alternate, senza scenografia e parole ma con una capacità espressiva guidata dai gesti misurati del corpo, che sembravano cercare anche in quel momento la perfezione estetica, con una capacità comunicativa davvero impressionante. Nella prima, una guerriera allo sbando trova un maestro, e dopo aver appreso da lui l'arte della spada, lo sconfigge in combattimento, ricevendo, quasi come una benedizione e il perdono per averlo ucciso, la sua spada, forse il simbolo del passaggio di testimone da una generazione all'altra. Nella seconda, invece, un vagabondo sacrifica la propria vita per salvare una giovane donna (una principessa?) dalle grinfie di spietati banditi, che dopo prenderanno però anche la vita della ragazza. I due si incontrano ancora dopo la morte, in una danza che sembra protendersi verso l'eternità.
Alla fine dell'esibizione, quando il gruppo Kamui si è inchinato al pubblico che lo ha acclamato per tutto il tempo, ci è voluto più di un attimo per ricordare che quello era il Comicon, e non il Giappone dei samurai.
Tornando alla realtà, però, non potevamo non chiudere la giornata andando a dare un'occhiata al premio Imago, giunto alla sua sedicesima edizione e tradizionalmente dedicato a chi si avvicina al disegno a fumetti. Il tema di questa edizione era "MuraLess", ovvero il superamento delle barriere, vere o sociali, dove hanno dominato, tra under e over 15, Emanuela Guarino, Francesco D'Amore, Giuseppe D'Amore e Andreana Boatta. Quest'anno, inoltre, l'UNICEF Campania ha assegnato delle medaglie ai lavori che hanno richiamato nel loro contenuto le attività dell'associazione in difesa dell'infanzia, e la stessa presidente Margherita Dini Ciacci ha consegnato a Imago un riconoscimento particolare per l'impegno e la collaborazione e in occasione dei quarant'anni del comitato campano.
Quindi questa edizione del Napoli Comicon si è conclusa. Anche quest'anno, il sipario è calato su costumi, fumetti, editori e disegnatori. Siamo rimasti quasi fino alla chiusura dei cancelli, facendo quattro chiacchiere con i ragazzi agli stand mentre imballavano il materiale da esposizione, riprendevano fiato dopo aver finito di chiudere l'ennesima scatola o semplicemente si prendevano del tempo per fare un acquisto al volo, magari a un prezzo di favore, da qualcuno conosciuto al salone stesso.
L'edizione di quest'anno è andata decisamente bene, ottenendo numeri da capogiro, nonostante le molte lamentele di chi non ha potuto acquistare il biglietto dato che, a causa del meteo avverso e data l'alta affluenza non prevista, le biglietterie hanno chiuso i battenti. Un numero elevatissimo di ingressi dovuti forse – e purtroppo – più alla presenza degli esponenti più forti della tubo generation (no, non sono idraulici, ma quelli che realizzano video su Youtube). Quest'anno ho varcato i cancelli per tornare a casa con la speranza che, in quel mare di persone in larga parte attratte dagli Youtubers che ho avuto intorno per quattro giorni, almeno qualcuno abbia preso tra le dita il suo primo albo, lo abbia sfogliato, deciso di acquistarlo e, per una volta, si sia abbandonato a una lettura stimolante in molti sensi, invece che lasciare se stesso a vegetare davanti alla tv. Con la speranza che l'anno prossimo gli ingressi saranno il doppio, gli spazi ancora più grandi e gli ospiti sempre più importanti, che questo evento sfrutti appieno tutta la propria potenzialità, perché il fumetto – o il manga – non è il "fratello scemo", quel parente di campagna che nei film americani non invitano mai perché "fa fare brutta figura", ma è quell'amico ricco e anche generoso, che dà tanto e non vuole niente indietro. Perché col fumetto, con spazi come questi e autori come i nostri (e no, non sto parlando solo di quelli americani, ma, in ordine sparso, di gente come Madrigal, Sualzo, Roberto Recchioni, Tuono Pettinato, Zerocalcare e tutti i loro colleghi) possiamo fare cose grandi come la fantasia.

 

 

Napoli Comicon
Napoli, Mostra d'Oltremare, dal 1° al 4 maggio 2014
3 e 4 maggio 2014

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook