“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Thursday, 13 February 2014 00:00

Belle & Sébastien. La leggenda del demone bianco

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I più non andranno in questi giorni ad affollare le sale cinematografiche in quanto lettori della raccolta di novelle francesi di Cécile Aubry, lo faranno invece − probabilmente servendosi dell’alibi della prole da accompagnare (prole che si è riscontrato essere alquanto titubante, se non, come nel mio caso, chiaramente recalcitrante in quanto del tutto ignara di chi diavolo fossero Belle e Sébastien, e d’altra parte nessuna Winx e nessun moderno supereroe possiede nomi così ‘superati’) − perché non si sono persi una sola puntata del bellissimo anime giapponese trasmesso da Italia 1 dal 1981.

Se poi aggiungiamo che ad affrontare l’impresa della trasposizione cinematografica di questo cartone cult degli anni ‘80 è stato Nicolas Vanier, il regista del film documentario Il Grande Nord (2003) per intenderci, allora constatiamo senza sorprenderci che ne è venuto fuori qualcosa di adatto a lavorare da subito e duramente sui nostri precordi fino a farci tornare imbarazzanti bimbetti piagnucolosi.
Vanier è un maestro nell’affrontare il rapporto uomo-natura e così, lasciando parlare molto più i paesaggi e i gesti che le persone, riesce a toccare vette di eloquenza là dove la parola costituirebbe inutile frastuono. La poesia che ne sortisce raggiunge lo spettatore sin dai primissimi istanti del film quando nonno e nipote − in una scena che, per il senso di impotenza dell’uomo di fronte alla natura, ricorda il documentario La storia del cammello che piange (2003) − salvano da una fine certa un cucciolo di stambecco rimasto orfano perché un uomo ha appena ucciso la madre. Ma averlo tratto dallo spuntone roccioso sospeso nel vuoto non basta: il cucciolo deve essere accettato e allattato da un’altra femmina; “Non possiamo cantare vittoria troppo presto”, sussurra il nonno come in una preghiera mentre insieme al nipote osserva le reazioni di colei che ora tiene in mano le sorti del piccolo, “Certe cose hanno bisogno di tempo”. Anche a Sébastien servirà del tempo, le parole di César sono infatti indirettamente rivolte al cucciolo d’uomo che ancora non sa di avere una storia molto simile a quella del piccolo stambecco: anche lui è orfano di madre ed è stato salvato dall’uomo che ora cerca di preservarlo da una verità troppo crudele da accettare, non a quell’età almeno, e imbastisce storie su un’America che si trova al di là delle Alpi e su una mamma che invia regali di compleanno e che prima o poi tornerà.
La storia, rispetto alla versione animata, è stata arricchita, siamo infatti sulle Alpi francesi al confine con la Svizzera durante l’occupazione nazista. La famiglia adottiva del piccolo Sébastien, composta dal nonno César (Tchéky Karyo) e dalla zia/madre Angélina (Margaux Chatelier), oltre a gestire l’unico panificio del paese collabora con i partigiani nella missione di salvataggio degli ebrei aiutandoli a passare il confine con la Svizzera attraverso i pericolosi valichi alpini. Tuttavia, a minare la serenità della pacifica cittadina montana non sembrano essere tanto i Crucchi, quanto l’oscura presenza di un magnifico esemplare di pastore dei Pirenei al quale vengono ingiustamente imputate tutte le stragi di greggi perpetrate in zona. Solo il piccolo Sébastien, grazie a poteri di cui siamo dotati per nascita ma che sono destinati a svanire con l’età (il nonno, riferendosi alla bestia, afferma che “nessuno nasce cattivo, nemmeno un cane” e però lo si diventa), ha il privilegio di avvicinarsi e di fare la conoscenza della ‘brutta bestiaccia’ che chiama Belle. Da qui nasce un qualcosa che per semplificare chiamo amicizia ma che è talmente bella da far sorridere gli angeli, anche la montagna sembra addolcirsi e voler partecipare ai loro giochi, e agli uomini, ai cacciatori che avevano contribuito a creare la leggenda del ‘demone bianco’, non resta che arrossire di vergogna di fronte alla propria meschinità. I due amici si aiutano più volte a vicenda, ma soprattutto, grazie a questo legame, riescono ad allontanare per sempre i loro demoni.

 

 

 

 

 

Belle & Sébastien
regia
Nicolas Vanier
con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Margaux Châtelier, Dimitri Storoge, Medhi El Glaoui.
sceneggiatura Fabien Suarez, Juliette Sales , Nicolas Vanier
fotografia Eric Guichard
costumi Adélaïde Gosselin
distributore Notorius Pictures
paese Francia
lingua originale francese
colore a colori
anno 2013
durata 94 min.

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