“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 04 February 2014 00:00

L'Altro Cinema, parte IV – Vomit Gore Trilogy

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Riprendiamo questa cavalcata nell’abisso, un percorso che, pian piano, ho deciso (deciso è un parola grossa, semplicemente è andata così) di raccontarvi tra le nubi dell’alcol. L’esperimento precedente con Nekromantic è riuscito, nel senso che chi vi scrive si è divertito. Fanculo quindi i buoni propositi di psicanalizzare l’Arte del disgusto con mente lucida e razionale. Ci penserà il mio immancabile scotch a psicanalizzare semplicemente me stesso. Il film, o meglio i film che vi raccontiamo oggi (trattasi di una trilogia) sono un ennesimo viaggio nell’orrore più eccitante che la mente umana possa immaginare. Opera del regista, a quanto pare satanista, Lucifer Valentine.

L’autore in questione ha sfornato una serie di pellicole che potrebbero essere catalogate sotto l’etichetta di fake snuff. Qualcuno dei lettori avrà letto un mio precedente articolo dal titolo August Underground, scritto che illustrava a distanza il fenomeno snuff e si concentrava sulla trilogia di Fred Vogel, prototipo perfetto del fake snuff. I tre titoli di Lucifer Valentine rispecchiano essenzialmente questo genere, ma se ne distanziano in quanto l’uso della macchina di Valentine è da classico videoclip (allucinato), il montaggio è a tratti frenetico ed effettato (assente nella trilogia di Vogel), la colonna sonora (per colonna sonora intendiamo l’audio, non certo le canzoncine dei film commerciali che vedete con le vostre famiglie al sicuro nelle vostre casette) è altrettanto ritoccata e suggestiva, al limite dello psichedelico, colma di voci al contrario e in frequenze mostruosamente basse.
Se Vogel cercava di rappresentare il male attraverso una discesa che porta all’autodistruzione di tutti i protagonisti, Valentine se ne sbatte e pensa solo alla spettacolarizzazione della violenza. Cerca di creare un effetto, una suggestione al dolore altrui che diventa piacere personale.
È bene precisare che il regista ha definito la sua trilogia in maniera diversa dal classico fake snuff, dandole l’appellativo di “vomit gore”. Se infatti nei film raccontati finora in questa rubrica e nel celeberrimo August Underground c’era, oltre ad una linea narrativa, anche una sottotraccia di morale (a volte macabra, a volte salvifica) degli eventi, contornata da sangue e dolore, questa volta assistiamo al semplice connubio di sangue e vomito, tanto vomito. I personaggi di questa trilogia, infatti, si provocano il vomito in maniera incessante, corpi bellissimi di donne al limite del modellismo che si ficcano dita in gola e sputano via l’anima davanti alla telecamera prima che qualcuno le macelli.
Protagonista delle pellicole è Ameara LeVay, finta nipote di Anton LaVey (pare che a volte così si sia presentata nell’ambiente del porno), fondatore della Chiesa di Satana. È forse in quest’ottica che va letta l’opera di Valentine, nessun significato recondito, ma puro istinto animalesco così come la filosofia di LaVey nonno voleva essere. Facciamo a tal proposito una piccola digressione, c’è da distinguere tra satanismo occulto (ciò che riguarda la mitologia e si identifica in tutto e per tutto con il cristianesimo, o meglio con il suo rovescio) e satanismo filosofico (o anarchico), quello cioè professato da LaVey, una corrente nichilista che rivendica il diritto del desiderio su ogni etica, essere cioè satanista semplicemente per rinnegare Cristo e ciò che rappresenta, non perché esista davvero un’entità malefica chiamata Satana che va venerata come nel satanismo occulto.
Chiudiamo questa piccola digressione, ed intanto ci facciamo un altro goccetto per prepararci meglio a quello che stiamo per raccontarvi, sperando che anche voi lettori stiate facendo lo stesso. Anzi, a tal proposito apro un’altra parentesi alcolica e cito un proverbio galiziano che mi è capitato di conoscere grazie a quel simpaticone di Dell’Utri, personaggio politico che quando è brillo dà il poco di buono che ha: “La realtà è un’illusione provocata dall’assenza di alcol”. Perdonate questo surrogato personale, se potete, e proseguiamo raccontandovi delle nefandezze delle pellicole in questione. Cosa volete che vi dica? Ho già detto delle continue vomitate cui sono sottoposte le malcapitate splendide donne della trilogia. Dovrebbero farvi eiaculare. Un getto netto come quello nel finale del secondo film, ReGoreGitated sacrifice. Splendide fanciulle sacrificate e scarnificate davanti al Dio Lussuria che si masturba davanti al loro smembramento mentre fiotti di vomito e sperma coprono la visuale.
Posso raccontarvi anche del bambino appena partorito (non si sa da chi) in Slow Torture Puke Chamber che viene frullato e ridotto a rosso liquame per poi essere ingerito e più volte vomitato dal protagonista della trilogia, un energumeno che sta alla base di tutte le porcate dei tre film. Tutto questo non aggiunge e non toglie nulla ad una pellicola disturbante che si fa beffe del dolore che provoca. Come nella scena in cui il suddetto brutto ceffo mette una chitarra in braccio ad una donna alla quale era stato precedentemente amputato un braccio, come a dire “vai, fammi vedere come fai a suonarla con un braccio solo”.
È forse in questa scena, bellissima nella sua macabra ironia, che sta tutto il significato dell’intero progetto: “me ne sbatto le palle e ti prendo per il culo. Tu non sei nulla per me, servi a farmi eiaculare a nient’altro”. Forse è questo il senso che mi pare di percepire ora che l’alcol fluttua nel sangue e la nebulosa di scotch si paventa di fenomeno (ma voi lettori state bevendo, o no?). In conclusione, Lucifer Valentince potrebbe essere solo un malato di mente che ha avuto la fortuna di possedere quattro soldi e tirare giù un po’ di film cult del web, oppure potrebbe essere un genio del male che ti parla chiaro in faccia e ti vomita senza preamboli che l’unica cosa che conta in questa esistenza di merda è che il cazzo ti si drizzi ancora, e finché c’è da tenerlo su ogni mezzo è lecito (bevete, e poi commentate).

 

 

 

 

Retrovisioni − L'altro cinema
Slaughtered Vomit Dolls
regia
Lucifer Valentine
con Ameara LeVay, Pig Lizzy, Maja Lee, Princess Pam, Miss Pussy Pants, Allen Nasty, Hank Skinny
sceneggiatura Lucifer Valentine
produzione Luciefer Valentine
paese Canada, Usa
lingua inglese
colore a colori
anno 2006
durata 71 min.

 

ReGOREgitated Sacrifice
regia
Lucifer Valentine
con Ameara LeVay, Hank Skinny, Honey, J.J., Amy Lee
sceneggiatura Lucifer Valentine
prodotto Luciefer Valentine
paese Canada, Usa
lingua inglese
colore a colori
anno 2008
durata 65 min.

 

Slow Torture Puke Chamber
regia
Lucifer Valentine
con Ameara Levay, Hope Likens, Hank Skinny
sceneggiatura Lucifer Valentine
prodotto Luciefer Valentine
paese Canada, Usa
lingua inglese
colore a colori
anno 2010
durata 69 min.

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