“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Silvia Maiuri

La comicità immortale di Andrea Cosentino

Andrea Cosentino è un attore-isola come l’isola dell’Asinara (Sardegna) su cui ambienta la trama de L’asino albino, risolta sul piccolo palcoscenico del Teatro Atlante di Palermo in un cerchio di gomma che raccoglie tutti i materiali di scena. Ma come quell’isola, che ebbe nei secoli diverse destinazioni (lazzaretto e campo di concentramento durante le guerre, carcere di massima sicurezza poi), anche il monologante sembra aver subito contaminazioni e passaggi che ne hanno rafforzato la comicità: autentica, intrisa di sano cinismo.

Il Vangelo umano di Pippo Delbono

Tredici attori in abito da sera stanno seduti in schiera davanti a un muro grigio e ci osservano. Tra la platea e la scena l’orchestra, protagonista di quest’opera non meno degli interpreti. Il campionario di ultima cena che abbiamo di fronte si consuma in piccoli gesti ripetitivi che riempiono il silenzio del Teatro Comunale di Bologna venuto ad assistere al nuovo progetto artistico di Pippo Delbono Vangelo. Opera contemporanea prodotto da ERT e dal Teatro Nazionale Croato di Zagabria, qui in prima nazionale con l’orchestra e il coro del Comunale diretto da Gabriele Di Iorio e con i brani originali di Enzo Avitabile.

Un "Götterdämmerung" firmato Graham Vick

Se Götterdämmerung o Il crepuscolo degli dèi rappresenta la fine di un’era – quella di una stirpe divina – Graham Vick nella sua regia del capolavoro wagneriano, presentato al Teatro Massimo di Palermo il 28 gennaio per l’inaugurazione della stagione lirica palermitana, non si limita a concludere la tetralogia de L’anello del Nibelungo restando fedele all’atmosfera di sgretolamento originaria, ma fa un’operazione più attuale che, per limpidità, il pubblico di qualsiasi generazione oggi non stenterebbe a capire. Vick infatti distrugge intenzionalmente il mito ridicolizzando tutte le figure del Crepuscolo, dalle maggiori a quelle di margine, in virtù di un’etica profondamente radicata nel nostro tempo, afflitta dalla fascinazione per l’inutilità. Di scena in scena attua inarrestabile il ridimensionamento umano della divinità.

"Due passi sono" arriva a Palermo

La coppia Carullo-Minasi arriva sul palcoscenico palermitano del Teatro Libero con Due passi sono, spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica, accolta da un calore tutto meridionale.
Pe (Giuseppe Carullo) e Cri (Cristiana Minasi) sono protagonisti di un duetto tragicomico. Inchiodati alle sedie rosa shocking questi due, dalle fattezze ridotte, stanno come si sta dentro a una scatola di latta, ripetendo gesti che sembrano compiersi da tempo immemore in una specie di fisioterapia per corpo e cervello.

Vincenzo Manna investe su "Inverno" di Jon Fosse

Molte storie possono iniziare nel parco di qualsiasi città all’alba di un rigido inverno. L’alchimia tra le più improbabili anime affini può manifestarsi così, casualmente, inciampando l’una nell’altra sull’asfalto gelato. Inverno del drammaturgo norvegese Jon Fosse racconta uno di questi infiniti, possibili incontri: l’Uomo e la Donna, lui impiegato sposato e con famiglia a carico, lei angelicata prostituta; diversi ma entrambi soli, si trovano a condividere lo stesso angolo di mondo, nello stesso momento, e finiscono per legarsi in un gioco di seduzione tormentoso che si consuma alternativamente nel tepore di una camera d’hotel e nel desolato esterno urbano.

"Storiafinta", una storiavera d'amore

Forse non c’è nulla di più vero di ciò che possiamo immaginare come vero. Questa legge potrebbe valere sia per le cose del mondo che per l’idea che ognuno ha di se stesso.

Page 6 of 6

il Pickwick

Sostieni


Facebook