Denise Cuomo
Uccidimi, bestia stanca
L’animale morente è un libro che consta di centoquattordici pagine, stampato in un formato generoso, con una scrittura fluida anche se, la cura dei dettagli, appesantisce i periodi, senza però impedire che il senso raggiunga le sue mire. Il flusso dei pensieri scorre come supportato da immagini e simboli, crea atmosfere languide e alle volte, nei punti in cui le digressioni si perdono nella storia, i contorni diventano marcatamente fotografici. Lo stile americano mi è familiare e non nascondo un particolare gusto nel preferirlo a tutti quelli affrontati fino a adesso.
Dormono, dormono sulla collina
La pellicola di Ermanno Olmi ha due emisferi narrativi e speculari, uno è la storia l’altro è la neve.
In realtà, tutto quello che si potrebbe dire e scrivere di questo film, nel tentativo, resterebbe sepolto sotto questi due grandi sassi, al di sotto dello spesso strato di neve giacerebbe la storia, come una coperta mai abbastanza lunga per coprire ogni cosa, mai abbastanza calda per scaldare i rimasugli della vita.
Giacomo Leopardi: un uomo senza prudenza
Nella versione filmica, il Leopardi che abbiamo imparato a recitare, senza sentimento, tra i banchi scolastici, è lo stesso uomo che ci dicevano amareggiato e triste. Eppure, Mario Martone, regista, con la performance attoriale di Elio Germano, restituisce qualcosa che forse era andata perduta. Qualcosa di smarrito, non contemplato, superfluo, forse più fastidioso della tristezza nel progresso. Questo è il grande pregio del film, non rinuncia allo stereotipo, ma intreccia fotograficamente l’immagine al flusso incontenibile del verseggiare, sfrutta appieno il potere della settima arte, arricchendo la parola di un corrispettivo visivo aderente alla ragione del nome che si fa sfondo.
Cibo ed estetica: la tendenza delle cucine a vista
Gli stili di vita diventano sempre più stili alimentari, la cultura e i costumi trasmigrano nel cibo rendendolo ricettacolo di identità e significazioni, trasformando un’esperienza muta in una situazione ricca di sottintesi. Se la nostra quotidianità è scandita dai ritmi e dai rigori convenzionali, il cibo non sfugge a questo dettame, anzi, contribuisce a quello stacco verticale e oppositivo che giustapponiamo alla simultaneità del tempo e dello spazio. Assodato il suo ruolo organizzativo entro le nostre pratiche quotidiane, il cibo ha un ulteriore apporto, quello biologico/fisiologico al quale bisogno siamo tutti subordinati.
Chiudete gli occhi
Chiudete gli occhi.
Pensate a un letto sfatto, lasciato in disordine, ancora caldo del sonno della notte.