“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Alessia Carnevale

15 buoni motivi per scegliere una vacanza nei Campi Flegrei

Scegliere la meta giusta per le tue vacanze è fondamentale. Le ferie sono quasi terminate e non puoi rischiare di tornare a lavoro scontento. Finora hai visitato capitali europee ma non ti senti soddisfatto? Ti piace comprendere a fondo la mentalità del luogo in cui approdi e fare tuoi gli stili di vita locali? L’estate non è ancora finita! Affrettati a scegliere un fantastico soggiorno last minute nella meravigliosa comunità di Pozzuoli, zona di tempo libero. Non perdere l’occasione della tua vita.   
Sei affascinato dai misteri della giungla nera? Cerchi nella villeggiatura un significato che vada ben oltre il solito relax? Sei certo di riuscire a mantenere la calma in tutte le situazioni?     
I Campi Flegrei ti aiuteranno a testare la tua resistenza, offrendoti la possibilità di sentirti all’interno di una savana boscosa ma senza rinunciare a tutti i comfort di una piccola cittadina.     

La pallina della vittoria

La domenica mattina è soffice e bianca come le nuvole, su cui si affacciano mille lucine paradisiache.     
La fiaba della mia infanzia viene ricordata su quelle nuvole, dove ci sono le voci di una piazza nel giorno di festa, le campane della chiesa, il rumore delle stecche del biliardino accanto al jukebox.  
In inverno c’era odore di pizza, in estate la voglia di gelato.      
Poi si passò dalle duecento lire alle cinquecento e infine al gettone che dovevi cambiare alla cassa.     
La pallina della vittoria, chi segna vince.                            
La domenica era il giorno in cui rivedevo mio padre, ci bussava alla porta verso l’ora di pranzo.                            

Dada non sa scegliere

E un bel giorno, che forse era una notte, il mondo venne fuori sostituendo il nulla e Dada era già lì, di fronte al suo stupore. Era la prima volta che gli si chiedeva di essere qualcosa, in mezzo a tante cose, lui che era sempre stato niente, in mezzo a tutto il niente. Aspettava quel momento da ancor prima che nascesse il tempo ma in quell’istante realizzò di essere del tutto impreparato.

Le avventure di Geppino, il pendolare puteolano

Ogni giorno Geppino si sveglia e sa che dovrà aspettare la Cumana almeno quaranta minuti, quando gli va bene. Ogni giorno la Cumana si sveglia e sa che potrebbe passare anche solo una volta in un’ora. Non importa che tu sia Geppino o la Cumana, arriverai sempre e comunque tardi accompagnato da una jastemma.

Inutili disquisizioni sul concetto di Realtà (e Verità) – I

“Una forza che nasce su un punto di rottura genera l’impensabile e l’inimmaginabile, e fa dell’uomo un soggetto capace di verità”.
(Alain Badiou, L'Être et l'événément, 1988, trad. it. 1995)

Il minimo comun denominatore del secolo Novecento è stato forse il tentativo di estrarre dalla miniera della Realtà un dato puro come il reale. Un reale che si presentasse da sé, che permettesse il funzionamento del paradigma apocalittico, connotato fondamentale della civiltà occidentale, della storia del mondo, del dramma dell’uomo, di tutta la letteratura. Non sarà questo uno spazio molto utile e si ha premura di non annoiar nessuno. È una bella giornata fuori, il sole è certamente reale. Pertanto si pretende di restringere il destinatario ad un particolare tipo di lettore, ideologicamente determinato come perditempo che si sente profondo, e si consiglia, solo ad esso, di proseguire la lettura.  

Non sempre il genio domina il caos

Quando un uomo diventa famoso ci si chiede sempre da dove sia partito. Conoscere la gavetta che ognuno si porta alle spalle, fatta di resistenze e sacrifici, di rifiuti, di momenti in cui tutto sembrava perduto, di sconforto, ambizione, pazienza, voglia di vincere, ci serve a giustificare un percorso e a rassicurarci. Ci piace poter osservare che quell’uomo non abbia avuto la strada spianata e che quindi meriti di aver riscosso successo. Con Yves Saint Laurent, purtroppo, il discorso è un po’ diverso.

La mia sera

È sera, quasi notte.     
Tutto volge allo spegnimento affinché si ridesti domani.          
Le chiacchiere si mischieranno ancora una volta alle tazzine del caffè, alle televisioni, alle radio, al traffico, alle radio nel traffico, alla campanella della scuola, al computer degli uffici, al telefono, al citofono, alle porte, alle finestre, alle saracinesche.         
Sono un soggetto ansioso.     
C’è il postino è arrivata una raccomandata, però secondo me fa più freddo di ieri, devi studiare la scuola è importante, se prenotiamo adesso risparmiamo, tu non hai ancora capito che in questa casa devi collaborare, ma tu non indovinerai mai cosa ho sognato stanotte.        
Come è bello questo silenzio.

 

"La bella estate". Una lettura

“io non so ancora se sono un poeta o un sentimentale”

(Cesare Pavese)

 

L’eterno ritorno dell’uguale governa la complessità dell’universo, che continuamente rinasce e continuamente rimuore, senza mai sfinirsi, senza mai giungere ad una fine che sia vera Fine, perché non tarderà ad arrivare un nuovo Inizio.

Impara l'arte e mettiti da parte

“Ho una vita assolutamente meravigliosa. Io non faccio niente. Non ho mai dovuto lavorare per vivere. […] Si fa pittura perché si vuole essere, per così dire, liberi. Non si vuole andare tutte le mattine in fabbrica”

(Marcel Duchamp)

 

Il superamento dell’aspetto estetico dell’arte ha messo alle porte il sentimento del Bello, quel bello che piace universalmente, senza che sia sottomesso ad alcuna interpretazione ausiliaria, vissuto spontaneamente come bello, direbbe Kant. Il mondo delle idee si è fatto strada nella storia dell’arte, diventando fondamento non solo per la creazione ma finanche per la comprensione dell’opera d’arte, relegando l’aspetto esecutivo e materiale ad un ruolo secondario, talvolta persino trascurabile.

L’enigma della vita

L’industria dello spettacolo è un’infallibile macchina da guerra, generatrice di audience e di denaro. Si sa. Ma il più grande orgoglio di quella scatoletta magica chiamata Televisione resta l’inaspettata trasformazione di programmi nati come riempitivi in programmi improvvisamente di successo, che per qualche opera di straordinario ingegno giungono a divenire vere e proprie icone sociali. Sarà a causa del perenne bisogno dell’uomo di ampliare la propria struttura, non solo mentale ma persino corporea, che alcune Serie Televisive finiscono per divenire dei grandi contenitori di Risposte nelle quali rifugiarsi per trovare conforto, per giustificare il proprio operato, per sentirsi meno soli.

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il Pickwick

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