“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Eleonora Cesaretti

La città delle contraddizioni (parte I)

Questa volta ci siamo spinti a Oriente, verso le grandi distese della Romania.
Dopo aver sorvolato Paesi martoriati da lotte intestine – Spalato e Sarajevo, tanto per dirne un paio – arriviamo nel piccolo aeroporto dedicato allo scienziato Henri Coanda.

I misteri di Roccachiara

Ho iniziato la lettura di Acquanera di Valentina D’Urbano convinta che sarebbe stata una storia simile a Il rumore dei tuoi passi: il racconto di un giovane amore tormentato e mai ammesso, della scomparsa prematura di un ragazzo e della difficile vita di chi vive in un luogo dimenticato da Dio, dove impera la legge del più forte. Mai mi sarei aspettata di leggere un romanzo con gli stilemi del realismo magico, dove fenomeni magici – in questo caso paranormali – sbocciano come primule nel tessuto rassicurante della realtà conosciuta.

Cesure e spirali

L’invenzione della madre di Marco Peano è uno di quei romanzi che ti lasciano l’amaro in bocca, quel retrogusto di fiele  che si sposa, stranamente bene, con un colpevole sollievo.

Tarantino mago dello storytelling

Il nome del regista Quentin Tarantino è ormai diventato sicurezza, sigla di azione e piacevolezza, sigillo di un microcosmo dai tratti peculiari.
Anche nel caso del suo ottavo film, The Hateful Eight, il regista non si smentisce: affiorano tutte quelle caratteristiche che ne costituiscono l’inconfondibile firma. Si parte con il solito omaggio alla cinematografia italiana degli anni Settanta, quella degli intransigenti tutori della legge degli spaghetti-western di Sergio Leone.

Sculture di Lego

Immaginate di tornare bambini e di recuperare, dai meandri del ripostiglio, quella scatola ripiena di piccoli mattoncini colorati: vi ricordate quant’era bello costruire mondi in miniatura? Mondi da smontare e rimontare, o da far distruggere da qualche armata nemica; la costante erano i lucidi mattoncini colorati, da piegare ad ogni esigenza.

Quella volta che Ammaniti ha descritto l’Apocalissi

Di Ammaniti si sono dette molte cose: che ha cannibalizzato la letteratura degli anni Novanta, fagocitandola in una pavida commistione di realismo e fantascienza; che è emerso dalla polpa dei libelli di scarsa qualità di origine americana, proponendo storie dalla lettura agevole, che spesso però raccontavano di scene truculente, in cui copiosi fiotti di sangue dalla consistenza sintetica finivano per imbrattare quelle paginette usa e getta.

Un romanzo metaletterario: "Invisibile" di Auster

Si tratta di un romanzo apprezzabile secondo diversi livelli di significato, i cui fili conduttori si annodano intorno a due punti particolari: il tormento e la letteratura. Così esplicitato, l’argomento del libro ricorda un tòpos di cui si è pressoché abusato, quello del poeta maledetto, o ancora del turbamento dello scrittore romantico. Tuttavia Auster ci introduce in questo sentiero irto di spine in maniera del tutto inaspettata; per questo è opportuno analizzare i tre livelli sovrapposti di significato.

Il granato

La prossima tappa è una città leggendaria per la sua bellezza e motore dell’intero viaggio. Ma prima, lungo la via, una sosta a Nerja, Balcone d’Europa, è d’obbligo.

Il garofano andaluso

La lunga giornata tra le scimmie trova il suo capolinea in un campeggio alle porte di Torremolinos. Secondo le guide si tratta di una località balneare piuttosto in voga; eppure quel breve scorcio della costa si presenta scuro e opaco, come una foto macchiata dalle intemperie: la sabbia nera rende la costa oscura. Aerei solitari, a cadenze regolari, tracciano linee oblique rispetto all’orizzonte, piccioni famelici si accalcano quasi fin sulla battigia. L’acqua è sempre insopportabilmente fredda e, siccome questa volta non possiamo neanche bearci della bellezza del luogo, abbandoniamo l’idea di rilassarci al sole quasi immediatamente.

God Save the Apes

La nostra piccola auto, scheggia nera ricolma di bagagli, magliette stese ad asciugarsi e buste con alimenti a lunga conservazione, scivola silenziosa a ridosso della costa. La strada che stiamo percorrendo costeggia degli alberi ritti come guardiani e un prato di erbe secche di un giallo talmente scuro che è quasi un marrone chiaro.
Finalmente la barriera di alberi si interrompe, permettendo alla striscia azzurra del mare di fare capolino; sembra che questa punta di lancia dal nome arabeggiante sia la capitale europea del windsurf.

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il Pickwick

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