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Friday, 29 May 2015 00:00

Tornare bambini nel cuore del(la) Madre

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Abbiamo giocato tutti coi Lego da bambini: era facile sentirsi piccoli costruttori di case, ville, macchine. Mettendo insieme quei piccoli pezzi colorati ci sembrava di dare forma ai nostri sogni puerili fatti di piccole cose.
Al Museo Madre di Napoli si torna un po’ bambini negli ultimi tempi grazie alla mostra Come un gioco da bambini, lavoro in situ dell’artista francese Daniel Buren, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1986 per il miglior padiglione internazionale ed esposta a Napoli fino al 31 agosto.

Un’opera d’arte installazione divertente, colorata e ad effetto quella esposta al primo piano del Museo Madre: un’arte minimale, geometrica, essenziale, sembra quasi comunicare allo spettatore il suggerimento di non prendere la vita troppo sul serio e di ricordare quanto si stava bene, senza pensieri, da piccoli.
Effettivamente quello che ho provato nel vederla è stato un senso di sollievo e spensieratezza, sentimenti che ti comunicano soprattutto la semplicità e la forma dell’opera che viene così descritta ai miei microfoni dal direttore del Museo Madre di Napoli, Andrea Viliani: “Una vera e propria città in miniatura, una marina quasi. Quando si passeggia ci sembra di essere al mare con le cabine, la spiaggia e questa luce abbacinante che dal bianco puro, come quella di un foglio di carta dove magari appunto un bambino disegna, si passa ad un caleidoscopio finale di colori. L’opera ha al suo centro un buco, un grande foro, che ci permette di attraversarla con lo sguardo: un po’ un sole, una luna, un po’ un elemento che un po' evoca questa natura intorno a questa città, un vero e proprio parco da costruzione, un kindergarten (in italiano, “giardino d’infanzia”) a dimensione monumentale con cui è bello interagire, giocare, un’unica grande opera”.
In effetti il mio animo vintage non ha evitato di intonare Pinne fucile ed occhiali di Edoardo Vianello: sembra davvero che un’onda ti venga a cercare, presto o tardi.
Ma se c’è uno spazio dedicato ai bambini un po’ cresciuti, quest’anno il Madre non si è fatto mancare nulla e per integrare questa magnifica mostra, ha messo in piedi una serie di eventi dedicati alla maternità e alle donne in gravidanza dal titolo Partorire con l’arte ovvero l’arte di partorire. Una serie di eventi dall’11 Maggio fino al 22 Giugno per due mesi davvero nel ventre del Madre, è il caso di dirlo.
In effetti questi incontri sono il giusto completamento alla mostra di Buren, come conferma lo stesso direttore: “Accompagnano in fondo la mostra di Daniel Buren. Come un gioco da bambini, rivolgendoci a quei bambini che non sono ancora nati, quindi alle loro mamme, ai loro papà e alle loro famiglie, con l’intuizione, che dobbiamo ai curatori di questo progetto Antonio Martino e Miriam Mirollo, rispettivamente medico specialista in ostetricia e ginecologia presso l’ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, e docente di psicologia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, l’intuizione di portare le mamme incinte non in clinica ma al museo. Naturalmente andranno anche in clinica, però l’idea che l’arte sia un utile strumento di avvicinamento a questa esperienza straordinaria e unica nella vita di ogni genitore, è in fondo l’intuizione che la bellezza completa la scienza, che la creatività degli artisti è un utile elemento di riflessione nel momento di maggiore creatività della vita umana, che è appunto quello di dare vita ad un bambino o una bambina [...]”.
Non resta che andare lì e giocare con l’arte di Buren, magari con qualche vecchio pezzo Lego al seguito.

 

 

 

 


Come un gioco da bambini, lavoro in situ
Daniel Buren
Museo Madre
Napoli, dal 25 aprile al 31 agosto 2015

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