“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 18 March 2014 00:00

Piacere, Kandinsky

Written by 

“L’inizio consiste nel riconoscimento dei nessi. Ci si renderà conto sempre più chiaramente che non esistono problemi ‘speciali’ che possano essere riconosciuti o risolti isolatamente, poiché in definitiva tutte le cose sono connesse e dipendono l’una dall’altra”. Parole di Vassilly Kandinsky, il padre dell’Astrattismo contemporaneo, il genio pittorico che nel suo itinere cromatico, attraverserà la materia, fino a superarla, sovvertendo secolari dettami d’arte. Una sorta di manifesto della splendida mostra che invade Palazzo Reale di Milano con le sue ottanta meravigliose opere provenienti dalla collezione parigina del Centre Pompidou. La sua carriera, i suoi maestri, la sua travolgente crescita in un’epoca così difficile e affascinante; la vita, le influenze, le drastiche scelte di un inguaribile astrattista.

Scelte che nascono alla fine del secolo decimo nono nella sua Mosca, quando imbattendosi in una mostra-evento dei pittori Impressionisti, ne resta fulminato, folgorato, devastato. Kandinsky rinuncia alla cattedra universitaria, lascia i gloriosi frutti giurisprudenziali dei suoi studi ed entra in un mondo accademico nuovo, il mondo delle Belle Arti di Monaco. Studia, approfondisce, ricerca; tutto protratto a quella Spiritualità dell’Arte dettame estremo e irreversibile del Der Blaue Reiter, il gruppo che l’artista fondò con i maestri indiscussi dell’epoca Klee, Marc, Macke. Il cavaliere azzurro cavalcò l’astrattismo dell’arte in tutte le sue forme, difese estremamente la trascendenza non solo della pittura, ma anche dell’architettura, del teatro, persino della musica; quella musica, forma di ispirazione e di interpretazione della sua stessa entusiastica esistenza.
In questa meravigliosa raccolta espositiva milanese c’è tutta la storia del pittore russo: creazioni significative, indimenticabili e apparentemente indecifrabili.
Bild mit rotem Fleck (Quadro con macchia rossa)è un’opera nata nel prolifico periodo di Monaco, che riflette interamente il pensiero descritto nel suo Spiritualità dell’Arte; un clamoroso trionfo cromatico ove la macchia rossa, infuocata nella sua illimitata calda tonalità è esaltazione della potenza, è eccessiva agitata vitalità. Estremamente distaccato da ogni concetto di realtà, il quadro si erge già a prodotto unico ed inimitabile.
Dans le gris (Nel grigio) è definito da Kandinsky il punto conclusivo del proprio periodo drammatico.
Forme innumerevoli in un turbinio di colori e immaginazione, si fondono tra loro senza una logica condivisibile. È un capolavoro psichico, un ballo in colorate maschere, una non-rappresentazione di montagne, sole, barche. Meravigliosi geroglifici in sfumature fredde ma generatrici di brucianti emozioni.
Gelb-Rot-Blau (Giallo-Rosso-Blu)è frutto della sua adesione al Bauhaus, la scuola tedesca d’avanguardia di architettura, arte e design. In questo incredibile dipinto la struttura pittorica è percorsa, quasi inondata, dall’uso dei tre colori primari nella loro corrispondenza con le tre forme geometriche di base: triangolo, quadrato e cerchio. Non c’è schematismo, non c’è equilibrio, tutto è soccorso all’interpretazione antropomorfa delle geometrie. Tutto nel preciso riferimento accademico della scala cromatica è un travolgente ed inafferrabile susseguirsi tonale.
Ed infine, il capolavoro dei capolavori, supremo risultato del periodo francese, influsso che si percepisce, incanta, affascina. Bleu de Ciel,un’opera sognante in un’epoca terribile. È il 1940 e i nazisti invadono la Francia. Uno dei momenti più drammatici della storia, un popolo, una cultura violentati nella propria terra, nella propria libertà. Ma Kandinsky trasforma l’angoscia, in inconscio, in sogno. La ragione non c’è e non avrebbe senso. A trionfare è il gioco, la fantasia infantile: una predilezione per le forme di Mirò ed Arp, ai quali guarda entusiasta, carico di anacronistico ottimismo. E Grazie alla loro amicizia, egli abbraccia il surrealismo francese, sposa la chiara ed imprescindibile esaltazione onirica, rende Bleu de Ciel tela immortale.
Kandinsky, La collezione del Centre Pompidou è una mostra da osservare, da comprendere, quasi da interpretare; viva tentazione a lasciarsi andare, astrazione pura dal mondo reale. Necessità inconscia di immergersi in un mondo parallelo nel quale, in uno dei pochi casi della storia della pittura, l’arte non genera sempre solitudine, non è generata da sofferenza e angoscia, ma riesce incredibilmente a divenire messaggio positivo, fantastico, colorato, sognante, gioioso. Una vorticosa iniezione cromatica di ottimismo, imprescindibile panacea artistica contro la decadenza morale, sociale ed economica della nostra cupa epoca.

 

 

 

 

 

Kandinsky
La Collezione del Centre Pompidou

Milano, Palazzo Reale
dal 17 dicembre 2013 al 27 aprile 2014

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook