“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Il Pickwick

Anton Pavlovič Čechov

“Sì, dimenticheranno. È il nostro destino, non ci si può fare nulla. Ciò che a noi sembra serio, significativo, molto importante, col passare del tempo sarà dimenticato o sembrerà irrilevante. Ed è curioso che noi oggi non possiamo assolutamente sapere che cosa domani sarà ritenuto sublime, importante e cosa meschino, ridicolo. E la nostra vita, che oggi viviamo con tanta naturalezza, apparirà col tempo strana e scomoda, priva di intelligenza, forse addirittura immorale”.

Roberto Latini

“Il teatro è l'unico posto in cui possiamo essere in silenzio, in coro”.

Mimmo Borrelli

“Cunto cantanno schiante... / Chiagne scuntanno cunte... / Sconto cuntanno chiante... / Schianto cantanno... punto”.

Eduardo De Filippo

“Ho sacrificato, per il teatro, tutta la mia vita".

Vladimir Vladimirovič Nabokov

“Lo.Li.Ta”. 

Eugenio Barba

“Sono sicuro che ci saranno sempre alcune persone − poche o tante dipende dalle onde della storia − che praticheranno il teatro come una sorta di guerriglia incruenta, di clandestinità a cielo aperto o di preghiera miscredente. Che troveranno così il modo di canalizzare la propria rivolta offrendole una via indiretta e impedendole di tradursi in atti distruttivi. Che vivranno l'apparente controsenso d'una ribellione che si trasforma in senso di fratellanza e in un mestiere di solitudine che crea legami”.

Valerio Binasco

La Tempesta di Shakespeare non so nemmeno cosa sia. Non so se mi piace. Ma quando l'ho letta ha fatto nascere in me un'altra tempesta e ho parlato di me. Dei miei spiriti bianchi e neri. Dei miei figli. Dei miei vecchi. Della mia paura. Mi sono fatto gli affari miei in pubblico. Ho abusato della sua poesia per dare un po' di poesia alla mia disperazione. Questa è la verità”.

Angelo Maria Ripellino

“Guai a chi si costruisce il suo mondo da solo. / Devi associarti a una consorteria / di violinisti guerci, di furbi larifari, / di nani del Veronese, di aiuole militari, / di impiegati al catasto, di accòliti della Schickería. / E ballare con loro il verde allegro dello sfacelo, / le gighe del marciume inorpellato, / inchinarti dinanzi ai feticci della camorra, / come Abramo dinanzi al volere del cielo. / Guai a chi sulla terra è sprovvisto di santi, / guai a chi resta da solo come un re disperato / fra neri ceffi di lupi digrignanti”. 

Carlo Emilio Gadda

“Per favore, mi lasci nell'ombra”.

Fondamenti del Teatro: dalle ultime pagine di Stanislavskij

Non sono giovane, la mia vita artistica si avvicina al termine. È ora di tirare le somme ed elaborare un piano dei miei ultimi lavori artistici. Il mio lavoro di regista e attore si è svolto in parte a livello esteriore e di messinscena, ma principalmente nel campo della creatività spirituale dell'attore.

il Pickwick

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