"Io ho notato, almeno a Lettere, che quelli che si laureano con maggior ritardo sono spesso i migliori. Studiano per piacere, per coltivare se stessi, per restare il più possibile studenti".
"Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo simile potessero vivere uomini irascibili e irosi".
"L'arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità".
"La maledizione eterna del teatro: quella d'essere costretto, per sua natura, a fingere la vita nel momento in cui vive"
"Per Ecuba! Cos'è Ecuba per lui, o lui per Ecuba, che quest'attore debba piangere per lei? Che cosa farebbe se avesse il motivo e l'imbeccata per la passione che ho io? Inonderebbe la scena di lacrime, e spaccherebbe l'orecchio del pubblico con orrendi discorsi, farebbe impazzirei colpevoli e sbigottire gli innocenti".
"Tutti, vedo, si credono più intelligenti di quanto non siano. Temo di non fare eccezione".
"Che ci stiamo a fare qui, ecco ciò che dobbiamo chiederci. Abbiamo la fortuna di saperlo. Sì, in questa immensa confusione una sola cosa è chiara: noi aspettiamo che venga Godot".
"Non corrispondo a nessuna idea di quello che dovrei essere".
"Ogni spettacolo è un castello di sabbia, un'effimera cattedrale che, col passare degli anni, perde i contorni, tremola, si assottiglia nell'acqua della memoria".
"E io domando agli economisti politici, ai moralisti, se hanno già calcolato il numero di individui che è giocoforza condannare alla miseria, al lavoro spropositato, alla demoralizzazione, all'infanzia, all'ignoranza nella crapula, alla sventura invincibile, alla penuria assoluta, per produrre un ricco..."