Insieme.
Narrazioni recitate si snodano, con movimenti scattanti e ben precisi. Tagli incisivi di gestualità, talvolta da fermo immagine, come per dare luogo alle voci dei protagonisti: Tommaso ed Irene, nello spazio di una Roma lenta e senza incanto, quella degli anni Cinquanta del secolo scorso già da un po’. Una Roma lontana dalle dinamiche di una borghesia che si riedifica, dove non c’è spazio che per la veracità del popolo delle borgate, viziate e compromesse dalla solitudine dell’abbandono, eppure così irroranti di carattere, di precisa personalità, di spontaneità. Qui, la Garbatella.
Sulle note di una malandrina chitarra romana, capace di incantare anche i cuori più distratti con il ‘friccico’ degli stornelli più romanticamente ingannatori, si mescolano queste voci di vita: ora narrando, ora drammatizzando.
Narrare, drammatizzare, un amore che nasce per strada, senza pretese, senza avere coscienza del sogno di questa nuova avventura. La sala di un cinema, ruspante galeotta, sa come fare tutto il resto. All’inizio, quando scopre Tommaso (ragazzo di vita) affamato di carnale voluttà ed Irene (ragazza di casa) incapace di difendere così la dignità dei propri tempi come la novità delle proprie pulsioni; verso la fine, poi, quando rimette insieme le due giovani vite che, ormai forti di una lunga e dolorosa separazione (colpevoli il carcere e la malattia), si rivelano pronte a dirsi ‘sì’.
All’ombra di una luce bassa e avvolgente, due corpi si muovono per raccontare la propria umanità.
Non importa come andrà a finire. Eppure qualcosa è accaduto, come in un corto circuito.
Tragedia. Commedia. L’una per l’altra.
Intanto la chitarra continua a suonare: non fermatela.
Garbatella
Viaggio nella Roma di Pier Paolo Pasolini
dal romanzo Una vita violenta, di Pier Paolo Pasolini
regia Julia Borretti
con Julia Borretti, Titta Ceccano
produzione Matutateatro
musiche Roberto Caetani
Napoli, Teatro Sancarluccio, 6 dicembre 2012
in scena dal 6 al 9 dicembre 2012