“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 28 January 2013 18:21

La cantatrice è calva. L'anti-anticommedia di Ciro Pellegrino

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Qualche volta, quando mi trovo a parlare con qualcuno della mia infanzia, mi piace dire che ero una campionessa a Barbie. Ci giocavo per delle ore e molto spesso le mie Barbie interpretavano i personaggi dei libri che leggevo per la scuola. Al teatro Piccolo Bellini, la scena che vedo all’aprirsi del sipario è quella di una casetta per le bambole, con tendine colorate e pannelli dai disegni infantili.

Il signore e la signora Smith hanno il volto di plastica: riflette le luci del palco come se fossero appena usciti dalla scatola. Devono essere stati comprati da poco anche se il completino spaiato del Signor Smith fa pensare che sia stato spogliato e rivestito più volte. Sono Barbie ballerina e il suo Ken entusiasta della vita e appassionato di esercizio fisico. La signora Smith utilizza la lista dei cibi inglesi consumati col suo consorte come accompagnamento ai suoi esercizi di port de bras. È come se una bambina gigantesca stesse giocando a Barbie seguendo il testo di Ionesco.  Al braccio di ogni bambolina, però, c’è un cartello che avverte di tenere lontano dalla portata dei bambini, allora è Ciro Pellegrino a giocare La cantatrice calva con i suoi "Imprenditori di Sogni".
Si gioca con tutto, con i movimenti plastici, il trucco ben studiato, gli abiti coloratissimi, le parrucche bionde e la musica. Tutto è moderno e non c’è un solo elemento che faccia pensare al 1950. Anche il titolo è stato rimodernato per l’occasione, c’è un verbo in più: La cantatrice è calva. Come ogni mondo di luci e colori intensi, anche questa casa delle bambole ha le sue zone d’ombra, ed è un personaggio in particolare a crearle: il cameriera Mary, capace di inquietare le stesse bambole che si muovono con lui sul palco. Si tratta della bambolina caricata a corda del dottor Frank-N-Furten, arrivata direttamente dal Rocky Horror Picture Show, che canta le canzoni del musical ed entra ed esce da una scatola per le bambole che ricorda un po’ una bara. Di sicuro, questa bambola trans alla quale le altre devono dare la corda ogni volta che si scarica è quella che i benpensanti terrebbero il più lontano possibile dalla portata dei bambini, certo più della Barbie principessa che interpreta la signora Martin e che arriva con il suo Ken, anche lui con il completino spaiato, a bordo di un’automobile di cartone che posano sull’attaccapanni. Tuttavia è il cameriera Mary a custodire la verità e a rivelare al pubblico che i signori Martin che si erano persi e si ritrovano in scena, in realtà non sono quello che credono di essere, perché al di là di tutte le coincidenze mentre la figlia di Donald ha l’occhio destro bianco e il sinistro rosso, quella di Elisabeth ha l’occhio destro rosso e il sinistro bianco. Ma come prendere seriamente una bambolina in guepiere e giubbotto di pelle che si scarica una battuta si e una no?
Il quadro si completa con l’arrivo in scena del capitano dei pompieri, molto amato dal suo cane e dalle donne, Mary inclusa. Il pompiere in cerca di incendi, con la sua pompa di gomma è un giocattolo sessuale che si cimenta in uno striptease durante il quale distribuisce banconote al pubblico.
Durante tutto il gioco, in platea si ride. Si ride per i movimenti e le voci degli attori, perché Barbie ballerina, danzando sulle proprie battute di tanto in tanto esce dal personaggio e dà sfogo alla sua napoletanità, si ride quando Mary si scarica e il cane ama il pompiere, quando il signor Smith si entusiasma e tutte le volte che Barbie principessa non si rammenta di aver già visto signor Martin. Si ride però anche quando apparentemente non accade nulla, quando cala la notte all’improvviso e le bambole si fermano perché nessuno può più giocarci ed esse attendono immobili che torni il sole e anche quando la signora Smith, danzando si allontana dalla scena proprio quando è il suo turno di raccontare una storia, lasciando tutti lì impalati ad aspettarla.
La scelta di affidare a degli attori fatti bambole l’interpretazione dei personaggi rende ardua la questione della personificazione e la riflessione su ciò che si è visto e ascoltato. Tutte le situazioni vissute sembrano essere così solo perché appartengono a delle bambole di plastica con poco cervello e diventa più difficile per lo spettatore ritrovarsi nei litigi banali tra i coniugi Smith o nell’estraneità dei Martin che vivono insieme senza conoscersi. La loro crisi della coppia, in fondo, non ci riguarda più. Non è più parodia del nostro vivere quotidiano. È più nostra la crisi del pompiere senza fuoco: è da più di un anno che qui da noi non si riesce ad ingranare, si pagano troppe tasse e non c’è grano né fuoco né zucchero.
Ma se l’anticommedia di Ionesco non è più parodia dei rapporti umani che viviamo quotidianamente, è una scelta giusta affidarne l’interpretazione a delle bambole. Tutto resta assoluto e senza tempo. Anche la cantatrice si assolutizza, adesso “è” calva e per partecipare al gioco usa anche lei parrucche bionde. Ciro Pellegrino è andato un passo oltre l’anticommedia, creando in scena una sorta di anti-anticommedia, ci si prende gioco anche dei vari Smith e Martin nati per prendersi gioco dei personaggi delle commedie tradizionali. Tutto questo è suggerito da qualcosa che succede ancora a sipario chiuso, sul proscenio, prima che il gioco abbia inizio. Ma è meglio andare a dare uno sguardo di persona.
La cantatrice è calva è uno spettacolo bello e leggero. Gli "Imprenditori di sogni" sono una compagnia giovane che anche se con pochi mezzi economici e ancora qualcosa da imparare sul teatro del corpo, sa intrattenerci molto bene, catturando la nostra attenzione dall’inizio alla fine del gioco, tanto che il sentimento che ci portiamo via a fine spettacolo è il rammarico che sia finito troppo presto. Ma sulla scena, prima che il sipario si chiuda, i signori Smith ricominciano la recita. È un invito esplicito: le bambole non escono dalla loro casetta, vivono la loro storia sempre uguale e eterna e ci aprono le porte tutte le sere, fino al 3 febbraio.

 

 

La cantatrice è calva
da La cantatrice calva
di Eugène Ionesco
idea e messa in scena Ciro Pellegrino
assistente alla regia Giovanni Merano
con Roberta Astuti, Viviana Cangiano, Francesco Saverio Esposito, Carlo Liccardo, Yuri Napoli, Diego Sommaripa
trucco Mary Samele
costumi Mariarosaria de Liguori, Marina Mango, Mary Samele
produzione Imprenditori dei Sogni
in collaborazione con Balalaika-Servizi per lo spettacolo
Napoli, Piccolo Bellini, 26 gennaio 2013
in scena dal 25 gennaio al 3 febbraio 2013

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